Capitolo 6

367 15 38
                                    

Nel mentre la sorella più piccola di John, Lawrence, chiamata anche Law, stava dormendo, Tom Jackson accompagnò lentamente John Taylor alla porta di casa.

"Allora grazie per la magnifica serata e... la birra che mi hai offerto." Disse il più grande con un sorriso molto dolce. "Davvero, ti ringrazio infinitamente per tutto."

"Non c'è di che John, anche se... prima che tu te ne vada, mi freme sapere una cosa a cui non hai ancora risposto."

A quelle parole il più grande capì al volo dicendo: "Vuoi sapere il come ho fatto a trovare casa tua, vero?!"

"Esatto, hai centrato il punto." Sorrise gioioso. "Come hai fatto a trovarmi con così tanta facilità?" Domandò per poi incrociare immediatamente le braccia robuste con uno sguardo piuttosto serio, ma anche decisamente divertito, curioso e malandrino.

"È semplice; ti ho cercato attraverso l'elenco telefonico!" Sorrise mostrando poi un sguardo piuttosto malizioso.

"Mhmm." Rispose a quel punto Tom con uno sguardo piuttosto ridanciano, come se in quel momento non ci credesse per niente a quella versione appena fornita.

"E per un caso fortuito c'era solo il tuo nome."

Dopo quelle parole, Tom lo guardò con un sorriso davvero stupito per poi dirgli ciò che pensava da un bel pò. "Ma credi davvero di prendermi in giro?!" Rise. "Se davvero avessi guardato l'elenco telefonico come dici, dovresti sapere benissimo che non ci sono solo io, dato che ho una serie di omonimi che però vivono da altre parti di Parigi!"

A quelle parole, John gli sorrise per poi alzare le mani in segno di assoluta resa. "Va bene, va bene, mi arrendo, hai vinto tu! Ho telefonato ai gemelli Light e Floyd per chiedergli se sapevano il tuo indirizzo in quanto avevo assolutamente bisogno del tuo aiuto per le indagini e loro dopo varie titubanze me lo hanno riferito, sperando che tu non ti arrabbiassi con loro."

"Ecco, adesso ci credo!" Disse per poi scoppiare subito a ridere seguito a ruota da John che percepì l'animo decisamente più calmo, leggero e sereno. "Comunque non è un problema." Sorrise emozionato. "Stai tranquillo, davvero. Se hai bisogno di parlare adesso sai dove sto."

"Grazie Tom. Allora ci vediamo domani al lavoro."

"Certo! A domani John."

Una volta che il biondo si chiuse la porta alle spalle, in un attimo si ritrovò seduto sulle gambe con le mani tra i capelli e il cuore a mille; il suo Capo Jonathan Taylor a casa sua? No, non era possibile! Doveva essersi sognato tutto quanto, non c'era nessun'altra spiegazione!

Con quel pensiero in testa, in un attimo Tom se ne andò a dormire, non prima di essersi versato un pò di acqua dentro al bicchiere; la gola si era decisamente seccata e lui non riusciva più a ragionare lucidamente; John appunto gli aveva fatto tremare le gambe e il cervello stava letteralmente andando in pappa.

Perché un effetto del genere?

Non era certamente da lui che prima di buttarsi a capofitto in una relazione, ci pensava e ci rifletteva fino allo sfinimento, provando a pensare da una parte a tutte le conseguenze che ne ricavava, ma anche alle cose belle che avrebbe potuto vivere.

E poi... beh, dopo il suo segreto... no, doveva reprimere il prima possibile tutti i suoi sentimenti per John era l'unica cosa sensata da fare, già.

Ma John Taylor che cosa ne pensava di tutto ciò?

Con tutte quelle domande che aleggiavano nel loro cuore, in quei lunghi istanti John montò in auto per potersene tornare a casa, una dimora non molto lontana dal loro luogo di lavoro, dove una volta che varcò la soglia della porta, si soffermò a riflettere sulla lunga conversazione avuta con Tom e la sua disponibilità nel cercare a tutti i costi la verità.

Beh, non poteva che esserne più che felice per il suo aiuto dato che il biondo platino era veramente efficiente nel suo lavoro e le idee "cattive" che si era fatto su di lui fin da subito credendo di essere preso in giro solo perché era un Vice Capo più giovane di lui, in poche ore erano totalmente svanite, essendosi ampiamente reso conto del fatto che lo aveva giudicato male e decisamente troppo in fretta!

Le apparenze molte volte ingannavano e John da quel momento voleva imparare ad essere meno stronzo, ma soprattutto acido ed essere più gioviale con chi incontrava nel suo cammino, senza crearsi e creare problemi di nessun tipo perché infondo non poteva sapere che cosa poteva accadergli nella vita e scoprirlo era sicuramente una cosa da prendere in seria considerazione.

Con quegli altri pensieri in testa anche lui se ne andò ben presto a dormire e in un attimo, avvolto dai dolci pensieri che stava continuando a fare sul suo nuovo e decisamente affascinante Vice Capo Thomas Jackson, nato a Londra circa ventinove anni prima, venne completamente catturato da Morfeo.

John&Tom ~ Due ragazzi a Parigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora