19) Dimentica tutto ✔

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Nessuno si salva da solo.

-E cosa si dice di me in giro?

Sentii una certa rigidezza nelle mie spalle quasi mi avesse trafitto una delle mie più grandi paure dell'essere esposta al giudizio altrui.

-Non lo vorresti sapere.

-Certo che lo voglio sapere, devi dirmelo.

-Devo? Non devo assolutamente nulla.

-Però potresti farlo se te lo chiedessi gentilmente.

Osservai bene il suo sguardo ricadere sul bicchiere di plastica che teneva in mano. Fece un sospiro e io sentii quasi l'ombra dei suoi pensieri, non sarebbe stato nulla di piacevole.

-Non sono cose molto belle date le ultime circostanze. La gente spesso si diverte ad aggiungere fatti non veri, la linea di confine tra verità e bugia è ignota allora.- disse accennando un leggero sorriso come per convincermi che sia del tutto normale.

-Vedo che vi siete già conosciuti, che bello vedervi chiacchierare insieme come ai vecchi tempi.

Mia mamma apparse nel momento sbagliato.

-Mamma sono passati più di dieci anni.

-E non è cambiato proprio nulla.- continuò lei fiera delle sue parole.

-Ho appena conosciuto sua figlia e sono certo che le qualità migliori le avrà riprese da lei signora, inoltre le volevo fare i più sinceri auguri di buon compleanno.

Mi appoggiai al pianoforte nel mentre li sentivo parlare, non riuscivo a credere a quello che stavo sentendo.

-Eri più finto di pinocchio.- affermai una volta certa che lei si fosse allontanata.

-Sono solo gentile e tu non sai nemmeno cosa vuol dire esserlo.

Quanto risultava facile manipolare la mente di alcune persone. Bastava essere gentili e composti nei modi di fare e il gioco era fatto, specie con mia mamma per quanto potesse sembrare impossibile Tom ci era riuscito a dare l'idea perfetta di sè.
Come avevo temuto poi, ci stavamo allontanando dall'argomento di prima.

-Non mi hai risposto alla domanda.

-Se vuoi che ti risponda devo prima conoscerti meglio per scoprire se è vero quel che si dice o se sono solo voci.

-Non ho intenzione di uscire con te!- esclamai ed ebbi la sensazione che qualcuno lì vicino mi avesse sentita.

-Non te l'ho neanche chiesto. Credimi che ho ben altro da fare piuttosto che venire ad una festa dell'amica di mia mamma per tenere compagnia a sua figlia capricciosa che si crede al centro dell'attenzione. È stato un piacere ma non penso sia il caso continuare la conversazione.

-Certo vai pure.- lo incitai con il gesto della mano.

Non lo volevo lì nè prima nè in quel momento, per cui era giusto che se ne sarebbe andato.

Rimasi incantata per qualche secondo ripensando a quanto potesse esser calata la mia reputazione oltre che la media e altro, perché Ronnie non mi aveva detto nulla? Per non preoccuparmi ulteriormente e tenermi a lontano da chiacchiere? Anche se fosse stato quello il motivo, non era comunque giusto nei miei confronti.

Il resto del tempo lo passai girando tra la folla senza uno scopo.

-Savannah porta queste bottiglie di champagne fuori.

Mi recai nel giardino come mi fu richiesto poggiando le bottiglie sul tavolo quando mi accorsi di Tom seduto sulla panchina sotto al ciliegio.

Si era già fatto buio ma la sua sagoma era ben visibile. Guardava il cielo quasi sdraiato con le gambe stese e la schiena dritta. In un primo momento non mi notò.

Tremila modi per convincerti che mi amiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora