Le ore che seguirono le passai a mettere a posto il quadro, le mani che tremavano, ma come al solito, fu un lavoro perfetto (la modestia è il mio punto più forte!)
Impacchettai tutto e decisi che era il momento di incontrare il tramite.
Incontrai Tyler davanti alla vecchia pizzeria, il luogo d'incontro lo cambiavamo tutte le settimane, così da non destare sospetti.
Gli passai il pacco dal bagagliaio e lui mi guardò strano, forse avevo le occhiaie.
“come stai? Ho sentito dello sparo...”
“tutto regolare, cose di ordinaria amministrazione...” dissi nascondendo il braccio dietro ad un sedile “ci vediamo domani a scuola?” chiesi per cambiare soggetto
“non puoi venire con una ferita alla spalla o tutti si insospettiranno!” disse con tono preoccupato
“se non vengo penso che sia ancora più sospetto!” sorrisi io chiudendo il bagagliaio.
Sgommai ripartendo e, pochi istanti dopo vidi tyler che, con una faccia stranita, rimpiccioliva nello specchietto.
Appena arrivata a casa mi fasciai la spalla alla bell'e meglio con la mia zia che borbottava qualcosa di sottofondo, mentre finalmente cucinava qualcosa che ricordava del cibo vero.
A cena fu tutto molto silenzioso, con mia zia che faceva finta di guardare il telegiornale, per poi allontanarsi per lavare i piatti subito dopo la fine.
Mezz'ora dopo suonarono alla porta
“vado io!” gridai correndo giù per le scale.
Apriì la porta di scatto ed un “woah!” Di sorpresa per poco non mi fece saltare dalla paura!
Davanti a me c'era un Tyler paonazzo, forse per la corsa da casa sua a casa mia, le quali probabilmente saranno distanti tre o quattro case
“ciao!” dissi io abbracciandolo “ci sono novità?”
“certo, cara la mia corvaccia!”
“ZITTO CRETINO!!” gli urlai e sentiì mia zia sospirare un “Ah, l'amor! Che gioia!” e dopo aver urlato uno 'zitta' anche a lei invitai Tyler ad entrare.
Andammo in camera mia e, appena entrati Tyler mi abbracciò urlando un “SIAMO RICCHI!!” che come minimo tutto il vicinato ha sentito e ha capito tutto!
“quanto era la cifra?” chiesi appena l'abbraccio-morsa-stritolante si fermò e potei respirare di nuovo
“erano duemila, che poi sono saliti a cinquemila dollari!”
“tutto in contanti?”
“in contanti!” sorrise lui
“allora dobbiamo spartirceli!” dissi io con finta aria triste ma quando vidi che lui stava per ribattere aggiunsi un “ehi cherzavo!”
“mi hai fatto prendere un colpo!” ammise lui alla fine
“era tanto che non capitava un lavoro del genere. Tu mi hai fatto pubblicità, quindi ti spettano... mmm.... diciamo mille...”
“eh no! Io ho anche portato il quadro dopo il furto e la riparazione al cliente, quindi come minimo sono tremila...” fece lui con aria da uomo d'affari
“tremila! Vuoi scherzare? Io mi sono fatta sparare per quel quadro!” dissi io “mille e cinque!”
“duemila e sette!”
“mille e nove!”
“duemila e otto!”
“facciamo duemila e cinque, ok? Tanto te di che te ne fai di tutti quei soldi, Sophie?!” disse la zia dalla cucina
“ma che..?!?” dissi io ma fui interrotta da un “affare fatto!” di tyler che saltellava per la camera.
“ok, ma mi passi il prosimo compito di spagnolo!”
“e va bene...” fece la faccina triste, ma poi si riprese subito aggiungendo un “tanto io lo so bene, non mi costa nulla! Sai con quei soldi quanta roba ci compro?!?” disse guardandomi con il suo già-più-che-brevettato sguardo da vincitore
“ok! Ma non esagerare! Ricorda: compito di spagnolo!” dissi facendo il gesto ti-tengo-d'occhio con la destra, mentre nella sinistra tenevo i fili della sua felpa.
Tyler annuì ed aprì la busta arancione, prendendosi la sua parte
“è un piacere fare affari con lei, signorina!”
“ma vai un po' al diavolo!” scherzai io.
Lo accompagnai all'uscita, mentre la ia lo salutava dalla cucina lui mi abbracciò
“domani ci vediamo a scuola?”
“puoi contarci!” risposi io
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Black Thief (I diari della gazza ladra)
AdventureSophie Rhime è una ladra: questa è la sua storia.