why

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Se volevo salvarli dovevo combattere fino alla fine.
Corsi per delle strade deserte in non c'era mai nessuno e non ho mai capito il perché. Da piccoli le chiamavamo "Ghost Streets" , anche perché anche nei dintorni non viveva nessuno.
"Camille" sentii una voce dietro di me "dove vorresti andare, cara?".
Era Ferdinand.
"Tu!" Dissi.
"Io?" Chiese come se non fosse successo nulla.
"Questa non è una visione...lascia andare Adrian" disse decisa.
"Oh, Adrian".
Avanzarono i suoi uomini che tenevano stretto l'Alpha superiore. Era svenuto, privo di forze.
"No, non ti preoccupare...non è morto, o almeno non ancora!" Disse Ferdinand.
"Lascialo andare" dissi e feci brillare gli occhi blu.
"Ehm...fammici pensare...ehm No!".
"Tu non...aspetta cosa?".
"Che c'è?" Chiese Ferdinand.
"Ho già sentito quell'espressione...Sholik!".
"Che? Io non...ragazzina sono Ferdinand! Re della prima tribù di Incroci!".
"No...tu sei Sholik...il suo servo!".
"Servo a chi?".
"Appunto! Ferdinand non si preoccuperebbe mai di come vengono chiamati i suoi uomini! Servi, schiavi, per un tiranno come lui è uguale!" Dissi "che hai bevuto una specie di Pozione Polisucco?".
"Io...ehm".
"Per tutto questo tempo tu sei stato Ferdinand! Oh è quello vero? Ha troppa paura di me?".
"Basta!" Disse una voce "io non ho paura di te".
"Ferdinand?".
"Si...ehi fatemi vedere la nostra cara Camille".
Gli uomini alzarono uno specchio.
"No...non ci credo!" Dissi ridacchiando "il grande e temuto Ferdinand è intrappolato in uno specchio!".
"Chiudi il becco, ragazzina" disse Ferdiand.
"Ma io vi ho visti insieme! Tu e Sholik".
"Cara? Era una visione! Mica la realtà!" rispose "vabbè comunque...attaccate!" Urlò l'uomo nello specchio.
Mi trasformai e riuscii a stendere qualche Incrocio, ma erano troppi.
"Ehilà Ferdinand! Ti sono mancato?" Disse una voce familiare.
"Alex!" Dissi tra un graffio ad un Icrocio e l'altro "non eri in coma irreversibile?".
"Si...quella è una lunga storia".
Eravamo di spalle e di fronte a noi degli Incroci cercavano di ucciderci.
"Ehi Camille" sussurrò "se vogliamo prendere Ferdinand dobbiamo prendere Sholik".
"Capito" dissi.
Insieme eravamo molto forti...insomma, i due Beta più forti del branco di Paul...o ameno Alex lo era.
Altri due uomini reggevano Adrian.
"Bene credo che per il nostro amico sia il momento di fare BUM!" Disse Ferdinand "avanti Sholik".
Gli misero una bomba in mano. Mi chiesi se non era una cosa un po' troppo esagerata.
"Una bomba?" Dissi "seriamente? Che originalità".
"Ingenua! Questa è una bomba allo strozzalupo!".
"Molti dei tuoi uomini sono metà lupi!" Dissi "li ucciderai!".
"Bhe...saranno caduti in guerra!" Disse.
Riuscimmo a fare fuori molti uomini, ne erano rimasti più o meno 5, più quelli che reggevano Adrian e lo specchio.
"Ma che ti abbiamo fatto?" Chiese Alex.
"Oltre ad essere voi, che è molto irritante, il vostro amico mi ha intrappolato qui!" Disse riferendosi ad Alex.
"Vuoi dire che quella volta che Adrian uscii e non tornò più, era andato a sconfiggerti?" chiese Alex.
"Bhe si, in parole povere! E poi quando mi ha intrappolato qui, i miei uomini lo hanno rapito!".
Stendemmo anche gli ultimi 5.
"Bene...ora andiamo! È stato un piacere".
Un uomo fece iniziare il conto alla rovescia della bomba, che però non aveva quella specie di timer sopra. Mi chiesi ancora quando i lupi mannari fossero diventati così tecnologici.
