Il giorno dopo mi svegliai a casa, la testa mi faceva malissimo.
“Ciao Sof!” mi disse una voce accanto a me: era Sarah!
“Sarah?? che ci fai qui??” chiesi, più confusa che mai.
“ieri, dopo un paio d'ore che ballavate, Tyler ti ha riportato da noi! Dormivi di sasso, tutta aggrovigliolata su di lui...”
“si dice aggrovigliata!” la corressi io
“Si Si, Va bene. Comunque i casi sono due: o gliel'hai data...” fece una piccola pausa per aumentare la suspence “O gliel'hai data!” concluse alla fine.
“che pettegola che sei!! non è succeso niente! Ma dimmi, perchè sei qui?”
“te lo stavo per dire! Ma dopo racconti tutto! Insomma io ti ho riportato a casa, ma dopo aver bevuto tanto non volevo più guidare, così sono rimasta!”
“hai fatto bene! Vieni, andiamo a fare colazione!”
“guarda che sono le due del pomeriggio!”
“oooooohhhhh caaaaazzzzoooooooo!!!” gridai “Devo prepararmi per stasera!”
dissi alzandomi dal letto così in fretta da ricascarci. Le patate dovevano essere molto fiere di me in quel momento
“vai piano! Non penso tu stia bene ancora!”
“si, si sto bene!”
“cos'è successo tra voi due?!” mi chiese insistente “non cambiare discorso!” aggiunse infine
mi alzai di nuovo, e questa volta ci riuscii. Però il pavimento continuava a muoversi sotto di me
presi un paio di boccate d'aria, mentre ripensavo agli avvenimenti della sera precedente, ancora un po' sfuocati.
“abbiamo ballato!!”
“tutto qui?” continuò Sarah
“non ricordo molto... ma sono sicura che non c'è stato niente!”
“niente-niente?”
“niente-niente!”
certe volte Sarah riusciva ad essere proprio snervante, e la sua curiosità mi faceva impazzire!
Intuito il motivo del mio prolungato silenzio, Sarah mi salutò mentre scendeva le scale, poi prese la macchina e, con una sgommata che sentì tutto il vicinato, scomparve dietro l'angolo.
Solo dopo mi ricordai che la mia macchina era rimasta al pub!
Sarah avrebbe potuto darmi un passaggio!
“che cazzo!” gridai prendendo a calci il comodino, picchiando anche il mio sacro mignolino nel famigerato spigolo facendomi bestemmiare pesantemente! Oserei aggiungere di “BRUTTA MANIERA”!!, poi andai a farmi una doccia gelida, cercando di lavare la confusione della sera precedente dalla mia pelle.
Dopo la doccia scesi in casa di Zia Lindah per cucinarmi qualcosa, invece nel frigo trovai solo scatole di cibo messicano da asporto.
“mai che tu faccia una spesa decente! Il tuo frigo è il tempio del polistirolo! Ci sono cibi di tutte le nazioni!” dissi mentre la zia entrava in cucina.
“se non ti piace vai a fare la spesa da sola! A me piace molto il cibo da asporto!” sorrise “ma sono convinta che ti piace, perchè ogni volta mi tocca predere doppia porzione sennò non mangio nulla!”
“eddài ziaaa! Come faresti senza di me?!?” urlai mentre tornavo a casa mia attraverso le scale.
La sentiì gridare un “camperei più a lungo” in risposta.
Sarà mica perchè torno sei giorni su sette con una sbronza clamorosa dopo aver fatto quello che doveva essere un “normale aperitivo” che poi sfociava sempre in un bevuta di gruppo? O forse perchè si preoccupa perchè si dice ci sia un ladro in giro ed ha paura per me?
Entrai in camera e mi sedetti sul letto, aprendo una scatola di messicano, ed incominciai a svolgere la mia attività preferita: pianificare.
Erano giorni che studiavo la piantina della villa, nulla sarebbe andasto storto, e questo sarebbe stato uno dei miei colpi più grossi.
