Si svegliò in un letto molto scomodo e, non appena riuscì a mettere a fuoco la vista, si guardò intorno: grandi finestre facevano filtrare la luce del sole nella stanza dove si trovava e c'erano altri letti disposti in fila uno accanto all'altro: doveva essere un'infermeria quella in cui si trovava.
Cercò di tirarsi su sui gomiti, le venne un capogiro, ma ci riuscì ugualmente.<<Non dovresti sforzarti troppo, sei ancora debole>> la voce dura di un ragazzo la fece voltare. Axel era in piedi accanto a lei che la guardava con severità.
<<Oh sta zitto! Cosa ci fai tu qui?>> gli chiese dolorante mentre si massaggia a le tempie
<<Considerato il fatto che pensavo tu fossi morta direi che stai piuttosto bene- replicò quello fulminandola con un'occhiata- mi hai salvato la vita. L'hai salvata a me e Manuel. La prova si sarebbe interrotta una volta superata da tutti i presenti, noi tre, ma stava degenerando. Non so cosa tu abbia fatto in quel bosco, ma grazie>> aggiunse tutto d'un fiato, quasi fosse stato costretto a dirlo contro la propria volontà.
<<Non so nemmeno io cosa abbia fatto- ammise la giovane- dov'è Manuel?>>.
Axel le gettò dei vestiti sulla branda
<<Cambiati e seguimi, ti devo far vedere una cosa prima di portarti da Manuel>>
<<Dove hai preso i miei vestiti? Non sarai entrato nella mia stanza spero?!>> disse alzando notevolmente il tono della voce. In tutta risposta il ragazzo alzò gli occhi al cielo sbuffando
<<Muoviti!- le ordinò- Ti aspetto fuori- aggiunse poi dirigendosi verso l'uscita.
Dieci minuti dopo stavano attraversando i grandi corridoi della scuola e Naetha faticava a tenere il passo spedito di Axel.
<<Vuoi dirmi dove stiamo andando?>> gli chiese con una punta di curiosità nella voce che avrebbe preferito non trasparisse
<<Oh lo vedrai, non ti preoccupare. Posso solo dirti che rimarrai sorpresa>> le rispose il ragazzo senza guardarla.
Le vetrate erano illuminate dalla luce del sole e da quelle si poteva vedere l'ala sud dell'enorme edificio. Un grande portico in pietra con attrezzi per gli allenamenti e armi di ogni genere appese ai muri.
Non c'era nessuno. La scuola, come il portico, era deserta. I passi dei loro stivali riecheggiavano nel corridoio; era l'unico rumore che Naetha sentiva. Era strano in un certo senso: dov'erano tutti? Uscirono dal corridoio da una porta che dava proprio sul portico, lo attraversarono e si infilarono in un altro corridoio dalla parte opposta del precedente. Svoltarono a destra e all'improvviso Axel si fermò. Naetha gli sbatté addosso e lo guardò in cagnesco, ma il ragazzo non ci fece caso, come se non l'avesse neppure sentita.<<Guarda>> disse indicando l'alto. Seguendo il suo sguardo, la ragazza rimase stupefatta. Era sicura che fossero ancora all'interno della scuola, invece, davanti a lei si apriva un'arena enorme circondata da solide mura di pietra. Guardò verso l'alto e vide che al posto del soffitto c'era una grande apertura circolare e nei muri delle insenature, delle celle per la precisione. Era rimasta a bocca aperta.
Axel si girò a guardarla divertito, nei suoi occhi si leggeva l'emozione della scoperta che aveva fatto e che adesso le stava mostrando
<<Lo avresti mai detto che dentro la scuola ci fossero dei draghi?>>.
A Naetha sembrò che le avessero tirato uno schiaffo per svegliarla da un sogno.
<<DRAGHI?!>>.
Proprio in quel momento sentì qualche ruggito provenire dall'alto. Guardò meglio e da alcune celle vide occhi gialli, blu o squame colorate riflettere la luce del sole.
Era incredibile, se non impossibile...
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La Dea Caduta
FantasyI due uomini la precedettero e aprirono i battenti lasciandola senza fiato. Naetha si guardò intorno: solo nei sogni aveva assistito ad uno spettacolo simile. Intorno a lei c'erano colonne, seggi e statue. Una in particolare attirò la sua attenzione...