Capitolo 4

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Dopo quelle parole, Tom prese in mano alcuni fascicoli e in un attimo si mise a sedere davanti alla ragazza che in quel momento aveva uno sguardo del tutto smarrito.

"Allora John..." iniziò Tom un attimo più tardi, mentre si era messo a scrivere a macchina. "Mi stava dicendo che la ragazza in questione si chiama Lawrence Taylor ed è sua sorella."

"Esatto." Rispose a quel punto l'uomo con uno sguardo decisamente cupo. Perché Lawrence era sempre stata così avventata in ogni suo gesto? Dannazione!

In quel momento Tom continuò a scrivere, nel mentre la ragazza stava iniziando a sbuffare spazientita.

"Che c'è?" Le domandò infatti suo fratello, ma con una tonalità di voce piuttosto arrabbiata. "Che succede?"

"Voglio andarmene via da qui!"

"No, adesso non si può." Lawrence alzò gli occhi al cielo e John per reazione, le lanciò un'occhiataccia.

"Va bene, ho capito."

Detto ciò, Tom stilò un verbale scritto a macchina e in un attimo, lo formalizzò assieme a John che poi in un attimo ci fece uno scarabocchio irriconoscibile che rappresentava la sua firma.

"Bene." Rispose John alzandosi dalla sedia invitando Lawrence a fare lo stesso. "Adesso dobbiamo andare."

"Quanto tempo dovrò stare in prigione?"

"Non lo so tesoro mio, tutto questo dipende dal giudice, ma cercherò comunque di farti avere gli arresti domiciliari, ok?"

"Grazie."

Detto ciò, la ragazza venne portata fuori dalla stanza evitando in un attimo le manette per non spaventarla e John l'accompagnò personalmente in carcere dove potè constatare con i suoi stessi occhi che la giovane stesse bene e che potesse stare in una stanza da sola.

Una volta che l'uomo constatò con i suoi stessi occhi che la situazione era totalmente sotto controllo, se ne ritornò a casa, dato che a quel punto la giornata lavorativa era finita.

Quella sera l'uomo era veramente provato e aveva assolutamente bisogno di rilassarsi il più possibile visto che ancora una volta sua sorella lo aveva destabilizzato completamente!

Ma come aveva fatto a ricascarci senza pensare a tutte le conseguenze che essa comportava?

Tanti anni prima, quando la giovane donna era stata incriminata per la prima volta, aveva capito che grande casino fosse immischiarsi con la droga, spacciarla agli altri, tenerla abusivamente... restare rinchiusa in carcere per molto tempo, stare a contatto con le detenute che avrebbero potuto darle fastidio.

Perché non ci aveva pensato prima di agire d'impulso ed essere nuovamente nei guai?

Non c'era nessuna logica pensò in maniera continua, nel mentre si versava un sorso di vino rosso nel bicchiere di vetro.

Nel frattempo, i gemelli Floyd e Light Knight rimasero al Distretto in quanto avevano ancora varie faccende da sbrigare e Tom con il loro aiuto teneva sotto controllo il malvivente che qualche ora prima aveva tentato di scappare nonostante non ci fossero molte vie di fuga.

Quell'uomo era veramente incredibile e Tom che era il Vice Capo aveva l'obbligo morale di sorvegliarlo senza che trasgredisse in un qualche modo la legge.

Dopo almeno un'ora e mezza di infinite scartoffie e indagini varie svolte nel migliore dei modi, anche Tom raggiunse la sua abitazione e in un attimo si incontrò, o meglio scontrò immediatamente con i suoi due nuovi coinquilini che in quel momento stavano uscendo di casa: Harrison Hubert e Daniel Hollerer, fidanzati ormai da diverso tempo.

"Ciao ragazzi, dove state andando?" Domandò per poi inarcare un sopracciglio curioso.

"Ohi, Tom." Rispose Daniel con un piccolo sorriso. "Andiamo a cena fuori. Festeggiamo il compleanno di un nostro amico di vecchia data e allora..."

"Oh, beh allora buon divertimento!" Sorrise il biondo per poi passarsi una mano tra i capelli arruffandoseli. "A domani ragazzi."

"Ciao."

Una volta che i due ragazzi furono usciti, Tom si mise a preparare una cenetta leggera, ma semplice con l'idea di andare poi a dormire immediatamente.

Quel giorno era stato veramente peso ed altrettanto sfiancante; dunque Tom necessitava di una dormita lunga e riposante.

Dopo aver mangiato, Tom mise a posto la cucina, lavando meticolosamente ogni oggetto utilizzato per poter cucinare grazie all'acqua e al sapone per i piatti e una volta che finì, spense la luce della cucina e si avviò in camera da letto con la testa piena di pensieri.

In quel momento però il campanello di casa si mise a suonare, tanto che il ragazzo per un attimo sobbalzò non aspettandosi di certo che a quell'ora qualcuno potesse andarlo a trovare.

Ma di chi si poteva trattare?

Nel mentre Tom ci stava pensando, all'improvviso sussultò: difronte a lui infatti c'era nientemeno che... John in persona. Ma come aveva fatto a sapere il suo indirizzo di casa?

Doveva essere un mago e non lo sapeva!

John&Tom ~ Due ragazzi a Parigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora