Ettore dormiva ancora profondamente. Sognava le meravigliose vacanze trascorse in montagna. Sognava la campagna in cui era nato e dove provava quella sensazione di libertà e spensieratezza che lo rendeva veramente felice. Sognava la mamma, le due sorelline e il fratellino che giocavano e correvano con lui.
Mosse una zampa e ululò nel sonno. Chi si immaginava che una semplice gita al parco potesse diventare così faticosa?
Il cucciolo era ancora deluso per essersi lasciato sfuggire quella cagnetta con in bocca quello che sarebbe dovuto diventare il suo pranzo.
"L'avrà già divorato, mentre adesso io muoio di fame" pensò con gli occhi ancora avvolti dal torpore. Quando riprese i sensi, sentì sotto di sé qualcosa di soffice e fresco. Pensando di sognare ancora, non aprì gli occhi. Però, ad un certo punto, un forte rumore lo svegliò. Sembrava un abbaio, ma Ettore non riuscì a distinguerlo con chiarezza. Le sue orecchie non funzionavano bene come al solito e il suo naso era come se fosse tappato da una molletta. Era ancora stordito per via della corsa sfrenata.
"Oah... che bella dormita... ma, dove sono? Emma, dove sei? Aiuto! Aiuto! Qualcuno riesce a sentirmi?" gridò il povero cucciolo spaventato.
Infatti non si trovava più nel parco... ma in un luogo sconosciuto. Le nuvolette bianche su cui era adagiato sembravano zucchero filato e un vento impetuoso come non lo aveva mai sentito lo investì. Sarebbe caduto se non avesse piantato tutte e quattro le zampe nella soffice superficie della nube.
Si acquattò in un angolo uggiolando disperato sperando che qualcuno lo vedesse. Aveva bisogno di spiegazioni, di molte spiegazioni. Stava forse ancora sognando? Ma se quello era un sogno, sembrava così reale... Ettore provò a pizzicarsi il muso, e si accorse che ciò che si ritrovava davanti al muso era tutto vero. Guaì appallottolandosi a riccio.
Improvvisamente le sue orecchie si aprirono e il suo naso riprese a funzionare nel modo corretto. Il cagnetto alzò il muso e cominciò a fiutare: quanti odori interessanti e sconosciuti gli giungevano alle narici. Ma lui aveva troppa paura per muoversi.
Passarono alcuni minuti, poi Ettore vide un'ombra avvicinarsi e parlargli: "Ciao, cagnetto affamato. Ecco la tua carne".
Ettore, scosso, capì che era la bella cucciola di labrador color champagne che aveva visto al parco. Sulla testa aveva un fiorellino azzurro come i suoi profondi occhi. Eppure non era la stessa... Sulla schiena aveva due grandi ali che la sorreggevano e le permettevano di librarsi nell'aria.
Incredulo, si strofinò gli occhi ed esclamò: "Ma tu chi sei? E dove mi trovo? E perché mi hai rubato la bistecca?".
La cucciola, che osservava attentamente il cagnetto mettendolo un po' a disagio, gli rispose: "Mi chiamo Sissi e sono un cane dei venti. Non hai mai visto un cane con le ali, vero?". Ettore scosse la testa.
Sissi continuò: "Qui siamo nel Regno dei Venti. Sono venuta sulla Terra per cercare qualcuno che mi aiuti a salvare questo mondo. Ho capito che tu sei il cucciolo che fa per me".
Il cagnetto, sempre più preoccupato, le rivolse la parola tremando: "Io... io mi chiamo Ettore e sono un normale beagle terrestre senza ali. Perché hai scelto proprio me? Sono solo un cagnolino indifeso... Perché non uno grosso e potente?".
Sissi disse: "L'età e le dimensioni non contano. Anch'io sono una cucciola piccola come te. Ma insieme possiamo farcela. Tu hai le qualità per salvare il Regno dei Venti: sei coraggioso, intelligente, leale e amante dell'avventura. Nessun cane grande ha queste doti. Infatti questi, apparentemente grossi e cattivi, si lanciavano sulla carne, ma appena arrivavo scappavano via impauriti. Tu, invece, non ti sei mai arreso. Puntavi solo all'obiettivo: la bistecca".
