Black Thief (I diari della gazza ladra)

2. (Flashback I)

Ero considerata la strana da quelle parti, avevo appena perso mia madre ed ero sotto custodia fino all'arrivo di qualcuno che mi volesse adottare o di qualche parente di cui non avevo mai sentito parlare prima. Tutti i bambini avevano paura di me per il mio aspetto: ero magrissima, alta, con i capelli biondo-castano e gli occhi grigi che loro definivano “inespressivi” (ed io non capivo mai cosa volesse dire!) ed una pelle quasi trasparente.

Nella zona dell'orfanotrofio erano tutti super-religiosi, e mi consideravano una figlia di Satana (per il fatto che ero figlia di una ragazza madre che era morta in un incendio!) così non mi permettevano di giocare con i loro figli. Il risultato? Incominciai a frequentare i ragazzini del ghetto.

Erano, per così dire, i ladruncoli della città e furono loro che mi fecero scoprire quello che loro definivano il mio “dono”.

Successe che, mentre paseggiavo nelle vicinanze dell'orfanotrofio, fui fermata un giorno da un ragazzo di colore. Dall'altezza doveva avere il doppio dei miei anni. Indossava un cappellino di lana e dei vestiti che erano troppo gandi per lui.

“tu sei Sophie?” mi chiese

“si, perchè?”

“mi dispiace per quello che ti è successo! Tutti conoscevano Amy Rhime! Era una leggenda per quelli come noi!”

“perchè?” chiesi curiosa

“era una dei ladri più abili della zona! Ma non mi stupisce che tu non ne sappia niente: voleva proteggerti.” mi guardò curioso, poi mi chiese “hai mai provato a rubare?”

“no! Perchè dovrei farlo?”

“secondo me ce l'hai nel sangue! Se mai hai bisogno di un aiuto per qualunque cosa, vieni pure a cercarmi!” disse, poi si avviò per la strada. Prima di svoltare l'angolo, però, si girò “comunque io sono Nick!” mi gridò, poi scomparve dalla mia vista.

Solo pochi giorni dopo sarei andata a cercarlo per aiuto.

In quel momento, quando pronunciai il suo nome in quel vicolo buio, la mi vita prese una brusca svolta, e la cosa mi piaceva!