Verso le sette incominciai a tirare fuori le attrezzature: il mio mantello nero con cappuccio, i miei stivali di pelle ovviamente abbinati con i pantaloni, i miei anfibi “infallibili”, un paio di pistole a sonnifero per cani & co... ed il mio pezzo forte: l'arpione per scalare qualunque tipo di muro!!! O almeno questo è ciò che diceva la pubblicità...
Mia zia non mi aveva mai chiesto da dove venivano i soldi con cui pagavo l'affitto, le importava solo che io stessi bene...
Mi misi i vestiti ed uscii dalla finestra, usando una piccola scala ben mimetizzata tra l'edera.
Appena scesa lungo il muro mi ricordai del problema “macchina”, così me la feci a piedi! Bella roba! Avevo ancora un po' di mal di testa dalla sera prima.
Corsi lungo le strade, stando bene attenta a dove fossero i lampioni, questione di allenamento!
Girava la voce di un Corvo che si aggirava pe le villette dei ricconi, ma io mi preferivo gazza ladra, perchè sono una donna!
Il problema era che, se si fosse sparsa troppo la voce, di sicuro avrebbero mandato la polizia ad investigare, e quella era l'ultima cosa che volevo: dei Cacciatori dietro ad una preda...
La mia 'vittima' era uno che veniva in città poche volte l'anno, solo per godersi un po' di pace prima di ritornare alla mondanità ed al caos di Manhattan. Erano mesi che non lavoravo e, quando mi è arrivata la soffiata da Tyler, io ho fatto i salti di gioia. Era il lavoro più importante che avevo mai fatto da quando avevo iniziato, qui a Long Island, e nulla sarebbe potuto andare storto.
Sapevo che il proprietario della collezione era in casa, ma sapevo anche che la sua camera era dall'altra parte della stanza in cui dovevo andare.
La villa era a mezz'ora di camminata da casa, ma la cosa non mi avrebbe fermata! (feci una pausa un quarto d'ora dopo per riprendere fiato, ma questi sono dettagli...)
Il riccone aveva una villona immensa, con telecamere dappertutto, che io prontamente aggirai. Avevo studiato per giorni la pianta della villa, piano per piano ed ormai la conoscevo quasi a memoria. Il proprietario di casa si chiamava Edgar “qualche altro nome da riccone” Morrison, viveva da solo, quelle poche volte che era in casa, se non si contavano i domestici, ed i suoi parenti lo venivano a trovare una volta all'anno, era fissato per la sicurezza, quindi voleva dire che aveva qualcosa da proteggere.
La villa era recintata con delle mura alte due metri e larghe mezzo, facilmente scavalcabili perchè in cima erano presenti delle piccole statue di pietra a forma di cane. Come predetto infatti ci misi poco a lanciare l'arpione e a fissarlo alla testa di uno di esse.
Scavalcato il muro si ponevano altri problemi. Primo tra i quali: due rotweiller, due dobermann e due pitbull. Fortuna che con me avevo le pistole a sonnifero! In casi di emergenza, non si sa mai mi dissi mentre le caricavo.
Il bello è che tutto appariva inquietantemente silenzioso, nell'aria non si sentiva nulla, come se si fosse fermato il tempo.
Percorsi il vialetto di ghiaia ed arrivai sotto al porticato: c'erano i due dobermann addormentati, davanti a loro le ciotole piene fino a metà.
“sonnifero!” pensai “qualcuno vuole rubarmi il lavoro!” digrignai i denti “nessuno può rubarmi il lavoro!” mi avviai nell'ingresso con la rabbia che incominciava a montare, quando improvvisamente sentìi dei rumori.
“quindi sei ancora qua?!? ora te la vedi con me!” mi avviai di corsa al piano di sopra cercando di fare il minor rumore possibile perchè ora se la sarebbe dovuta vedere con me quel maledetto!
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Black Thief (I diari della gazza ladra)
AdventureSophie Rhime è una ladra: questa è la sua storia.