"You're dripping like a saturated sunlight.
You're spilling like an overflowing sink.
You're ripped at every edge but you're a masterpiece,
and now you're tearing through the pages and the ink."
- Halsey
C'era sempre un filo conduttore in tutte le discussioni tra Harry e Louis. Iniziava con un'impercettibile tensione, solitamente scaturita dal non vedersi a causa delle loro carriere, e che alla fine, culminava in una disputa.
Una di queste riguardava la barba di Louis.
Tra un progetto e l'altro, Louis aveva confessato che in alcuni periodi era libero di scegliere il proprio aspetto, per cui quella volta aveva deciso di non rasarsi. Harry aveva mostrato chiaramente la sua avversione per quella scelta, e un giorno, il castano, aveva perso completamente la pazienza. In realtà, quella era solo una scusa, perché ciò che davvero frustrava Harry, era il non poter portare Louis in un locale con lui.
''Quindi non ti sei ancora rasato?'' chiese mentre una mattina Louis usciva dal bagno.
Anche Louis era ugualmente frustrato dalle continue disapprovazioni di Harry. Ormai era diventata una routine, ed il modo in cui finiva, era piuttosto scontato.
''Sul serio Harry?'' sbottò. ''Ti stai lamentato della mia barba quando io ho dovuto sopportare per così tanto tempo la tua*?''
Harry inarcò un sopracciglio in confusione, finché i suoi occhi non diventarono feriti dopo aver capito che Louis si stava riferendo ad Arrienne. Così, incrociò le braccia al petto e uscì dalla stanza, lasciandolo in compagnia del suo senso di colpa.
Era così che le loro discussioni finivano sempre: con l'impertinenza di Louis che aveva sempre la meglio su di lui, costringendolo poi a rincorrere Harry per scusarsi. Quella volta erano a casa del più piccolo, per cui Louis sapeva dov'era scappato. Ogni volta che Harry voleva allontanarsi da lui, si rifugiava sempre nella sala di musica, a pizzicare i tasti del pianoforte, con le parole del castano a risuonargli nella mente.
Harry era sempre piuttosto veloce a perdonarlo, ma il suo sorriso sbucava solo quando Louis tornava da lui, fresco e rasato. E allora il più piccolo gli si avvicinava con un sorrisino, avvolgendogli il viso nella mano.
''Non sono sicuro di chi sia questo ragazzo, ma di certo non sei il mio,'' scherzò, ignorando Louis mentre alzava gli occhi al cielo.
''Hai visto il mio fidanzato? Ha un musone lungo enorme. Non puoi sbagliarti.''
''Ok, adesso puoi anche stare zitto,'' disse Louis, baciandolo di nuovo.
Harry non riusciva mai a portare rancore, e Louis era sempre sollevato di essere capace di farlo sorridere di nuovo. I loro litigi finivano sempre in quel modo.
E quella volta, ad aspettare Harry quando si svegliò, non era una di quelle discussioni.
La porta si aprì lentamente, e Louis intravide Nona portargli una tazza di thé. Gli occhi della ragazza si mossero furtivi sul corpo di Harry a letto, ricurvo nelle lenzuola, dopo una notte piuttosto insonne.
Louis cercò di voltarsi per vedere meglio Nona, ma la sua schiena rigida non glielo permise. Per questo, aspettò che lei si avvicinasse alla parte di letto in cui sui trovava. Era mattina, le prime luci del sole bagnavano il paesaggio di Manhattan. Probabilmente erano le sette, ma Louis non era riuscito a prendere sonno.
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Time Bomb [Larry Stylinson || Italian Translation]
Fanfiction''Esattamente, perché sei qui?'' chiese Louis, fingendo fastidio, ma fallendo miseramente. ''Il mio manager mi ha detto che non posso avvicinarmi a te,'' rispose Harry, gli occhi ancora imbrattati dall'eyeliner della scorsa notte, ''il che fa di te...