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POV CRIS
Ormai erano le cinque del pomeriggio e non avevo voglia di fare niente quel giorno, mi limitai ad accendere la TV in camera mia e guardare'Tutte le volte che ti ho scritto ti amo', su Netflix. In realtà il film è acceso ma non lo seguivo, davanti ai miei occhi continuavano a ripetersi le immagini della mattinata passata assieme a Kevin, era stata strano , non mi ero mai sentita così tanto a mio agio con un ragazzo. Era stato veramente molto dolce, chissà il perché mi ha invitata a fare colazione fuori, ero un po' confusa ma soprattutto stranita, era stata la prima volta che si comportava così di solito aveva un atteggiamento più distaccato, all'inizio non capivo se lo faceva per autodifesa oppure perché si comportava sempre così, ma solo quel giorno riuscì ad intravedere nei suoi occhi la trasparenza delle sue parole.                                                                        Appena abbiamo finito di fare colazione, ci avviammo verso a scuola. Ridemmo e scherzammo per tutto il tragitto e ci dividemmo solo quando mi accompagnò vicino alla mia classe. Fu il primo giorno in qui andai a scuola sorridendo, senza aver il timore di incontrare Cameron o Susan.

Il film era ormai finito ma non avevo seguito nemmeno cinque minuti di esso, decisi di spegnerlo e di andare nel mio posto segreto, era da un po' che non ci andavo più e ne avevo veramente bisogno. Presi il mio diario segreto dal cassetto, assieme a una penna, mi preparai ad uscire e mi avviai verso la mia meta.

Dopo poco tempo mi ritrovai nell'unico posto dove mi sentivo veramente viva, mi sedetti sulla spiaggia, che era leggermente fresca essendo fine novembre, ed aprii il mio diario su una pagina nuova, avevo voglia di sfogarmi, avevo veramente bisogno di scrivere.

Iniziai a scrivere :

'Ci sono cose che vorrei dire, ma a parole non so come fare. Mi sento rinchiusa in un mondo che non mi appartiene, in un mondo dove tutti sanno dove andare mentre io non so cosa fare...'

Alzai la testa e presi in mano il mio telefono mettendo la canzone di 'Perfect' di Ed Sheeran, adoravo quella canzone, e mi diede l'ispirazione per continuare a scrivere.

'Ma con la musica il mondo scompare, mi da la possibilità di potermi rifugiare dall'inferno che ho dentro, e che mi stava facendo morire... '

Alzai lo sguardo verso l'orizzonte e mi persi nei miei pensieri, fino a quando non mi arrivò un messaggio.
Guardai il display del mio cellulare e notai che era Maya, solo in quel momento notai che ero stata veramente stupida, con tutto quello che mi era successo non ero riuscita a ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per me, così decisi di chiamarla. Finalmente dopo il terzo squillo rispose.
-'Hey', disse allegramente, e non riuscì a fare a meno di sorridere.
-'Ciao, come stai?' risposi.
-'Bene, ti volevo chiedere se ti andava di accompagnarmi a fare shopping domani pomeriggio', mi chiese nervosa.
-'Ehm.. Si perché no', ero contenta di passare con lei un po' di tempo, almeno riuscirò a ringraziarla come si deve.
-'Ok allora domani dopo scuola andiamo in centro, prenderemo qualcosa da mangiare fuori. Preparati a uno shopping sfrenato amica mia', disse ridendo per poi riattaccare subito dopo. È bello vedere che basta poco per renderla felice.

Decisi di avviarmi verso casa, così richiusi il mio diario, e mi diressi verso casa. Durante il tragitto notai Cameron che stava camminando verso la mia direzione mentre scriveva un messaggio al telefono non notando la mia presenza, in quel momento il panico mi travolse.
Aumentai il passo sperando che non notasse la mia presenza ma purtroppo le mie preghiere andarono a farsi benedire.
<<Hey Cris>>, si fermò leggermente davanti a me, io feci finta di niente e continuai a camminare fin quando delle mani non mi strinsero i polsi e mi fermarono, ma stranamente non mi faceva male, anzi era così delicato come se fossi una piuma e avesse paura di rompermi.
Mi girai scrutando la figura del ragazzo dagli occhi color nocciola che era posizionato difronte ai miei occhi.

<<Posso parlarti un'attimo? >>, mi chiese dolcemente, passandosi la mano, che poco prima aveva in tasca, tra i capelli. Era stranamente nervoso e non riuscivo a comprendere il suo comportamento, non è mai stato così sensibile, anzi non mi ha mai parlato così gentilmente da dopo il litigio delle nostre famiglie.

<<Mi vuoi parlare? Ma sei serio?? Prima mi mandi in coma e poi mi vuoi parlare, (una risata isterica fuori uscì dalle mie labbra, mentre le immagini di quel giorno mi passavano davanti agli occhi mandandomi in panico, non mi fidavo di lui), addio Cameron>>, dissi per poi voltarmi e continuare a camminare, fin quando la sua mano non mi blocco ancora il polso.
<<Lasciami, non mi toccare>>, dissi staccando la mia mano dalla sua presa.
Alzai gli occhi e involontariamente incrociai il suo sguardo, aveva gli occhi lucidi e arrossati, si capiva che aveva appena bevuto, e parecchio.
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata mentre iniziai ad indietreggiare impaurita, non sapevo cosa fare.

<<Non devi aver paura di me, ti prego, non guardarmi così>>, disse facendo un passo in avanti.

<<Non dovrei aver paura di te? Ma ti senti? Cazzo sono stata in coma per colpa tua in quel cazzo di ospedale te ne rendi conto? Sei... Tu.. Se..>>
<<Sono un mostro>>, mi interrompe abbassando lo sguardo verso terra.
Lo osservai per alcuni minuti in silenzio, fin quando non vidi delle lacrime rigargli il volto per poi cadere a terra.
Non potevo credere ai miei occhi, Cameron Dallas stava veramente piangendo davanti ai miei occhi.

<<No.. Non volevo dire questo>>, cercai di  rassicurarlo, non sapevo nemmeno io il perché, infondo se lo meritava per tutto quello che mi aveva fatto, ma non mi piaceva vedere le persone soffrire, perchè so cosa si prova e nessuno meriterebbe di stare così male.

<<Invece si, era proprio quello che volevi dire, me lo ha detto pure mio fratello e ha ragione. Me la sono sempre presa con te senza ragione per delle cose in qui non centravi. Sono un mostro, sono un cazzo di mostro>> continuava a ripetersi la stessa frase, mentre inizio a dare pugni a un albero che era vicino a noi.

<<Ascoltami>>, gli dissi prendendoli il braccio.
<<Non sei un mostro, sei stato un coglione si e mi hai reso la vita un inferno ma non sei un mostro, adesso sei ubriaco, non sai nemmeno cosa stai facendo. Vieni con me a casa che ti disinfetto le ferite, se no rischi un infezione>>.

<<Perché?>>, disse semplicemente.
<<Perché cosa?>>, gli domandai confusa.
<<Perché sei così gentile con me, mentre io sono sempre stato stronzo con te. Perché?>>
<<Semplicemente perché nessuno si merita di soffrire così, e io lo so proprio perché l'ho provato. Adesso basta fare domande. Dai andiamo>>, dissi mentre iniziammo a dirigerci verso casa mia.
Spero che i miei non siano neancora tornati, perché se no non saprei proprio come spiegargli tutto ciò.

AVVISO:

Spero vi piaccia il nuovo capitolo. Scrivetemi nei commenti cosa ne pensate ☺️

I will stay until your SmileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora