18 ~ Siamo arrivati tardi

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Ignaro di tutto, Wild giaceva agonizzante nella stretta gabbia di ferro. Sentiva la morte sempre più vicina a sé, ma ormai aspettava solo quello. Non ne poteva più di soffrire. Fin da quando era stato portato via dalla grotta, si diceva: "In un modo o nell'altro, ne uscirò fuori". Ed era quello che stava per accadere. Sapeva che i compagni presto sarebbero arrivati, ma lui non poteva fare nient'altro che sperare il meglio per loro.

I mostri tornarono, e buttarono fuori dal sacco i tre cani. Essi, con un gemito di dolore, salutarono Wild, ma lui sentiva più poco e i sensi gli stavano venendo meno. Riuscì ad aprire un occhietto, osservare e vedere per un'ultima volta gli amici. Con loro, però, c'era anche Lily. Da dove veniva? La sua sorella cane dei venti era venuta a salvarlo. Ma ora anch'ella era tra le grinfie dei mostri.

Sissi si avvicinò al giovane cucciolo e vide ciò che temeva: "Oh cielo! Wild! Le tue ali, sono sparite!". Ma Wild non rispose, se non con un mugolio sottovoce, quasi impercettibile.

Intanto i mostri farfugliavano. Ettore drizzò le orecchie, ma non riuscì a capire nulla. I cani si acquattarono vicini a terra, facendosi coraggio.

Dopo poco, Storm li prese e gettò brutalmente Ettore e Sissi nella gabbia con Wild, e portò Lily uggiolante in cucina. Lì attendeva Scarlett. Il beagle e la labrador guardarono la compagna sparire nella cucina e guairono.

Wild intanto ebbe un sussulto. Ettore e Sissi si girarono di scatto, supplicandolo: "Wild, non morire".

Ma lui, con un fil di voce, disse: "Oh, amici. Mi hanno avvelenato con l'inganno. Addio...". Respirò un'ultima, affannosa boccata d'aria, poi più niente.

"Siamo arrivati tardi. Wild ci ha abbandonati" mugolarono piangendo l'amico. E ulularono a lungo e senza sosta, in quella nera notte senza stelle.

~•~•~

Mentre uggiolavano, sentirono un urlo strozzato provenire dalla cucina. Dopo poco uscì Lily zoppicante. Entrò nella gabbia e vide il corpo senza vita del dalmatino. Si distese a terra con la testa tra le zampe.

"Oh, mamma! Quel mostro ha tagliato le ali anche a te" guaì Sissi.

"Fate silenzio!! Mangiate questo pollo e queste salsicce" sentenziò Scarlett porgendo loro il cibo, ma Lily, appena lo vide, si sentì male.

"Mangiate voi, io non ho fame" mugolò.

Sissi la guardò con occhi tristi e pieni di lacrime e disse singhiozzando: "Non voglio perdere anche te".

Ma Lily la spinse dolcemente col muso verso il cibo dicendo: "Quando ti senti così capisci che cosa vuol dire sentirti male. Ho paura. Non voglio morire. Ma affronterò questa paura. Rivedrò Wild, dopotutto. Quando non ci sarò più ti proteggerò. Non sarai mai sola... E adesso mangia".

Sissi si rattristò vedendola sofferente, ma voleva accontentarla, perciò si convinse a mangiare un po' di carne.

Lo fece anche Ettore, pensando: "Tranquillo, fatti coraggio". Dentro di sé soffriva tremendamente per la perdita di Wild, di Lily, dei suoi padroni e della sua famiglia. Ma sapeva che un giorno avrebbe rivisto tutti...

~•~•~

Storm si avvicinò e si accorse che... Ettore non aveva le ali! Non era un cane dei venti, ma un semplice cane terrestre. Ma Scarlett non si scompose.

"Vorrà dire che finirà dritto nella macchina torturatrice... con la cane dei venti labrador" esclamò indicando Sissi. I due si strinsero e tremarono.

Ma Storm li prese con gli artigli stringendoli tra le braccia come peluche dicendo "Chi è un bel cagnolino? Sei tu!" sfiorando il nasino nero e umido di Ettore.

I due poveri cuccioli stavano soffocando, ma il beagle, stufo di quell'unghia che lo torturava, tirò fuori tutti i dentini e li infilò nel dito del mostro, che, per il dolore, cominciò a saltare ovunque per la stanza, ad imprecare e insultare i cani, lasciandoli scappare.

Scarlett inizialmente si arrabbiò, ma vedendo verso dove si stavano dirigendo per nascondersi, cominciò a ridere con un ghigno maligno.

Lily, vedendo l'accaduto, cercò di avvertire i compagni strillando con tutte le sue forze, ma un dardo incandescente era già partito. Dopo un breve volo, questo trapassò il corpo tremante di Lily, che, con un gemito, morì.

Nel frattempo i due compagni si erano infilati in una fessura e lì si erano sentiti al sicuro. Ma Ettore, che aveva un brutto presentimento, guardò giù e impallidì: "Oh no! È la macchina torturatrice!".

A quel punto arrivò Storm che, sghignazzando, li spinse giù. I poveri cuccioli cominciarono a urlare. Le grandi lame ferivano e laceravano la loro pelle. Gemevano e guaivano, ma quell'inferno meccanico non finiva.

Sissi si acquattò e chiuse gli occhi. La sua pelliccia champagne era ora intrisa di sangue ed il bel fiorellino azzurro sulla sua testa era appassito. Ettore era ricoperto di graffi e profonde cicatrici, ma il piccolo cuore batteva forte mentre guardava la labrador che più non aveva le ali. Queste le erano infatti state portate via dalla macchina, tra gemiti di dolore e grida colme di sofferenza. Dentro di sé pensò che era giunto il momento di rivelare a Sissi il suo segreto.

"Sissi, lo so che questa è la fine

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"Sissi, lo so che questa è la fine. Ma c'è una cosa che ho sempre voluto dirti".

La cagnetta drizzò le orecchie e lo guardò. "Che cosa?" sussurrò.

Ettore divenne rosso. "Che mi piaci. E molto!". Sissi aprì la bocca.

"Da quando son qui nel Regno dei Venti sono più coraggioso. Le giornate diventano più belle quando son con te. Da quando ti conosco ho capito di non essere più un cucciolo. Non voglio stare con qualcun'altra. Io voglio stare con te!" continuò imbarazzato, ma Sissi gli sorrise.

"Lo ammetto. Anche tu mi piaci".

Si strinse a lui. Ettore sentiva l'esile corpicino tremare e l'abbracciò. Il passaggio dalla vita alla morte era sempre più vicino. Sentirono le loro teste più pesanti. Chiusero gli occhi.

Sussurrarono: "Ora saremo per sempre insieme".

In quel momento li accolse la luce, l'uscita... I piccoli cuori smisero di battere e le anime furono trascinate via. I cagnetti caddero in un cesto, morti.

"Bleah, che sdolcinati questi cani..." disse Storm guardando i corpi dei cuccioli.

"Tanto ora non parleranno più..." disse Scarlett "abbiamo vinto!"

Ettore nel Regno dei VentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora