Il ritorno degli Dei

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La luce blu la avvolse. Il calore che l'aveva accolta all'entrata, adesso la inondava di potere all'uscita. Aveva parlato a lungo con Kastum Angalchiron e Rial Mendirak. Era pronta. Pronta a liberare i suoi amici e sconfiggere Cassandra, non prima di aver affrontato le centinaia di guardie che la strega aveva soggiogato e i professori. Sapeva. I due dominatori le avevano dato molto in cui credere e, soprattutto, la consapevolezza che non era più sola le dava il coraggio necessario per affrontare le difficoltà che la aspettavano. Non era l'unica Dea: Apollo e Artemide erano con lei e l'avrebbero aiutata. Non era una convinzione che si era imposta, lo sapeva! E quando la Dea della Conoscenza sa qualcosa, è quella!

Corse il più in fretta possibile tra gli alberi per raggiungere le mura della scuola. Varcato il portale i suoi vestiti erano tornati gli stessi: divisa nera e capelli biondi.
Nessuna guardia era sulle mura e questo voleva dire che la stavano aspettando all'interno. Vide la finestra dell'armeria. Ci si infilò senza fare rumore...era come un'ombra nella notte. Neyra e Numor dovevano essere nelle segrete e probabilmente a fare la guardia c'erano Ithan, Manuel e Axel di modo che non avesse il coraggio di affrontarli. Cassandra non era una sciocca, ma non poteva certo sperare di ingannarla. Prese una faretra piena di frecce e arco ed una lance, che si adagiò sulla schiena, poi varcò la soglia

<<Ti stavo aspettando>> le sorrise l'uomo

<<Castor>>.

<<Non sembri sorpresa di vedermi Naetha o dovrei dire Athena...>> disse maliziosamente il capitano delle guardie

<<No infatti, non lo sono- gli rispose con voce tranquilla e vigile- puoi dire ai tuoi uomini che se sperano di proteggersi con solo un'armatura di metallo, possono anche andarsene>> gli sorrise questa volta lei. Castor la guardò con un misto di stupore e paura

<<Io controllo ogni cosa!>> esclamò Naetha con decisone.

Aprì le braccia. Gli occhi si illuminarono di potere e da ogni angolo del grande corridoio comparvero i soldati, trascinati fuori dai loro nascondigli dalle loro stesse armature, che rispondevano a Naetha. La ragazza strinse i pugni e le armature dei soldati si accartocciarono, facendoli svenire uno a uno. Castor sguainò la spada e le si gettò contro. Naetha alzò una mano verso di lui e lo avvolse in un raggio di luce bronzea, impedendogli qualsiasi movimento

<<Dove sono Neyra e Numor?>>

<<Non ci arriverai!>> sputò con rabbia l'uomo dimenandosi

<<Mi pare che tu non sia in grado di dettar legge- ringhiò Naetha stringendo la presa intorno al corpo del capitano- ho chiesto: dove sono Neyra e Numor!?>>.

Castor sorrise amaramente

<<Lui ti fermerà, è diventato l'arma più potente di Cassandra. L'arma più potente contro di te! É stato difficile piegarlo, ma Tanok ci è riuscito!>>

<<Io ho ucciso Tanok>> gli rispose con rabbia la ragazza

<<Non ha più importanza ormai...dovrai ucciderlo>> detto ciò si accasciò a terra, ormai privo di forze.

"Non Manuel ti prego" implorò tra sé e sé, ma la risposta che le venne in mente le gelò il sangue nelle vene: 'era stato difficile piegarlo, ma Tanok ci era riuscito...'

"AXEL!" pensò portandosi le mani al volto per non scoppiare a piangere: non lo avrebbe ucciso. No, non lo avrebbe fatto.
Si fece forza ed attraversò il corridoio a corsa. Doveva trovare Neyra e Numor. Probabilmente avrebbe incontrato altre guardie o dei professori, ma era sicura che Castor e i suoi non avessero avuto il tempo di avvisare Cassandra; finché qualcuno non si fosse insospettito della mancata vigilanza e li avesse cercati, lei, per gli altri, non era nella scuola.
La vetrata del corridoio filtrava la luce tetra delle due lune: era scesa l'oscurità su tutta Shalen da quando lei se n'era andata. Nonostante Tanok fosse stato sconfitto, il male regnava.

La Dea CadutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora