Oath

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Ci dirigemmo al covo dei lupi.
"Buongiorno" disse Azgrid.
"Buongiorno" rispondemmo in coro.
Ero ancora triste per ciò che era accaduto la sera prima.
"Per i corrispondenti di branco...credo che io e Paul staremmo bene...Camille, tu e Josie vi assomigliate tanto...Law con Lek è perfetto...Dylan e Rayn...Tim e Aaron...Alex con Whlei" disse Azgrid "Allora Paul metti una mano sul tavolo e leggi ciò che ho scritto...è il Giuramento"
"Come ha fatto un lupo a sc-" mi chiese Alex.
"Non lo chiedere a me" risposi ricordando la sera prima.
"Ci impegniamo a restare fedeli al vostro branco, per una battaglia, e forse per una vita di guerre" giurò Paul.
"Ci impegniamo a restare fedeli al vostro branco, per una battaglia, e forse per una vita di guerre" giurò Azgrid.
"Perfetto...siamo ufficialmente alleati!" Disse Azgrid.                                                                                            
"Cara" disse Josie "cos'hai?".
"No niente" risposi.
"Ora siamo come sorelle" disse "se hai qualcosa che ti preoccupa puoi raccontarmelo".
Sorrisi. Lei aveva un muso dolce.
"Ho litigato con la mia migliore amica" risposi.
"I litigi sono normali" disse "sai quante volte ho litigato con Lek?".
"Si è arrabbiata perché le ho mentito, perché non potevo dirle che ero con dei Lupi a ufficializzare il fatto che sia diventata un Lupo Mannaro".
"Capisco" rispose "vedrai che le passerà".
"Speriamo" dissi.
"Certo che succederà" disse Law da dietro "ci siamo passati tutti".
"Grazie" mi limitai a rispondere.
"Festeggiamo" e mangiammo un po'.
Ero molto giù così decisi di andare a vedere se Beck fosse tornato.
Bussai alla porta.
"Camille! Che piacere rivederti" disse la madre di Beck.
Era di statura normale, capelli castani scuri e corti, occhi marroni, lineamenti dolci.
"Salve signora, siete tornati quindi?" Chiesi.
"Tornati da dove?" Chiese lei con tono incuriosito.
"Beck mi ha detto che dovevate uscire" risposi.
"No, siamo stati a casa tutto il giorno" disse stranita "Beck è di sopra".
"Si, grazie" risposi.
Entrai e andai sopra. Bussai alla porta.
Mi aprii Beck.
"Mamma quante v- Camille?!" Disse sbiancando "che ci fai qui?".
"Tua madre ha detto che siete stati a casa tutto il giorno, bravo!" Dissi ironica.
Feci per andarmene ma lui mi fermò.
"No, Camille, io..." disse.
"Se non volevi venire, lo potevi dire. Forse vorresti che io fossi normale, ma non lo sono e..." dissi io ma mi interruppe.
"Ehi" mise una mano sulla mia guancia "per me sei perfetta così come sei e te l'ho già detto".
"Sicuro? Veramente non vorresti una ragazza con cui camminare al chiaro di luna senza che lei abbia istinti omicidi?" Chiesi.
"Camille, io ti amo" disse.
"E perché mi hai detto una bugia?" Chiesi "se non ti senti a tuo agio, ti avrei detto io di non venire".
"Io...io non lo so perché l'ho fatto. Non ti volevo ferire" disse.
"Lo hai già fatto" dissi e uscii.
Salutai la madre e andai via.
Volevo correre, sentirmi libera, senza nessuno che me lo impedisse. Andai nel bosco iniziai a correre talmente forte che sentivo i miei occhi diventare dorati.
Corsi, corsi e non capivo più nulla, fino a sentii una voce.
"Camille calma" disse la voce "calmati, respira, reprimi la rabbia".
Iniziai a respirare normalmente, ma non capii di chi era la voce.
Mi resi conto di aver attraversato tutto il bosco, avevo le braccia graffiate dai rami degli alberi.
Percorsi tutto il bosco e rientrai in città.
Vedevo le persone camminare con espressioni tristi. Gli animali impazzivano, i neonati piangevano.
Inconsciamente avevano capito tutti: la guerra stava per iniziare e non sarebbe finita facilmente.


You, Me and the WolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora