22) Il vento piange ✔

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"Quindi bambina non credere a niente
che non sia amore"

Che succede quando tutto va secondo i tuoi piani? Assolutamente nulla, o meglio non avevo avuto ancora modo di assaporare cosa si provasse fino a quel giorno.

-Penso che è ora di tornare.- sussurrò Zayn con i primi raggi di luce.

Il suo braccio scivolò lentamente lasciando il mio per poi aiutarmi ad alzare. Mi sentivo così piccola ed indefesa tra le sue braccia. Quella sera sentii per la prima volta il profumo della sua pelle mischiarsi con il mio, provai un misto di pelle d'oca ad ogni suo tocco con un leggero senso di agitazione.

Pregai le stelle che non fosse vero che era già il turno del sole e chiesi loro se vedessero tutto ciò che io sentivo.

Ma in fondo come stavano le cose tra di noi dopo quel bacio, stavamo insieme? Non lo sapevo nemmeno io. Quella domanda mi faceva compagnia per tutto il giorno seguente. Zayn era come se fosse sparito nel nulla ed ebbi la paura di risultare di nuovo troppo assillante qualora avessi deciso di cercarlo di nuovo.

Passai il tempo per distrarmi tra il riordinare la stanza e al telefono ricaricando ogni due secondi la schermata home di instagram. La mia attenzione fu catturata da una foto dove fui taggata. Thomas aveva pubblicato un nostro selfie che ci ervamo fatti alla festa di mia mamma prima di salutarci. "Non così male fino in fondo" diceva la descrizione. Non seppi come interpretare quel messaggio.

Con la mano tremante presi il mio telefono e scorrendo tra i contatti della rubrica ritrovai quello di Thomas che quella sera sera salvai quasi per obbligo. "Togli quella foto, ora." Digitai velocemente.

Pochi secondi dopo ricevetti come risposta delle emoji con risate e un successivo: "È tutto sotto controllo so quello che sto facendo."

Non lo sapeva, non poteva saperlo.

"Almeno la descrizione potevi evitarla, sembra un doppio senso. Levala ti prego."

"Ti sto aiutando a tornare quella che agli occhi degli altri eri prima, se la gente vedrà che siamo diventati amici inizierà a guardarti da un punto di vista diverso."

Ripresi il computer sulle ginocchia. Magari aveva ragione, era solo una semplice foto scattata tra amici.

"Testata personalmente?" Lessi un commento nell'esatto momento in cui comparve. Cliccai sul profilo ma era privato, in pochi secondi il commento ricevette alcuni like e un altro commento espresse solo una risata come approvazione.

Chiusi il computer immediatamente, mi veniva solo da piangere.

È che non sempre diamo peso alle parole eppure queste possono ferire ancor di più se sono dei messaggi pubblici sui social.

Trattenni le lacrime ma i pensieri le fecero traboccare all'improvviso. Nascosi la testa tra il cuscino per non farmi sentire da nessuno. Forse lo scopo però era bloccare la mia mente per un istante.

Il potere di internet era troppo forte, lo sapevamo tutti, le critiche potevano partire senza un perché verso i più deboli, ma riparare non sempre portava frutti. Niente di più facile il nascondersi dietro ad uno schermo in forma anonima. Facile deridere qualcuno quando si è in tanti contro uno. Così tante volte ce lo avevano ripetuto alle lezioni di educazione civica che una volta pensai anche di non poter mai essere vittima di tutto ciò. A chi poteva interessare la mia vita? Nessuno avrebbe tratto soddisfazione dal prendere in giro una come me.

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