Capitolo 9 - Parte 2

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«Bisogna fare qualcosa...» mormorò il falegname, guardandosi attorno. Doveva assolutamente cercare di abbassare la temperatura della contadinella. La madre di lei gli posò una mano sulla spalla. «L'unica cosa da fare è lasciarla riposare. Ne ha passate tante. Stai tranquillo, ci sono io qui con lei» cercò di rassicurarlo Brynje, ma lui scostò la sua mano e la affrontò in modo severo.
«No, tu non starai qui con lei. Adesso tu scenderai e ritornerai a fare la puttana in mezzo a quei porci. Mi occupo io di Astrid. Torna a lavorare» disse con tono spregevole, e nemmeno quando la donna gli tirò uno schiaffo in pieno viso si scompose. La sua amata era lì, ammalata e aveva bisogno di cure e attenzioni.
Quando Brynja, in lacrime, uscì fuori dalla stanza di Astrid, il falegname si voltò di nuovo verso la sua amata.
Sentì la ragazza mugolare di nuovo e si preoccupò ancor di più. Aprì la finestra per far circolare l'aria nella stanza, poi andò nella cucina, riempì una vaschetta d'acqua fresca e afferrò uno straccio. Dopo essere ritornato nella stanza, vide Astrid stringere gli occhi, come se stesse provando dolore.  Alastair si affrettò ad inumidirle la fronte con il panno bagnato. Quando notò il respiro della ragazza calmarsi e la fronte stendersi, il falegname espirò. Si sedette sulla sedia dopo aver tolto ciò che lo occupava, e rimase tutta la notte a vegliare su di lei.
«Viktor...» mormorò Astrid, stringendo i pugni attorno alle coperte.
Sentire quel nome uscire dalle sue labbra lo ingelosì moltissimo. Si trattenne dal destarla dal suo sonno e si accontentò di correre nella stanza dove Brynja aveva detto che Viktor fosse.
Piombò dentro la camera, tirando un calcio alla porta che sbatté violentemente contro il muro.
Il cacciatore si sistemò velocemente all'intrusione del falegname con l'ascia in mano, alzandosi i calzoni per coprire il suo membro.
Alastair lo guardò con occhi inceneritori, poi lanciò l'attrezzo fra le sue mani addosso a Viktor, con il preciso intento di colpirlo e ammazzarlo in quel posto, immediatamente. Nessuno lo conosceva a Wönder, tutti lo temevano: stava semplicemente facendo un atto caritatevole verso la comunità uccidendolo.
Viktor schivò la lama con estrema facilità, dopodiché guardò il falegname con un ghigno di scherno. Non poteva trasformarsi lì, non doveva rivelargli chi fosse davvero.
Alastair, infuriato, lo afferrò per i capelli e lo tirò fuori dalla stanza, per poi farsi largo fra la folla di persone eccitate e languide con Viktor. Lo spinse fuori dalla casa, facendolo cadere a terra.
Il cacciatore, dopo essersi rimesso in piedi, portò la mano immediatamente nel punto in cui solitamente trovava l'elsa della sua spada, per poi scoprire che non era lì ma nella stanza che aveva appena lasciato.
Alastair lo atterrò bruscamente, portandosi a cavalcioni del suo corpo, nella terra fangosa e sporca.
Lo tempestò di pugni fino a quando un gruppo di uomini non lo allontanarono da lui, preoccupati che forse, sotto il protettore di Wönder ci fosse un loro amico.
Quando scoprirono che in realtà era Viktor, lasciarono andare il falegname, ma la sua furia ormai era svanita.
Nella flebile luce della lampada di uno degli uomini, videro il volto di Viktor dopo averlo tirato su, sanguinante, pieno di lividi, con il naso, le labbra e le sopracciglia spaccate. Era quasi irriconoscibile.
Il cacciatore si dimenò per liberarsi dalle mani degli uomini che lo avevano aiutato ma mantenne gli occhi su Alastair.
Lo stava sfidando di nuovo. Viktor sapeva che non poteva morire: se soltanto Alastair avesse saputo quante volte aveva provato a togliersi la vita da solo!
«Non ne hai abbastanza, pidocchio?» ringhiò il falegname. «Vattene via, e non tornare mai più. Se ti rivedo vicino ad Astrid, o a chiunque in questa città, io ti ammazzo.»
Viktor continuò a sorridere. All'improvviso iniziò ad ululare. Fu un suono agghiacciante e gutturale, sembrò un richiamo di morte, ma  tutto ciò che Alastair riusciva a sentire era una sfida.
Chiunque fosse quell'uomo, lo voleva morto e ucciso dalle sue stesse mani. Lo sentiva, in fondo, che era un pericolo per tutti. Non riusciva ad ammettere che, se non fosse stato per lui, adesso lui non avrebbe avuto una Astrid da amare.
Tutti reputarono Viktor un pazzo mentre lo guardavano allontanarsi lentamente e scomparire nell'oscurità della notte.
Il Re della Foresta si trasformò non appena fu davanti alla sua casa. Si sdraiò sul porticato e iniziò a leccarsi le ferite, pensando costantemente ad Astrid.
Alastair stava rendendo la sua caccia sempre più interessante.

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