Una cosa era certa, niente era più duraturo di quel viaggio di ritorno. Avrei voluto sotterrarmi per la vergogna. Con quale coraggio avevo dato via alle mie emozioni di precipitare?Era di certo quel poncho, nono sarà stata la birra, anzi no, il cocktail al cocco. Era tutta colpa loro per avermi fatta ridurre in quelle condizioni.
-I tuoi genitori sanno che eri uscita?- chiese d'un tratto Zayn.
-A te cosa interessa?
Zayn si trattenne dal rispondere.
-Non provare ad aiutarmi, devo farcela da sola.- dissi non appena la macchina si fermò davanti al cancello.
E fu così che dopo un singolo passo fatto con il piede dolente un leggero grido uscì dalle mie labbra.
Cercai di reggermi da una parte alla macchina mentre dall'altra.. dall'altra non avevo niente e questo era il problema, sorreggersi a tutto tranne che a lui. Non mostrarmi debole di nuovo, non avevo bisogno del suo aiuto.
-Vogliamo stare tutta la notte così, tu apiccicata alla macchina e io fermo di fronte a te?
-Oh puoi stare zitto per un momento?- più che una richiesta risultò essere un ordine. "Perché parlava quando non doveva e soprattutto diceva quel che non avrebbe dovuto?" Mi chiesi. Ma il problema più grosso lo avrei dovuto affrontare quella stessa notte una volta superato la soglia della porta. Non potevo più inventarmi scuse, Ronnie non poteva sempre difendermi. Sarebbe stato inutile mentire anche per la presenza di Zayn.
"Savannah che caspita ci facevi fuori a quest'ora con questo ragazzo? Perché non riesci a camminare da sola?" Questo era solo il pacchetto base di domande in paio.
-Non ho mai conosciuto una persona più testarda.- Zayn ignorò la mia opposizione, mi prese in braccio allo stesso modo di come lo aveva fatto davanti casa di sua sorella.
-Neanche io.- risposi.
Le luci erano accese, nessuno dormiva ancora, ma per me quello era più che ovvio.
Il suonò del campanello fu seguito dal veloce spalancarsi della porta.
-Savannah!- urlò mia mamma d'istinto.- prima i vandali, poi i ladri e ora sparisci tu senza dire niente?! Dove sei stata? Chi è questo ragazzo? Perché ti sta reggendo?
Se avessi giocato queste domande al lotto ora sarei già ricca se non di più.
D'un tratto sull'uscio della porta apparve papà.
-Io lo conosco questo ragazzo.
Rimasi impietrita ma mamma ancora di più, guardava papà che accennava a proseguire.- Ė il meccanico che mi ha riparato la macchina.- annunciò a mamma.
-Entrate dentro per favore.- era evidente che stava per perdere la pazienza e mettersi ad urlare e farlo fuori a quell'ora non era una buona idea.
-Mamma, papà vi spiego tutto.
-No, la colpa è mia se vostra figlia è tornata a quest'ora a casa. Stava con me.
-Non sei stato chiamato in causa. Savannah perché hai il piede fasciato?- l'atmosfera divennè d'un tratto più cupa.
Zayn facendo attenzione mi aiutò a sedersi sul divano del salotto.
-Sono inciampata.
-Basta queste bugie. Guarda come sei vestita poi!
-È vero! Sono inciampata e Zayn mi ha portato da sua sorella che è un medico, ha detto che è tutto a posto, solo una piccola storta.
-Non so se sai quanti anni abbia mia figlia, tu puoi fare quello che ti pare non mi interessa, ma lei è minorenne e forse ancora piccola per capire determinate cose, vai a divertirti da qualche altra parte se non vuoi avere problemi con la legge.- la calma con la quale sentii pronunciare quelle parole da papà era solo la quiete prima della tempesta e avrebbe fatto venire i brividi a chiunque fosse stato lì presente.
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Tremila modi per convincerti che mi ami
RomanceSavannah Hamilton è una ragazza adolescente senza ancora dei piani ben precisi riguardo il suo futuro. Non sa cos'è l'amore ma dopo che alla sua festa di sedici anni un ragazzo sconosciuto entrato di nascosto la bacia, inaspettatamente sente il biso...