Fire On Fire

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Al covo mi insegnarono molte cose, come far apparire gli artigli e le zanne, come cambiare colore degli occhi (anche se già lo sapevo fare) e sfruttare al meglio le mie capacità, come la velocità, l'udito e la vista.
Mi dissero che gli Alpha sanno trasformarsi completamente in lupi, infatti Paul lo aveva fatto.
Dopo la sessione di "allenamenti", tornai a casa. Mangiai, mi riposai, feci una doccia ed era già sera. Dovevo uscire con Beck.
Scelsi tutto e scesi. Salutai i miei genitori e poi aspettai fuori. Nel frattempo parlai tramite Whatsapp con i miei migliori amici che mi ricordava che io dicevo sempre di volere un fidanzato bad boy.
Mentre continuavamo a chattate, sentii il rumore del motore di una moto.
Il ragazzo, con un giubbino di pelle come me, si tolse il casco lasciando intravedere il ciuffo castano ed il volto.
Era Beck: non faceva molto Hardin Scott, ma va bene così.
Digitai velocissimamente "infatti" sulla tastiera e alzai di nuovo lo sguardo.
"Ehi" disse Beck.
"Ciao, bella moto" rispose.
Salii e mi salutò con un bacio sulle labbra.
"Allora si parte, metti il casco" disse lui e sfrecciammo con la moto al ristorante.
Arrivammo, parcheggiammo ed entrammo nel ristorante.
Il cameriere ci portò al tavolo. Era stupendo, su un palchetto in legno.
Una rosa rossa nel vaso e tutto apparecchiato di bianco.
"È bellissimo" dissi.
Mi guardò sorridendo.
Ci sedemmo e ordinammo.
Mentre aspettavano il cibo, mise una mano sulla mia.
Arrossii.
Arrivò il cibo, tutto delizioso.
Per un attimo dimenticai tutto, esistevamo solo io e lui.
Dopo avermi offerto la cena, andammo a fare una passeggiata.
Mano nella mano, come in quei film romantici.
Prendemmo un gelato e continuammo a camminare.
Per strada avevano posizionato delle casse per la musica.
Ci divertimmo. Partirono molte canzoni movimentate e ballammo a ritmo di latino americano.
Poi, partì "Fire On Fire" di Sam Smith.
Misi le braccia intorno al suo collo e ballammo un lento.
Eravamo un bel po' di coppie per strada.
"We're normally killers" pensai ai lupi.
"With this much desire, toghether we're winners" pensai alle parole di Beck, "insieme è più semplice".
Credo che quella era diventata la nostra canzone.
Finita la canzone mi prese per mano e camminammo tra la folla.
"Forse non te l'ho detto stasera, ma sei bellissima" disse.
Sorrisi e arrossii.
Mi baciò prima che potessi rispondere e quando il bacio terminò mi guardò negli occhi accarezzandomi la guancia.
"Together until the end" sussurrò.
"Until the very end" risposi.
Scoppiammo a ridere.
"Ma è vero, le citazioni di libri, film e serie sono le migliori" risposi.
Mi baciò di nuovo.
"Ti amo troppo" disse lui.
"Uh guarda" sentii una voce stridula.
Non ci potevo credere, era Audrey e vicino a lei c'era Joe.
Erano anche loro dei VIP.
In confronto a loro, Helen era una bravissima persona, anche se sua cugina.
Audrey era magrissima, vestita sempre di colori fluorescenti e con tanto di quel blush sulle guance che sembrava essersi scottata. Capelli neri, come gli occhi.
Joe era magrissimo, alto e muscoloso.
Capelli biondo scuro, occhi marroni. Da questa descrizione può sembrare carino, ma vi assicuro che non è un bello spettacolo.
Mi avevano preso di mira un po' di tempo fa.
Lo dissi subito ai miei genitori e professori.
Dopo una bella punizione nei lavori socialmente utili (fu bellissimo vederli raccogliere spazzatura sulle rive del Whail, il fiume di Vet City), i genitori li mandarono in un collegio in Svizzera  perché una volta visti i loro figli con veri occhi, gli vollero dare un'altra punizione.
Non sono una ragazzina rosa e fiori.
Non sono una che  fa quello che gli dicono le altri ragazzini.
Non sono una che piange per un mal di testa o pancia.
Non sono una che mette le frasi d'amore sullo stato o sulle storie.
Sono testarda e determinata, e nessuno e dico nessuno può mettermi i piedi in testa e chi ci ha provato l'ha capito bene.
"La sfigata si è trovata un ragazzo" disse Joe con disprezzo.
Non dissi niente.
Mi avvicinai a loro.
"Camille, aspetta" sentii Beck.
Li guardai bene negli occhi, con gli occhi umani ma con il mio lupo dentro.
"Andate via" dissi.
"E perché dovremmo?" Mi chiesero ridendo in coro.
Mi girai verso Beck.
Mi capii al volo.
"No, Camille, che vuoi fare?" Mi chiese agitato.
Mi rigirai verso quei due con un  sorriso beffardo sulla faccia e gli occhi umani che avevano lasciato spazio agli occhi da lupo.

You, Me and the WolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora