Capitolo 5 - Parte 1

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Non appena Alastair sparì dentro la casa, Astrid vide una donna uscire chiudere la porta dietro di sé senza nemmeno toccarla

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Non appena Alastair sparì dentro la casa, Astrid vide una donna uscire chiudere la porta dietro di sé senza nemmeno toccarla.
La donna avanzò di qualche passo, costringendo Astrid ad indietreggiare. Poi la donna scomparve in una nube di fumo.
Astrid indietreggiò ancora, fino a quando non sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Gridò, colta alla sprovvista e, nel movimento fulmineo che fece nell'istante dopo, inciampò nei suoi stessi piedi e cadde miseramente sull'erba bagnata.
«Astrid!» la salutò Victor, visibilmente divertito da lei. «Siete tanto bella quanto maldestra?»
Astrid alzò gli occhi verso di lui, ch'era illuminato dalle ultime luci dell'alba, prima di tirarsi su e rialzarsi.
«Mi avete spaventata!» lo rimbeccò lei mentre si rassettava la gonna.
«A me sembravate già parecchio agitata prima del mio arrivo» rispose Viktor, ghignando mentre ritirava la mano che le aveva allungato per aiutarla a rimettersi in piedi. «Avete visto forse un fantasma aggirarsi nella vostra dimora?»
Astrid non emise parola. E rimase ferma dov'era.
Non aveva dimenticato ciò che aveva visto, per niente. Ricordava ogni singolo secondo, l'immagine era vivida e terribilmente fresca nella sua mente.
Viktor le sorrise, cercava di sorvolare l'imbarazzo che si era improvvisamente creato.
A salvarli entrambi, arrivò Alastair alle loro spalle.
«Astrid vieni qui!» le ordinò il falegname. La ragazza non se lo fece ripetere, e corse dall'uomo per ripararsi dietro di lui. Non appena si assicurò di avere Astrid al riparo, Alastair guardò il cacciatore. La ragazza osservò i due uomini e notò che Alastair era leggermente più alto di Viktor, ma non sembrava importare al cacciatore.
«E tu chi sei? Che cosa ci fai qui?» chiese bruscamente Alastair al nuovo arrivato, senza fare tanti giri di parole e lasciando perdere le buone maniere.
Viktor sorrise alla ragazza, poi portò la sua attenzione al falegname.
«Mi chiamo Viktor, sono un cacciatore che è ritornato nella sua città dopo un periodo di viaggio» rispose il cacciatore, estraendo la sua spada dalla fodera per conficcarla nella terra e comunicargli di non essere lì per combattere.
Alastair corrugò la fronte: non si fidava di lui, aveva una strana sensazione
«Vivo in questa città da quando sono nato, e io la proteggo. Non ti ho mai visto» affermò il falegname. «Dimmi dove abiti» gli ordinò poi, rendendo il tono della sua voce duro, quasi imponente.
Viktor ghignò, beffardo, e incrociò le braccia al petto, quasi come segno di sfida.
«Proteggi? È per caso una guardia, Astrid? Un cavaliere?» parlò alla ragazza, poi indirizzò il suo sguardo a Alastair. «Dove celi la tua spada? È nascosta nel tuo culo?» lo prese in giro, scherzò, ma il falegname non stette al gioco e rispose ancora più duro.
«Bada a come parli straniero, e non rivolgerti mai più alla mia donna» lo avvertì lui, e istintivamente strinse il polso alla ragazza che soffrì quel leggero dolore in silenzio.
«La tua donna? L'hai marchiata con i ferri, amico?» continuò a scherzare Viktor, e sapeva perfettamente che la sua sola presenza irritava il possessivo falegname e apparente protettore della città. 
«Io non sono tuo amico, e ora vattene!» lo intimò Alastair, facendo un passo in avanti per farlo indietreggiare. «Oppure vuoi assaggiare i miei ferri sui tuoi denti?» minacciò poi.
Viktor afferrò la sua spada e la estrasse dal suolo per poterla rimettere nella fodera.
«Me ne andrò, ora, ma non perché me lo chiede un semianalfabeta, ma per il semplice motivo che vedo Astrid terrorizzata» disse. Guardò la contadina e le fece un piccolo inchino di congedo, poi si girò, dando le spalle alla coppia, e si allontanò verso la foresta, fino a sparire tra gli alberi e le loro ombre.

Quando Alastair si fu accertato di essere solo con Astrid, si girò verso la sua ragazza.
«Chi era quello?» le chiese senza garbo, spaventando Astrid già abbastanza scossa.
«Viktor» rispose lei con un lieve sussurro. «Ieri sera è venuto alla fattoria per del cibo. Ci ha pagate con molta generosità e poi se n'è andato»
Non appena finì di parlare, scoppiò in singhiozzi disperati. Alastair la prese tra le braccia e cercò di consolarla. Non si maledì per il suo comportamento talvolta rude. Era fatto così e, anche se avesse provato con tutto se stesso a cambiare, si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
«Perché piangi ora?» le chiese, mentre accarezzava i suoi capelli biondi.
«Perché...» singhiozzò Astrid. «Alastair, non hai visto nessuno?» gli domandò, prima di alzare lo sguardo verso di lui. «Forse sto diventando pazza, ma io ho visto una donna cadavere uscire dallo specchio nella mia camera. E poi... l'ho vista chiudere la porta quando sei entrato e... poi è arrivato Viktor. Se non fosse stato per lui... che ne sarebbe stato di me?»
Alastair guardò male Astrid e si trattenne dallo sgridarla e rinfacciarle che era arrivato prima lui in tutti i sensi.
Il falegname sentì l'ira formarsi dentro di lui insieme alla gelosia ma cercò di essere razionale, per quanto lo fosse.
«Ti porto dal dottore, Astrid. Non mi pare che sia la prima volta che tu veda persone che non ci sono. Queste allucinazioni non mi piacciono...» le spiegò, prendendola per mano.
«Non sono allucinazioni! Io non vengo dal dottore!» si dimenò per liberarsi dalla sua presa. «Con quali soldi poi!»
«Astrid ti prego, ascoltami e vieni con me! Pagherò io il medico!»
«Ti sto dicendo la verità, Alastair, devi credermi!» urlò disperata la ragazza, e ciò istigò la reazione del falegname.
«Ciò che stai dicendo è un'assurdità! Una donna cadavere uscire dal tuo specchio? Stai impazzendo, donna!» rispose urlando lui, sbraitando le braccia al cielo.
«Viktor è l'uomo che avevo visto alla Taverna! Sono sicura, che gli Dei mi fulminino se non dicessi il vero!» e non appena l'ebbe detto si rannicchiò per terra.
Alastair la guardò e immediatamente si calmò, ma ciò non gli impedì di pensare che da quando aveva visto quel ipotetico uomo alla taverna, Astrid stava letteralmente perdendo il senno.

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