8 ~ L'inizio di una nuova vita

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"Sbrigati Ettore! Guarda che ti sto di nuovo battendo!" gridò Chiara sfrecciando a tutta velocità dentro a una pozzanghera. Lucia la seguiva. Intanto Romeo osservava i dintorni cercando il fratello. Ettore li guardava ansimando da dietro un arbusto rigoglioso.

C'era molta allegria in quella fattoria di Vicolungo. Due mesi prima, una giovane beagle aveva partorito quattro teneri cuccioli. Chiara era la più scatenata. Amava correre e nessuno le stava dietro. Lucia era dolce e sensibile. Le piaceva saltare tra i verdi cespugli. Romeo, il più piccolo, stava sempre attaccato alle sorelle maggiori. E poi, ovviamente, Ettore. Quando giocavano, lui doveva inseguire i fratelli che lo distanziavano sempre. Nonostante ciò, si trovava bene in quella famigliola.

~•~•~

Durante la sera si inoltravano nella campagna, in cerca di bocconcini da sgranocchiare.

"Vedete, cuccioli, prima che gli uomini ci rendessero animali domestici, noi cani eravamo abili cacciatori" spiegava la madre ai piccoli che fiutavano ovunque.

"Ma i beagle possiedono ancora un fiuto eccezionale...". Stava ancora parlando quando Chiara tornò con un leprotto tra i denti.

"Hai ragione, mamma. Hai visto cosa ho catturato tutta da sola?". Scodinzolò allegra stringendo sempre più il coniglietto.

"Guarda cosa hai combinato!" intervenne Ettore guardando il povero animaletto.

"Oh, tu sei proprio un guastafeste, fratellino" brontolò Chiara. E si azzuffarono. Lucia si mise in mezzo a loro abbaiando. Intanto Romeo guardava da dietro le spighe di grano. La fascia blu che aveva sul capo svolazzava accompagnata dal vento.

Quando smisero di litigare, Chiara sbuffò e si nascose, offesa. Il suo fiocchetto viola era tutto strappato. Ettore e Lucia tornarono tra i campi a caccia di ossi e avanzi di cibo di altri animali.

~•~•~

Quando sopraggiunse l'oscurità, la voce della madre richiamò dolcemente i cagnetti.

"Mamma..." esclamò Ettore accoccolandosi accanto al caldo corpicino di Lucia. La madre lo guardò.

"Sono tanto fortunato qui con voi. Adoro l'erba alta nella quale posso correre felice, giocando a nascondino. Adoro l'aria sulla pelliccia, le fresche pozze d'acqua, l'odore della campagna. Vorrei che tutto questo non finisse mai".

La mamma gli leccò delicatamente il muso dicendogli: "Dormi, tesoro. Non temere. Anche quando saremo lontani, sappi che io ci sarò sempre".

Lucia si svegliò e si strusciò addosso al fratellino e, insieme, si riaddormentarono.

~•~•~

Il giorno successivo fu un giorno importante. Ettore si svegliò presto e si stiracchiò. Poi scosse i fratelli che dormivano placidamente.

"Ettore, rimettiti a dormire. È ancora presto..." sbuffò Romeo. Ma il fratello maggiore lo prese per la collottola e lo trascinò fuori.

"Cosa succede?" chiese Lucia leccandosi una zampa.

"Guardate là!" rispose Ettore indicando un'auto bianca, macchiata da qualche chiazza di fango.

"Che cos'è quella?" chiese Chiara.

"Quella è una macchina. Gli uomini le usano per spostarsi e per viaggiare" rispose la madre sorridendo. Ettore pensò che, così facendo, non si sgranchivano mai le zampe.

"Ma cosa ci vengono a fare qua degli umani?" disse Romeo rotolandosi nell'erba.

"Non lo so, tesoro".

Si sedettero a guardare l'auto avvicinarsi e parcheggiare. Da questa scesero tre persone. Uno era un uomo alto e snello, dai capelli marroni e corti. Vi erano anche una donna e una ragazza adolescente che avrà avuto tra i tredici e i quattordici anni.
Si avvicinarono alla casetta dove vivevano i cuccioli, dirigendosi verso i contadini.

"Salve, volete adottare uno di questi adorabili cagnolini?" chiese il proprietario della fattoria.

Intanto la fanciulla gironzolava tra le mucche e i cavalli, accarezzandoli con le sottili mani di seta. Poi vide i cani.

Romeo alzò lo sguardo e abbaiò: "Ciao!".

La ragazza lo sfiorò, poi rivolse gli occhi zaffiro verso Ettore, che giocava con Lucia. Chiara correva, raggiungendo i fratelli riuniti in una soffice palla di pelo.

"L'umana dai capelli d'oro sta venendo verso di voi" disse ansimando.

"Stai tranquilla, Chiara. Non vuole far altro che guardarci" esclamò Lucia ridacchiando.

Ettore si staccò dalla sorellina e si avvicinò all'adolescente. La guardò mentre allungava la manina nel tentativo di una delicata carezza. Scosse leggermente il didietro e la leccò.

A quel punto giunse Lucia. "Cosa fai, Ettore?" chiese.

"Ah, ci sei anche tu! Devi essere la sua sorellina. Com'è carino il fiorellino blu che hai sulla testa" esclamò la fanciulla osservando la cagnetta. Lei, timidamente, mise la coda tra le gambe e nascose il muso sotto alla zampina.

"Oh, come sei timida!" rise la ragazza.

Chiara sbucò fuori da un cespuglio e afferrò la coda di Ettore. "Smettila, Chiara. Non vedi che stiamo parlando?"

Chiara inclinò la testa di lato.
L'adolescente, intanto, rideva.
Ettore la guardò con lo sguardo più dolce di sempre. Negli occhi di lei si accese una luce, quel bagliore che la spinse a capire quale sarebbe stato il suo nuovo cane.

"Mamma, penso di aver scelto quale sarà il mio cucciolo" gridò entusiasta. Prese in braccio il prescelto che cominciò a tremare.

"Non temere, cucciolo. Ci sono io con te". Il cagnetto, sentite queste parole, si calmò e le leccò la faccia con l'umida lingua. Si lasciò trasportare dalle sue calde braccia.

"Bene, Emma cara. È proprio un bel cagnolino. Come pensi di chiamarlo?" disse la madre.

"Ettore sarà il suo nome. Si chiamerà come l'eroe troiano dell'Iliade" rispose Emma convinta, pensando a ciò che stava studiando a scuola in quel periodo. Gli occhi carichi di coraggio di quel cagnolino le ricordavano la determinazione del suo eroe preferito.

Detto ciò, salutarono i contadini e caricarono il cucciolo in macchina, all'interno di un trasportino verde chiaro come gli occhi di Ettore. Quest'ultimo uggiolò vedendo allontanarsi la sua casa e la sua famiglia.

In un ultimo, lungo ululato disse per sempre addio ai boschi e ai campi di grano, alla mamma, a Romeo, a Chiara e a Lucia, la sorellina che tanto amava. Era l'inizio di una nuova vita.

Ettore nel Regno dei VentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora