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Lo wild youth era pieno di persone, tutti felice per la sfida che si sarebbe svolta di lì a poco...

Lasciai Sid (avevamo deciso che avrei continuato a chiamarlo così) all'ingresso fingendo che sarei andata a posteggiare. Passai davanti a Tyler, il quale mi fermò

“vai a lavorare?” mi chiese sorridendomi

“si, ho poco tempo, quindi tienilo impegnato, ok?”

“sei arrabbiata con me?”

“si, ma ho bisogno di una mano...”

“che cosa c'è?”

“non sono sicura, ma quel riccone non mi sembra uno da andarsene quando poco tempo prima lo hanno derubato...”
“pensi sia una trappola?”
“mi sono fatta un nome, Tyler... Già mi stupisce che non abbiano iniziato a darmi la caccia prima...”

“pensi che quella soffiata riguardo ai cacciatori sia vera?”

“non ne ho idea, Tyler, ma spero che non lo sia...”

il passato

III

Ero la preferita della banda.

Nesuno si aspetterebbe che una bambina potesse portare con sé soldi sporchi, vero?

Ed era per quello che mi adoravano.

Io trovavo sempre un modo di svignarmela dalla polizia, dai controlli e da tante alre situazioni scomode...

Incominciai a vestirmi di nero come loro, a parlare come loro.

Tutti volevano bene alla figlia di Amy Rhime, la ragazza madre che era in grado di compiere i furti più elaborati e farla franca...

Tutti dicevano che io ero la sua erede, così incominciai a diventare come lei: mi incominciai a vestire di nero, cosa che all'inizio fu difficile, persi ogni tipo di espressione che poteva essere definita da 'bimba piccola' ed incominciai a tingermi io capelli di nero, visto che il mio colore naturale era biondo scuro.

Col passare dei mesi avevo guadagnato una reputazione, tanto che la gente mi aveva soprannominata 'corvo', anche se Nick insisteva che ero una gazza ladra, visto il mio aspetto sempre costante tra bianco e nero.

Con la fama, però, arrivò anche l'invidia.

Un giorno, mentre stavamo belli contenti ad ascoltare un po' di musica, fecero irruzzione degli strani tipi armati fino ai denti.

Io, Nick e Topo (è così che chiamavo lo spilungone) riuscimmo a scappare dalla porta sul retro, correndo per le vie deserte in quella parte di Brooklyn.

Arrivammo davanti ad un'altro dei nostri covi, e Nick ci disse che dovevamo continuare a correre, che lui avrebbe avvertito gli altri ragazzi.

Io e topo continuammo a correre, mettendo molta distanza tra noi e gli aggressori.

Ad un certo punto ci fermammo, perchè Topo era stanco

“chi erano?” chiesi allarmata

“quelli sono i cacciatori...” disse lui tutto d'un fiato “non te ne ha mai parlato Nick?”
“mi ha detto che erano delle persone assoldate per dare la caccia ad altre persone...”

“proprio così! Quelli che hai visto sono la famiglia blu, una delle più importanti famiglie mercenarie della zona!”
“sembra come se tu li conoscessi bene...”

“esatto!” disse lui con un sorriso poco rassicurante “io sono un loro membro onorario!”

“cosa? quindi sei tu la spia!” dissi arrabbiata

“oh, io sono molte cose, o almeno lo ero... Da quando sei arrivata tu nessuno mi ha più considerato... tu eri la figlia di una delle ladre più importanti ed abili della zona, come potevano gli altri pensare a me, il braccio destro di Nick? Così mi hanno trovato loro un giorno, mi hanno offerto soldi se io fossi diventato il loro informatore, e quando ho parlato loro di te si sono interessati molto... Così mi hanno offerto un posto nella loro famiglia, dei soldi veri ed un posto vero in cui vivere, per me e la mia VERA famiglia: lo sai che ho un fratello? Ha più o meno la tua età, quindi non prenderla troppo sul personale, ma devo pensare prima a me stesso...”

“brutto maledetto!” dissi io, incominciando a capire il senso del discorso “ci hai venduto! Hai venduto Nick e gli altri! Lo sai che li sbatteranno ai servizi sociali? Quello che ti promettono sono solo bugie!!”
“non ti preoccupare! Loro vogliono te! Non sono interessati a dei ragazzini sbandati che probabilmente si faranno arrestare comunque fra un paio di anni... loro vogliono te... perchè sei scappata alle loro grinfie...”
“cosa vuoi dire?”

“sono stati loro a dar fuoco alla roulotte di tua madre! Loro ti hanno fatto diventare un'orfana!” disse lui tutto contento “ ed ora sono venuti a prendere anche te, l'ultima della famiglia Rhime...”

“no! Non è vero!” dissi io, le lacrime che scorrevano veloci sul mio viso come torrenti in piena.

Cominciai a correre, ignorando le mie gambe che chiedevano pietà, ignorando il mio cuore che minacciava di esplodere, fino a quando non arrivai all'orfanotrofio.

Lì cercai aiuto da una delle maestre. Ma questa mi rispedì come punizione nel dormitorio.

Poco dopo arrivò l polizia, che qualcuno aveva chiamato al seguito del mio racconto, e loro dissero che mi avrebbero portato in caserma per qualche domanda.

Incominciai a pensare che mni volessero ingabbiare, finchè non entrò una donna nell'edificio: era alta, aveva un fisico slanciato e la pelle chiarissima, portava i capelli biondo chiaro tagliati sulle spalle e dei grossi occhiali da sole le nascondevano buona parte del viso.

“mi dispiace deludervi signori, ma quseta bambina viene con me!” disse la donna, sorridendo ai poliziotti

“chi è lei?”

“io sono Linda Rhimes, e sono la zia di Sophie...”

Black Thief (I diari della gazza ladra)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora