5. I've Always Said I Hate Parties

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Sentendo il suono dell'ultima campanella, io e i miei compagni uscimmo dall'edificio.
Davanti al cancello vidi le VIP parlare tra di loro, e mi chiesi cosa stessero dicendo.
"Oh, eccola qui" disse Helen rivolgendosi a Margaret.
"Il diavolo veste Prada! Sta arrivando", disse Dustin con tono scocciato.
"Ciao Margaret, volevo dire a te e a questi che chiami amici, che ci sarà una festa nella mia baia in montagna stasera. Se proprio vuoi portare anche loro, falli vestire decentemente." Esordì evidenziando amici.
"No grazie, stasera sarà pizza e Netfli-"provai a dire.
"Saremo molto felici di venire. Grazie." Mi stoppò Margaret.
La guardai male, un po' confusa.
"Figurati" aggiunse Helen andandosene.
"Ok, ragazze e Dustin, ora dobbiamo trovare gli outfit per ognuno di noi" disse tutta felice Margaret.
Arrivai a casa e, anche se ero stanca per la lunga giornata scolastica, andai verso l'armadio. Trovai il vestito perfetto e tutto ciò con cui mi sarei voluta truccare. Misi tutto vicino e scattai una foto che mandai al gruppo Instagram dove io e i miei amici comunicavamo. Dopo che le ragazze e Dustin ebbero approvato, andai a studiare.
Dopo svariate ore, tra studio e pause, decisi di andare a prepararmi.
Il mio vestito era nero, di seta, più corto avanti e più lungo dietro. Avevo fatto i boccoli ai capelli, facendo risaltare le punte blu e verdi. Avevo applicato un po' di trucco ed ero contenta del risultato.
Scesi giù e aspettai il passaggio per arrivare alla baia. Anche se eravamo praticamente sulle montagne, non faceva troppo freddo.
Scesi dalla macchina e vidi una bellissima baia in legno vicino ad un bosco. Aveva molte vetrate e potevo vedere molti ragazzi bere e ballare. Potevo persino sentire la musica alta. Credo fosse una canzone di Lil Peep.
"Margaret!" Disse Helen, "che bel vestito, Camille! Non è tuo vero?"
"Certo che è mio" risposi confusa.
"Si, certo" rispose lei.
"Lasciala stare" mi disse sotto voce Astrid.
Camminammo un po' e entrammo nella baia.
"Hey" disse una voce familiare.
Mi girai, vidi il volto di Beck.
"Ciao Beck" dissi.
"Ciao" Rispose "che bel vestito".
"Oh, grazie" risposi quasi arrossendo.
Vidi il resto dei miei amici parlare con gente che non conoscevo.
"Vuoi qualcosa da bere?" Mi chiese Beck.
"Prenderò un succo alla pesca" risposi io "vieni andiamo al bar" aggiunsi trascinandolo per il polso.
Sì, nella baia c'era anche un piano bar.
Parlammo sorseggiando un succo e una coca cola alla fragola.
"Vengo subito, vado un attimo in bagno" aggiunse.
Annuì sorridendo.
Alcuni ragazzi avevano delle maschere, altri il viso dipinto.
Vidi persino un ragazzo con le lenti gialle - che belle - pensai.
Mi incantavano, sembravano mandarmi in estasi. Mi ritrovai a camminare senza volerlo e ad avanzare sempre di più.
Ero come ipnotizzata, non sapevo perché, non sapevo il modo.
Mi ritrovai nel bosco, i misteriosi occhi gialli sparirono e la mia ipnosi finì.
Vidi un paio di occhi rossi.
Sentì un fortissimo dolore al braccio, come di schegge di vetro che entravano nella pelle, solo che faceva molto più male.
Forse urlai, forse no.
Mi ricordo però che tutto iniziò a sfocarsi e poi il buio totale.
"Camille!" Sentì un ragazzo urlare. Aprì leggermente gli occhi.
Era Beck. "Beck" dissi con voce flebile per poi svenire di nuovo.

You, Me and the WolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora