"Non mi devi ringraziare piccola. Sei tutto quello che mi rimane della nostra famiglia e se restiamo uniti, possiamo affrontare qualunque cosa!"
"Grazie Johnny: davvero!"
John sorrise. "Mangiamo?"
"Sì." Sorrise a quel punto Lawrence più felice di qualche secondo prima. "Questa frittata ha un aspetto molto invitante. Devo dire che come cuoco non ti ci vedo male... il tuo Tom è davvero un uomo molto fortunato!" Disse per poi strizzare l'occhiolino e ridere divertita, soprattutto per l'espressione del fratello.
"Ancora con questa storia?! Te l'ho già detto tra me e a Tom Jackson non c'è stato nulla!"
"Sì, sì! Certo; come no!" Sorrise felice.
"La vuoi piantare? Non sei mai stata così insistente!"
"Forse perché le altre volte non ho mai notato nei tuoi occhi così tanto interesse? Si vede bene che tra di voi c'è molta intesa e onestamente non capisco perché non ti sei ancora fatto avanti! Merlino lo avessi io un tipo bello, serio e per bene che mi guarda così!"
John la guardò: "Ok, adesso finiamola qui, mh? Tra poco arriverà la guardia carceraria a controllarti e poi inoltre Arnold mi deve una spiegazione del perché mentre era con te a farti compagnia se ne è andato!"
"Ma lui..."
In quel momento Lawrence non fece in tempo a dire qualcosa che il campanello suonò con insistenza.
A quel punto dunque, il Capitano John Taylor andò ad aprire alla porta e la guardia carceraria assieme al collega di fiducia di John, appunto Arnold entrarono dentro, varcando la porta di casa.
"Eccovi, prego; accomodatevi pure in salotto."
Una volta che Arnold e la guardia carceraria presente arrivarono in salotto, Lawrence fece un piccolo sorriso ad entrambi e John si mise accanto alla sorella.
Dopo che la guardia carceraria annotò tutto sul suo taccuino e confermò che Lawrence era in casa e non aveva trasgredito nessuna regola impostale, se ne andò lasciando Arnold con John e sua sorella, in quanto il primo gli voleva parlare urgentemente.
Appena i tre rimasero soli, Taylor gli lanciò un'occhiata poco rassicurante, tanto che l'uomo iniziò a sentirsi in colpa, anche se... in realtà non era tutta colpa sua.
Ma di che cosa stiamo parlando?
"Credo che tu Arnold mi debba una spiegazione, mh?"
"John io..."
"Tu?!" Domandò con rabbia.
"Mi dispiace, non avrei dovuto lasciar sola Lawrence per nessun motivo, è solo che..."
"Cosa? Che cosa c'era di più importante?!"
"John per favore smettila!" Intervenne a quel punto la ragazza per poi portarsi indietro una ciocca di capelli. "Arnold non ha colpe, sono io che ho sbagliato!"
"Cioè?!" Domandò scioccato a quel punto l'uomo. "Perché dici questo? Che cos'è successo?"
"Mi sono ubriacata prima, ricordi? E poi mi hai trovata con una bottiglia in mano che mi hai tolto subito..."
"Sì."
"Ecco, in realtà ti ho detto una bugia. Quella bottiglia non era nostra e puoi immaginare anche che non l'ho mai trovata in frigo."
"Difatti non ci ho mai creduto tesoro, visto che io stesso non l'ho comprata e tu non sei mai uscita di casa, ma ho lasciato perdere la faccenda inizialmente perché volevo capire al meglio la faccenda in un secondo momento e adesso mi sembra proprio che sia arrivata l'occasione più pertinente, non credete?" All'annuire dei due, John continuò dicendo: "Allora? Mi vuoi spiegare meglio, anzi mi volete spiegare tutti e due che cosa è successo?"
Lawrence sospirò. "Come sai Arnold è venuto qui per stare assieme a me e farmi compagnia come tu hai richiesto, nel mentre eri impegnato con la spesa."
"Eh e allora?"
"Allora..." riprese a parlare a quel punto il ragazzo, molto amico di John. "Io mi sono portato dietro una bottiglia fresca di vino rosso perché pensavo che così Lawrence avrebbe potuto attendere quel margine di tempo con un po' più di serenità, anche per alzarle un po' il morale. Solo che... dopo un po' che avevamo iniziato a bere, Laurie ha un po' a esagerato con le bevute... ed io allora ho cercato di fermarla, solo che...."
"Che?!"
"Ero esattamente come mi hai trovata..." ammise a quel punto la giovane. "E Arnold allora ha pensato di chiamare qualcuno perché mi aiutasse."
"E poi che è successo? Perché te ne sei andato via? Non capisco..."
"Ho chiamato aiuto perché in un primo momento Laurie sembrava non reggersi in piedi e infatti credevo che stesse male. Dunque dopo aver chiamato un'ambulanza al loro arrivo sono sceso giù per dirigere il personale medico verso il vostro appartamento e a quel punto l'equipe dopo varie accuratezze ha constatato che Laurie non avesse bisogno di essere portata in ospedale, ma solo di un po' di riposo."
"Vi hanno rilasciato qualcosa? Un certificato?"
"Sì, eccolo. Il medico ci ha lasciato questo perché ha prescritto delle medicine per il mal di testa che sarebbe potuto arrivare dopo qualche ora."
"Mh." Rispose a quel punto John per poi guardare il foglio con molta meticolosità ed altrettanta serietà.
"Quando poi siamo rimasti soli..." riprese il ragazzo. "Poco dopo sono stato chiamato dal lavoro per seguire un criminale e a quel punto sono dovuto andar via, però..."
"Sei stato un vero incosciente, ecco tutto!"
Dopo quelle parole Arnold abbassò lo sguardo decisamente dispiaciuto.
Ma come andrà a finire tra di loro?
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John&Tom ~ Due ragazzi a Parigi
RomantikTom è un ragazzo sempre sorridente che ama la vita nonostante tutto. Un giorno e per caso, un uomo più grande di lui si imbatte nella sua strada e nulla sarà più come prima: ma di che cosa stiamo parlando? 2019.