Ettore era impressionato dalle parole della bella Sissi. Ripensò con tristezza al pastore tedesco che era stato così cattivo con lui. Chissà perché si era comportato così. Il docile cagnolino non riusciva a capirlo.
Poi si rivolse a Sissi: "È incredibile. Gli altri cani mi terrorizzano sempre. Abbaiano e abbaiano, e con parole dense di odio mi cacciano via. Nei miei nove mesi di età non ne ho mai visto uno tirarsi indietro con la coda tra le gambe. Come mai vedendo te si spaventano tanto?".
"Io sono diversa. Sconosciuta. Misteriosa. Nessun cane terrestre si può avvicinare a me, se dentro al cuore presenta solo avidità e disprezzo. Ma tu sei diverso. Sei speciale. Hai un cuore mite. Sei pronto ad aiutare chi ha bisogno di te. È da un po' di tempo che ti osservo. Ho sempre ammirato il tuo modo di comportarti. Gli altri si fidavano di te e tu ti fidavi di loro, in ogni momento" rispose Sissi con un dolce sorriso.
Ettore, più calmo, capì di essere al sicuro con lei e affermò: "Hai ragione. Fin da quando sono nato, mi dicevano che ero diverso. Ma io non ci credevo. E ora eccomi qua. Ma... cos'è successo al Regno dei Venti? Perché lo devo salvare? A me sembra così tranquillo!"
Effettivamente, intorno il paesaggio era incontaminato: non sembrava che qualcuno avesse devastato quella terra.
Ma Sissi rispose: "È solo l'apparenza, mio caro... Alcuni anni fa, prima che io nascessi, due mostri di nome Storm e Scarlett hanno invaso il nostro regno e ora seminano morte e distruzione. È troppo tempo che viviamo nel terrore e io, da sola, non sono in grado di sconfiggere quei terribili nemici. Ho bisogno del tuo aiuto. Ettore, questo è il tuo destino!". Il suo tono non era più dolce e rassicurante.
Ettore, nuovamente preoccupato, le disse sottovoce: "Moriremo tutti?".
"È possibile, ma non è detto".
Il cagnetto, teso, pensò ad Emma e cominciò: "Ma i miei padroni si preoccuperanno se non ritorno...".
"Noi non abbiamo padroni. Siamo liberi. Nessuno ci può comandare. L'avventura è l'unica guida. Non puoi tirarti indietro. Tu sei il prescelto!". Ettore rimase a bocca aperta. Avrebbe voluto parlare nuovamente, ma il tono di Sissi non ammetteva repliche.
Fece un respiro profondo, riflettendo sulle parole della graziosa cucciola. Il suo discorso l'aveva convinto: il desiderio di libertà gli scorreva nelle vene e per nulla al mondo si sarebbe tirato indietro.
Fissò i suoi occhi di smeraldo in quelli blu di Sissi, per poi dire: "Sono pronto! Anche se questo potrebbe segnare la mia fine, ti aiuterò a salvare il Regno dei Venti e i suoi abitanti. Hai ragione. Sono nato per l'avventura e nessuno mi potrà fermare!".
"Bravo, hai fatto la scelta giusta. Presto! Indossa questo jet-pack e vola con me!" esclamò Sissi porgendogli uno zainetto celeste con delle ali di metallo che permettevano di alzarsi in volo.
Il cucciolo non aveva mai visto nulla di simile. Aveva sempre pensato che il volo fosse riservato a creature come piccioni e passerotti. A loro le ali servivano per salvarsi la vita librandosi leggiadri nel cielo lontani dai gatti cattivi e dai cuccioli giocherelloni che cercavano di tirar loro le penne della coda. Invece ora anche lui era divenuto uguale ad un passero che vola facendosi trasportare dal vento. Pensando a ciò, indossò il jet-pack e partì felice in compagnia della sua nuova amica.
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Ettore nel Regno dei Venti
Fantasy"Noi non abbiamo padroni. Siamo liberi. Nessuno ci può comandare. L'avventura è l'unica guida. Non puoi tirarti indietro. Tu sei il prescelto!". Ettore rimase a bocca aperta. Avrebbe voluto parlare nuovamente, ma il tono di Sissi non ammetteva repli...