Capitolo 13

6.9K 311 7
                                    

Alastair sapeva che era qui: qualcosa dentro di lui glielo aveva gridato, e non solo perché aveva visto il corpo di Gretchen mutilato fuori dalla casa.
Con Peder dietro di  sé sfondò con un calcio la porta e si precipitarono dentro puntando i fucili pronti a sparare. Il posto sembrava veramente abbandonato: era lurido, pieno di terra e foglie secche, ossa spolpate e animali morti, per non parlare del tanfo insopportabile; i mobili erano fatti di legno marcio e ad ogni passo il pavimento scricchiolava.
Si guardarono attorno, poi videro in cima alle scale un mostro: un uomo con le fattezze da lupo, le fauci enormi e gli occhi pieni di rabbia. Non appena Viktor individuò gli intrusi, si lanciò dalle scale per atterrare in piedi davanti a loro. Si sollevò molta polvere, ma ciò non impedì ad Alastair e Peder di sparare contro al mostro.
Quando notarono che i loro colpi erano inutili, fu tardi. Viktor con un unico movimento, scagliò Peder contro la parete dove c'erano degli spuntoni di legno che lo infilzarono.
Il falegname non ebbe il tempo di reagire alla morte del suo amico: corse fuori per battersi con la creatura in uno spazio più aperto.
Il licantropo lo rincorse e il falegname poté studiarlo. Si muoveva su due piedi, ma barcollava a causa del suo peso e la schiena ricurva,  per questo ogni tanto si appoggiava sulle mani per riprendere l'equilibrio. Alastair impugnò la lama che Bjorn gli aveva fornito e guardò il suo nemico ringhiare e mostrare i denti affilati. Non aveva mai creduto nei mostri, ma in quel momento non poteva fare altro se non battersi con uno di loro.
Il licantropo corse contro Alastair e cercò di colpirlo con gli artigli. Il falegname lo evitò abilmente e con un fendente, gli tagliò il braccio.
Viktor ululò per il dolore ed entrambi notarono ciò che era successo alla ferita: non stava guarendo, anzi, la carne sembrava decomporsi e diventare sempre più vecchio. In quell'istante Alastair credette a tutte le parole di suo padre e Bjorn. Loro sapevano che cosa fosse.
Il cacciatore notò un ciondolo appeso al collo di Alastair e lo riconobbe: una luna crescente. Lo possedeva anche una donna che aveva ucciso molti anni prima. Viktor aveva capito: il falegname era il figlio orfano di madre.
Il licantropo ululò, ma Alastair aveva afferrato nuovamente il fucile e aveva puntato il suo occhio. Lo colpì, ma fu come un semplice graffio per la creatura. Quando notò di averlo accecato, corse dentro la casa alla ricerca di Astrid perché sapeva che non riusciva ad affrontarlo da solo.
Sfortunatamente, Viktor si era già ripreso e lo aveva inseguito.
Alastair intravide la sua fidanzata in una delle camere, ma non ebbe il tempo di andare da lei che scappò fuori da una finestra, sopra il tetto del porticato e si nascose dagli occhi del mostro.
Sentiva i passi del licantropo lenti, sapeva che lo stava cercando e da un lato ne era sollevato: significava che non avrebbe fatto del male ad Astrid finché aveva la sua attenzione.
Passarono i secondi più lenti di tutta la sua vita: il suo cuore batteva freneticamente per l'ansia, i suoi respiri erano corti, scanditi dalle volte in cui sbatteva le palpebre. Teneva stretto il pugnale per paura di farlo cadere: ormai era l'unica arma che poteva davvero usare contro di lui.
Il ticchettio dell'orologio dentro la casa sembrava ricordargli quanto tempo mancasse alla sua probabile morte se non avesse agito al più presto.
Azzardò un passo per controllare la stanza, ma il mostro era proprio lì e lo aspettava.
Il falegname provò a colpirlo con la lama ma Viktor fu più veloce e lo spinse, facendolo inciampare e scivolare sulle tegole ghiacciate e precipitare giù dal tetto.
Alastair cadde in mezzo alla neve sulla schiena e picchiò la testa per terra, tutto fu confuso per un paio di secondi, ma quando vide il licantropo gettarsi sopra di lui, pronto a morderlo, colse l'occasione per impugnare il pugnale con la mano destra e ficcarlo sul petto dell'animale mentre quest'ultimo lo mordeva sulla spalla.
Alastair gridò per il dolore, ma almeno era salvo: il cuore di Viktor si stava decomponendo.
Quando sentì che il licantropo stava ritornando nelle sue fattezze normali da umano, lo gettò di lato per liberarsi del suo peso e tamponare con una mano le ferite che aveva sulla spalla sinistra, dove lui aveva morso.
Ebbe giusto il tempo di riconoscere il cacciatore in decomposizione quando si alzò da terra, che questo si polverizzò e divenne cenere nella neve.
Viktor era il licantropo e ora lui lo sapeva.
Lentamente si diresse verso la casa per andare da Astrid a liberarla.
Salì le scale a fatica e raggiunse la sua amata nella stanza dove la tenevano segregata. Quando la ragazza vide Alastair, scoppiò in lacrime di gioia: il suo amato era lì, sanguinante e ridotto ad uno straccio, ma vivo e salvo.
«Dov'è lui?» chiese Astrid mentre il falegname si trascinava a fatica verso il letto. Alastair abbozzò un piccolo sorriso prima di sedersi di fianco a lei. Le accarezzò la guancia, con il pollice pulì lo sporco e asciugò  le lacrime sul suo viso.
«Te l'ho mai detto che sei stupenda?» chiese lui ad Astrid, e quest'ultima iniziò a ridere, sollevata.
Poi la baciò, e l'atto fu dolce nonostante il posto in cui si trovavano.
Il lupo era morto e la sua amata era salva, ed era tutto ciò che contava.

The Scent - Sento il tuo profumoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora