Capitolo 9 - Parte 1

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«Alastair, cosa facciamo ora?»
Il gruppo degli uomini si era riunito con le torce accese in mano. Il falegname appoggiò le mani sui fianchi ed espirò: una nuvole grigie illuminata dal fuoco si formò davanti alle sue labbra.
«Andate a casa dalle vostre famiglie» iniziò a dire prima di portare l'ascia sulla spalla. «Bernadette e Gunnar sono morti e ci penserò io ad avvisare le famiglie. Grazie a tutti per il vostro impegno.»
Quando ebbe trovato il coraggio di dire la dura verità a Björn e alla moglie di Gunnar, si incamminò verso le rispettive abitazioni. La reazione del vecchio fu calma e pacata, perché a differenza di Gunnar, non avevano trovato il suo corpo e nel suo cuore la sua bellissima Bernadette era ancora dispersa, sola e impaurita nel bosco. La moglie del volontario, invece, pianse fino a stramazzare a terra.
Alastair non poté far altro che porgerle le sue condoglianze a lasciarla alle cure delle sue sorelle.
Una volta fuori dalla casa della povera vedova, il falegname si diresse velocemente verso la fattoria. Voleva vedere Astrid. Camminò spedito fino a ritrovarsi davanti alla porta e bussò violentemente per sovrastare le risate, i gemiti e le chiacchiere che si sollevavano ogni notte in quella dimora.
Aprì Cara, la zia, presentandosi con un seno fuori dal vestito e la tinta sulle labbra leggermente sbavato. Quando notò che non era un cliente, si sistemò e cambiò espressione: non le piaceva quell'uomo e l'effetto che aveva su sua nipote.
«Buona sera» la salutò cordialmente lui. «Astrid è qui?»
«Sì, ma non puoi vederla ora» rispose prontamente, incrociando le dita al petto e avanzando un passo per allontanarlo. In quel preciso momento, Alastair vide spuntare la sorella, Brynja.
«Perché mai? Le è successo qualcosa?» chiese preoccupato il falegname. Cara inarcò il sopracciglio, pronta a dirgliene di Santa ragione, ma venne subito bloccata dalla nuova arrivata.
«Cara, non farlo preoccupare» la pregò la sorella, prima di spostarla per far entrare Alastair nella casa. «Se vuoi vederla, è nella sua stanza, febbricitante»  lo avvisò, prima di girarsi e condurlo alla stanza di sua figlia.
Non appena Alastair vide la sua futura sposa, corse vicino a lei: era visibilmente pallida e debole.
«Astrid...» sussurrò prima di baciarle la mano racchiusa tra i suoi palmi. «Che cosa le è successo?» domandò alla madre che stava in piedi sulla stipite della porta.
«Non dovrei dirtelo, ma prima quando eravate alla ricerca di quella povera anima, Astrid e sua zia hanno litigato furiosamente. Lei è scappata nei boschi, e dei lupi hanno iniziato a inseguirla. È caduta in uno stagno, e ha corso al freddo. Se non fosse stato per quel cacciatore, Viktor, l'avremmo persa per sempre. Siano ringraziati gli Dei che in quel momento, quel signore era nei dintorni a caccia.»
«Viktor...» sussurrò Astrid nel sonno.
«Dov'è ora?» chiese Alastair, lasciando la mano della ragazza per paura di stringerla con troppa forza. Brynja rispose:
«Nella stanza dall'altra parte del corridoio, si sta riposando...»
Nel frattempo, Viktor stava viaggiando nuovamente nei sogni di Astrid. Sdraiato sul letto, con il membro turgido in mano, costringeva la ragazza a unirsi a lui in un amplesso violento e macabro.
Adorava il suo odore, quella nota di giunchiglia che lo faceva irretire in pochi secondi mischiata alla lussuria di Astrid. Avrebbe potuto bearsi del suo profumo per l'eternità.
«Sì...» mugolò Viktor mentre muoveva velocemente la mano sulla sua carne.
Astrid gemette insieme a lui, continuando a muoversi a cavalcioni dei suoi fianchi. Quando sentì la contadina terminare le proprie forze, il cacciatore la fece sdraiare sotto di lui per non lasciarle tempo di riprendersi.
Alastair toccò la fronte di Astrid non appena vide delle gocce di sudore. Era troppo bollente.

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