" Dove credi di andare?" Dissi.
Corsi velocemente verso lo specchio e provai a romperlo, sperando così di sconfiggere Ferdinand, ma niente.
"Pensi davvero che sia così facile? Non credi che se fosse bastato un pugno già sarei fuori?" Disse.
Ringhiai per la rabbia.
"Ora allontanatela!" Disse Ferdinand.
"Bene, ragazzina!" disse Sholik "va via".
Cercò di allontanarmi, ma riuscii a colpirlo ed egli svenne.
"E voi? Volete provare?" Urlai agli altri uomini, che non esitarono a scappare, lasciando Adrian e lo specchio a terra.
"Ma che...dove andate?" Urlò Ferdinand.
"Codardi eh?" Dissi.
"Allora...siamo rimasti solo noi" Disse Alex maligno.
"Tanto non potete fare nulla, né contro di me, né per il vostro amico!".
Alex provò ad avvicinarsi a lui.
"No, fermo! La bomba potrebbe scoppiare tra un momento e l'altro" dissi.
"Ma non possiamo lasciarlo così, l'unico a sapere come disattivarla è quello là" Disse Alex riferendosi a Ferdinand.
"Alex! Aspetta, ma se rompessimo lo specchio, lui uscirebbe fuori".
"Probabile" disse "ma come? Non si rompe".
"Così".
Urlai come quando ero nella mia cameretta.
Ferdinand divenne più pallido di quello che già era.
"Aspetta tu..." provò a dire.
Lo specchio si ruppe e si aprii un varco da cui uscì Ferdinand, con le orecchie sanguinanti.
Mi girai verso Alex, era solo leggermente stordito, forse perché non avevo urlato verso lui.
Ferdinand cadde a terra.
Gli corsi vicino.
"Allora, come si disattiva la bomba?".
Dissi arrabbiata.
"Non te li dirò mai".
"Tu me lo dirai altrimenti io-" provai a dire.
"Farai cosa? Sono già in punto di morte" disse.
Ero arrabbiata, arrabbiatissima.
Lo guardai con tutto l'odio che avevo.
"Si, te lo dico subito" disse velocemente , con una faccia spaventata "devi mettere sulla bomba ciò che fa male ai vostri nemici".
Annuii.
Non capii perché me lo disse, se era in punto di morte non gli potevo fare nulla di male, se non abbreviargli la sofferenza.
Chiuse lentamente gli occhi e il suo corpo si dissolse in minuscoli pezzettini che sembravano granelli di cenere.
Era morto.
"Alex! Ha detto di mettere sopra ciò che fa male ai nostri nemici".
"Gli incroci?" Chiese "cos'è che fa male agli Incroci?".
"Oppure i nemici giurati dei lupi mannari, in tutti i film e libri...i vampiri!" Dissi.
"L'acqua santa!" Disse Alex.
"Dove la troviamo ora?".
"Camille! Alex!" Sentii una voce familiare.
"Beck!" Dissi "che ci fai qui?".
"Che è successo?" Chiese guardando la scena "io...io sono appena tornato dalla chiesa con mia madre e poi sono venuto qui per fare una passeggiata da solo, visto che qui non c'è mai nessuno".
"Sei...sei andato in chiesa?".
"Si" rispose.
"Dimmi che hai preso dell'acqua santa".
"Certo, eccola".
Gliela tolsi dalle mani velocemente e la versai sulla bomba, ormai disinnescata.
"Ehi Adrian" dissi cercando di svegliarlo "ce l'abbiamo fatta!".
"Non del tutto, ragazzina" disse Sholik rialzandosi.
Prese il suo pugnale e trafisse la persona a lui più vicina: Beck.
Il ragazzo cadde a terra.
Ringhiai verso Sholik e mi gettai verso di lui.
"Tu! Tu! Come hai osato toccare lui?" Dissi arrabbiata.
Sentivo l'adrenalina a mille e feci solo una cosa: lo graffiai.
Cadde a terra.
Mi girai e vidi Alex che guardava Beck.
Mi avvicinai a lui.
La sua maglietta bianca e la camicia a quadri erano sporchi di sangue: la spada gli aveva trafitto lo stomaco.
Senza dire nulla mi guardava e mi prese la mano.
