5) un paradiso per uno✔

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-Non mi fido di te, come faccio a sapere che non mi farai del male?

-Ti ricordo che sei stata tu a venire qui e ora non hai altra scelta. Ma se ci tieni a fare la dura te lo concedo.- annunciò sistemandosi per ripartire.

Fece un leggero sospiro per trattenersi dal dire altro dopodiché mi rivolse di fretta un' ultima occhiata.

Capii che Zayn non stava scherzando.

Lui era la mia unica soluzione in quel momento e proprio quando stava per ripartire dopo aver riacceso il motore della moto che cambiai idea.

-Aspetta!- gridai ma il ragazzo sembrò non avermi sentita- Ehii!! Fermati!- gridai ancora agitata.

Zayn era ancora lì come se avesse previsto il tutto. Magari un senso di colpa per quello che aveva fatto lo costrinse a fermarsi.

-Quindi? Non vuoi più dormire all'aperto?- chiese con tono serio.

Mi mossi in fretta verso la moto, avevo paura che quello che Zayn mi aveva detto sarebbe potuto realizzarsi.

Non ero mai andata su una moto, neanche su un motorino. Il massimo che mi era stato concesso era andare in bicicletta. Mia mamma aveva un trauma dopo la morte di suo fratello minore.

Ero molto piccola quando un tragico incidente portò via per sempre zio Roger. Quella sera lui era passeggero, una delle tante serate che passava in compagnia di amici, ma l'asfalto bagnato e un difetto del ciclomotore furono fatali per lui e il suo amico che era alla guida. Zio Roger morì sul colpo mentre l'altro solo per miracolo si salvò.

Fu un attimo, un attimo bastò a farmi tornare il ricordo del dolore che vedevo negli occhi di mamma ogni volta che passava un anno in più da quel episodio.

Mi sistemai dietro di lui poggiando lentamente prima un piede e poi scavalcando con l'altro.

Dentro ad una macchina avevo le cinture di sicurezza, qui l'unica  sicurezza era quella che mi creai da sola nel momento in cui avvolsi le braccia attorno alla vita di Zayn.

Strinsi con tutte le forze il suo petto ma la paura mi face comunque tremare.

Eravamo così vicini l'uno con l'altro, i nostri corpi erano quasi intrecciati su quel mezzo e se non fosse iniziato tutto nel verso sbagliato ora tutto sarebbe diverso.

Sbagliato.

Se non fosse successo ora sarei a casa e lui sicuro per i fatti suoi.

Le mani con le quali stringevo il suo addome non appena la moto partì si fecero ancora più minuscole quasi scomparvero tra le rigature della giacca. Una sensazione di protezione, quella che cercavo a tutti i costi per colmare il timore che tutto potesse succedere.

Ebbi una sensazione di vuoto. Tenni per quasi tutto il viaggio gli occhi chiusi, un po' per voler far scorrere più velocemente il tempo ed un po' perché la velocità mi spaventava, le macchine che dal senso opposto scorrevano come razzi, le case che non avevo neanche il tempo di focalizzare bene e che già cambiavano. Era un tutt'uno quello che avevo davanti agli occhi ogni volta che li riaprivo.

Eppure ci riuscii, riuscii a scollegare il tutto, a smettere di ascoltare quei rumori, il suono delle ruote che percorrevano l'asfalto creando un attrito da spavento.

Mi chiesi a cosa stesse pensando. Avrei dato tutto per sapere se mi avrebbe veramente lasciata lì se non avessi accettato.

Dopo non molto, anzi con gran stupore in un batter d'occhio eravamo già vicini. Le case e i palazzi si facevano sempre più familiari. Qui Zayn non correva più quasi le limitazioni dei cartelli stradali riguardassero anche lui.

Tremila modi per convincerti che mi amiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora