Some Mistakes Get Made

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Mi svegliai di soprassalto, Beck era al mio fianco che dormiva e mi stringeva la mano.
Guardai l'orologio sul muro, visto che io non porto orologi, era mezzanotte.
"Beck!" Lo chiamai "Beck!".
Continuava a dormire.
"Beck" ripetei.
La mia vista cominciò a sfocarsi, ed ebbi un'altra visione.
Questa volta un uomo stava camminando per le strade di Vet City e dietro di lui altre persone trascinano una gabbia.
L'uomo davanti era pallido, aveva le labbra rosse e gli occhi stanchi. Gli uomini dietro gli assomigliavano, ma non tutti. Nella gabbia vidi Adrian che ringhiava contro di lui.
"Oh, Camille!" Disse l'uomo "stai guardando ciò che accadrà tra poco".
"Camille! Camille!" Questa volta era Beck "un'altra visione?" Disse preoccupato.
"Si...è tardi! Devo andare a casa!" Dissi.
"Camille...se succede qualcosa non esitare a chiamare" disse.
"Ti batteresti contro gli Incroci, andando incontro a morte certa?"
"Per farti scappare, certo".
Lo baciai.
"Ora devo andare, però".
"Ti accompagno, è tardi".
"Ok" e mi accompagnò.
Arrivai a casa, mia madre mi aspettava in cucina.
"Camille, finalmente!" Disse "mi hai fatto preoccupare, perché non rispondevi al cellulare?".
Ora mi ricordai che Beck lo aveva messo in silenzioso.
"Era in silenzioso...mamma scusa, scusa tanto, mi sono addormentata".
"Stavo venendo a cercarti".
"Si scusa".
"La prossima volta che..." e iniziò a rimproverarmi.
Andai al piano superiore e mi addormentai.
Il giorno seguente andai dal branco, ma nel covo non c'era nessuno, così decisi di andare dai Lupi.
Entrai nel loro covo.
"Azgrid...per caso sai dov'è il mio branco?".
"Camille, che fine hai fatto?" Chiese.
"Ero...mi sono presa una piccola vacanza" dissi velocemente e in imbarazzo "che cosa è successo?".
"Abbiamo subito un attacco" disse "sono l'unico a non essere rimasto ferito".
"Io...mi dispiace".
"Il tuo branco è in ospedale, il mio da una specie di...curatore".
"Come avete fatto con le ferite...non si notava che erano...anormali?".
"Si, abbiamo detto che sono stati attaccati da animali selvatici".                                                                    Vabbè come in ogni film e serie tv dove ci sono Licantropi, o Vampiri o altre creature.
"Oh" dissi, salutai e corsi in ospedale.
Chiesi all'infermiera dove fossero e mi disse che uno di loro stava subendo un intervento e di aspettare in sala d'attesa.
Mi sedetti e pensai che non dovevo andare da Beck, che forse era meglio lasciarci.
Uscii un dottore.                                                                                                                                                                  "La famiglia della ragazza che abbiamo operato?".
Nessuno rispose.
"Scusi, come si chiama?" Chiesi.
"Lawrence" rispose.
"Io sono l'unica persona che ha".
"Perfetto, entri pure".                                                                                                                                                           Mi meravigliai che facessero entrare chiunque in sala rianimazione...insomma, non sapevano nemmeno chi sono
Law era ancora sotto anestesia, ma le parlai lo stesso, sperando che mi sentisse.
Era piena di graffi e ferite.
"Law" dissi "non so se mi senti, ma ieri sera ho fatto uno degli errori più grandi della mia vita, non sono riuscita a lasciare Beck e sono rimasta con lui. Vi ho abbandonati. È tutta colpa mia, forse sarei riuscita a fare qualcosa. Io non volevo, è solo che...che sto male, tremo e ho visioni strane. Ti prego, perdonami".
Mosse la mano e aprii gli occhi.
"Camille" disse flebilmente "ti perdono, sei la mia migliore amica. È questo che si fa, no? Io sto bene, vai dagli altri".
"Grazie" e andai.
Sapevo chi è che sarebbe stato più arrabbiato...Alex, quindi chiesi di lui.
"Signorina, Alex è in coma irreversibile".
"Cosa?" Dissi.
"Lo vuole vedere?".
"Si, grazie".
Entrai in camera.
Era steso sul letto, i capelli biondi poggiavano sul cuscino e gli occhi verdi erano chiusi.
"Alex" dissi sedendomi "so che non me lo perdonerai mai" gli presi la mano "branco vuol dire esserci sempre e io non ci sono stata. Branco vuol dire che siete la mia seconda famiglia e io non lo sono stata. Branco vuol dire perdonare ed io non l'ho fatto. Però ora ti devi svegliare, senza i tuoi occhi non sarei un lupo e ora ho capito che devo essere fiera di ciò che sono diventata. Io ti chiedo scusa, chiedo scusa a tutto il branco, chiedo scusa ai Lupi e chiedo scusa anche ad Adrian, ma ti prometto una cosa, riuscirò a salvarlo. So quanto ci tenevi a lui e io lo salverò. Se la sono presi con il mio branco, se la sono presa con me e...".
"Camille" mi girai.
"Dylan".
"Non servono i discorsi di scuse".
"Si lo so, ho sbagliato".
"Hai sbagliato? Sei uno dei pezzi fondamentali del branco e ci hai lasciati soli, ci hai abbandonati".
"Lo so, io...".
"Tu cosa?".
"Io vado da Paul".
"Hai anche il coraggio di andare dall'Alpha che hai tradito?".
"Tutti commettiamo degli errori e si devono accettare le conseguenze" risposi.
"Io sono stanco".
"Di cosa?".
"Di essere quello che sta sempre zitto, anch'io voglio dire la mia".
"Non lasciare che qualcuno ti zittisca, Dylan".                                                                                                                    
Chiesi di Paul alla reception, era stato  dimesso e mi dissero che era in caffetteria.
Corsi lì e lo vidi bere un cappuccino.
"Paul".
"Camille".
Mi sedetti.
"Noi dobbiamo parlare" disse "tu ci hai abbandonati".
"Lo so".
"Tu sei molto forte".
"Lo so".
"Credo che la cosa migliore sia che tu non stia più con noi".
"Paul" dissi con la voce tremante "va bene".
Me ne andai e sentii gli occhi cambiare colore, dal mio oro splendente ad un blu notte.

You, Me and the WolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora