Forse non ve ne siete accorti, in tutto questo non ho mai pianto.
Piangere mi fa sentire vulnerabile, come ho già accennato, come se qualcuno ti possa buttare giù da un momento all'altro.
Dovevo andare a scuola, mi preparai, scesi giù e mi diressi lì.
Vidi i miei amici umani parlare. Qualcuno si stava per avvicinare a me, ma continuai a camminare dritto, non volevo sentire le domande di qualcun'altro sul perché avevo mentito a Margaret.
Vidi Beck con Freddy. Gli rivolsi uno sguardo gelido che neanche i Polaretti e continuai a camminare.
"Ehi sfigata" disse Joe davanti a me.
"Vai via" dissi calma.
"Ti stanno abbandonando tutti, vero?" Disse beffardo "prima i tuoi amici, poi il fidanzatino e ora non mi sembra di vedere nemmeno quella specie di gang che ti porti dietro".
"Gang?" Chiesi.
"Si...ti ricordi <<chi si mette contro di lei, si mette contro di noi>>?" Disse.
"Senti cretino vai via" ripetei.
"E se non volessi farlo?" Chiese.
"Vedo che non ti è bastato farti umiliare l'altro giorno" dissi.
I suoi amici risero e lui era in imbarazzo.
Indossavo il mio giubbino di pelle, mi faceva sentire bene, era la mia armatura. Si, lo so, sembro Bella Swan a parlare così.
"Hai ragione, tu hai bisogno di quelli là per difenderti, no?" Disse.
"Vai via ora!" Dissi lentamente, con gli occhi dorati.
"Subito" disse sotto ipnosi.
"E chiedi scusa" dissi.
"Scusa" rispose.
Se ne andò ipnotizzato e nessuno capì come avevo fatto.
"Eccola la nostra guerriera" era Alex.
"Non chiamarmi così" dissi con tono freddo.
"Scusa" disse Alex "lo sappiamo tutti che preferisci little wolf".
"No, non preferisco little wolf, non più" dissi arrabbiata.
Law si avvicinò a me.
"Che è successo?" Mi chiese.
"Mi ha mentito" risposi.
"Perché?" Chiese Tim.
"Non voleva ferirmi" dissi "così ha detto".
"Anche tu hai mentito a Margaret" disse Alex.
"Erano due situazioni diverse" dissi lentamente, con tono arrabbiato e con gli occhi dorati a Alex.
"Wo wo wo" disse Paul " calma!".
Mi ricordò la voce del giorno precedente, ma non era quella.
"Scusa" dissi.
Suonò la campanella ed entrammo in classe.
Ovviamente dovevo sedermi vicino a Beck. Ero arrabbiato con lui, ma continuavo a volergli bene.
Mi sedetti.
La prof ancora non era arrivata.
"Camille" disse Beck dolcemente "io volevo chiederti scusa".
Mi prese la mano, facendo intrecciare le nostre dita. Avrei voluto rimanere così, fermare quel momento, immortararlo con una Polaroid e tornarci quando ne avevo bisogno.
Mi faceva sentire bene, calma, ma capii che la cosa più giusta era lasciare la sua mano.
Non faceva parte del mio mondo. Con la guerra che si avvicinava non volevo ferirlo.
Lui si accorse che lasciai la sua mano a malincuore, per questo la riprese.
Non ce la feci, non ce la feci a lasciarlo andare. Rimanemmo così fino a quando arrivò la prof.
Suonò anche l'ultima campanella.
Mi prese per mano di nuovo e mi portò in un vicoletto dove non passava mai nessuno, c'era solo un muro.
"Posso farmi perdonare?" Mi chiese.
Avrei voluto dire di no, perché sapevo che umani e licantropi non possono stare insieme.
Mi guardava con quegli occhi che mi fecero impazzire la prima volta che ci incontrammo.
"Forse" dissi flebilmente.
"20:30, casa mia" disse.
"Ok" risposi.
Mi accompagnò a casa.
"Allora a stasera" dissi.
"Si a stasera" risposi.
Entrai.
"Sono a casa" dissi.
"Ciao Camille, com'è andata a scuola?" Chiese mia madre.
"Tutto ok" risposi.
"Hai parlato con Margaret?" Chiese.
"No" risposi.
"E con Beck?" Chiese.
"Si. Mi ha invitata a casa sua, posso?" Risposi.
"Si" rispose.
Feci i compiti poi mi preparai.
Avevo bisogno di sentirmi bella per una serata.
Infatti misi un vestito e un po' di trucco.
Mi diressi a casa sua e bussai al citofono.
"Sono Camille" dissi.
"Certo, ti apro" disse Beck.
Aprii la porta, era in giacca e cravatta.
"So che avresti preferito T-shirt e giubbino di pelle" disse lui "ma volevo che fosse tutto elegante".
"No, è perfetto" risposi.
Mi portò in giardino e mi spiegò che la sua famiglia era uscita.
Rimasi a bocca aperta.
Un tendone bianco e luci sul prato, un tavolo di seta nero apparecchiato.
"Wow" dissi.
"Sono stato veramente un cretino" disse.
"Si è vero" dissi ridendo un po'.
Ridemmo entrambi.
Si avvicinò a me.
"Mi perdoni?" Chiese.
"Non dovrei" dissi "sai lupi e umani insieme...non sono la coppia perfetta, ecco. Ma volere e dovere, cuore e cervello, istinto e ragione, sono due cose diverse".
Mi abbracciò, finalmente. Tra le sue braccia mi sentivo così bene.
Ci staccammo, ma non feci in tempo a dire nulla che mi baciò.
"Mi sei mancata" disse.
"Ma se siamo stati lontani neanche un giorno" dissi.
"Mi sei mancata" ripetette.
Mangiammo e poi mi chiese di ballare.
Si avvicinò a me e mi cinse la vita con le braccia. Io lo abbracciai.
Partì, che caso, Fire On Fire.
"Fire On Fire?" dissi.
"Certo" disse lui "è la nostra canzone".
Continuammo a guardarci negli occhi, incantati.
"Ti amo" disse lui.
Accarezzai la sua guancia e al mio dito c'era il suo anello, la corona d'alloro nera.
"Lo indossi" disse.
"Non l'ho mai tolta" risposi.
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You, Me and the Wolves
Werewolf"Se un anno fa mi avessero detto che invece di fare i conti con i bulli, avrei combattuto contro creature sovrannaturali...bhe, non so se ci avrei creduto." (in revisione)