"Non piangere, Camille" disse "starò bene, sarò il tuo angelo custode" disse un po' ridendo.
"No, non può finire così. Siamo giovani e poi...abbiamo tutta la vita davanti!" dissi ormai tra le lacrime. La mia qualità di non piangere era ormai andata a farsi benedire.
"Camille" disse Alex "forse possiamo portarlo in ospedale".
"E che diremo?" Chiesi.
"Che lo abbiamo trovato così" disse.
"Chiamiamo un'ambulanza" dissi. Se c'era un modo per salvare Beck io l'avrei trovato.
"No, quelle ci mettono troppo tempo".
"E allora com-" provai a dire.
Fui interrotta da un clacson.
"Su che aspettate, salite!" Disse Paul che era al posti di guida.
Non sapevo avessero un pick-up.
Vicino a Paul, c'era Law che mi salutò con la mano.
Dietro, c'erano Tim e Dylan che ci aiutarono a portare Beck sul mezzo.
Rimasi sorpresa da quel gesto, ma non dicemmo sulla.
Rimasi a guardare Beck stringendogli la mano.
"Mi dispiace" dissi "è tutta colpa mia".
"No...ti ricordi quando guardammo Twilight? Che succede nel film?" chiese.
"Nel primo film lei viene ferita" risposi.
"Si, e poi tutto si conclude per il meglio" disse lui.
Sorridemmo entrambi.
Arrivammo in ospedale.
Beck era sul punto di svenire e raccontammo all'infermiera che lo avevamo trovato così.
Lo ricoverarono, anche se non erano molto convinti della nostra spiegazione, e subito lo portarono in sala operatoria.
Arrivarono i miei genitori, i suoi e i suoi amici più stretti.
C'erano anche Margaret, Astrid, Renée e Dustin.
Non dicemmo niente, ma vedendomi in lacrime, la prima cosa che fecero fu abbracciarmi.
Mia madre mi chiese perché ero scappata e io le risposi che sapevo che Beck era nei guai.
Rimasi lì per molto, moltissimi tempo.
Aspettando Beck che uscisse da lì.
Le ore passavano e lui non usciva.
Dylan si avvicinò a me.
"Camille" disse "vedrai che ce la farà, è un ragazzo forte, come te".
"Grazie" dissi e lo abbracciai.
Sua madre era pallida.
Mi sedetti vicino a lei.
"Camille" disse "sai chi ha potuto fare questo a mio figlio?".
"No" dissi.
Uscii un dottore dalla sala.
"Beck è stato operato" disse "si riprenderà, è fuori pericolo ma le sue condizioni sono ancora abbastanza gravi. Lo potrete vedere tra poco".
Mi sentii un po' meglio.
Aspettammo un po' prima di vederlo. Mi sembrarono un'eternità.
Prima entrarono i suoi genitori.
Poi toccò a me, stava ancora dormendo.
Mi sedetti vicino a lui e lo guardai.
I suoi effetti personali erano stati messi sulla scrivania.
Il suo cellulare squillò, era un messaggio.
Lo lessi...era stato preso a quel talent!
Ero così felice.
"Sei stato preso" dissi sperando che sentisse "non ne avevo dubbi".
Gli strinsi la mano.
Era sempre stato lui ad aspettare me in ospedale, ma ora i ruoli si invertirono.
"Te quiero" gli dissi.
Io parlavo spagnolo, lui no, anche se lo voleva imparare.
A quelle due parole aprii gli occhi.
"Je t'aime" disse lui aprendo gli occhi.
"Lo sai che non parlo francese" dissi fingendomi offesa "ma so cosa significa" e lo baciai.
Entrarono anche Paul, Alex, Dylan, Tim e Law.
"Buongiorno eh!" Disse Alex.
"Ehi" rispose.
Vidi i suoi occhi stanchi che sembravano si stessero per chiudere.
Poi il macchinario iniziò a suonare in modo strano. Beck se ne stava andando e sapevo che i medici non avrebbero potuto fare nulla.
Guardai gli altri.
Vidi solo una cosa: Paul che mordeva Beck.

The End

...or maybe not

(the next book is now avaible on my profile)

You, Me and the WolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora