Dichiarazioni

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Doveva essere mattina inoltrata quando Naetha sentì bussare alla porta. Aveva dormito fino a tardi, non avevano lezioni quel giorno, e probabilmente Axel era andato a svegliarla.

<<Arrivo!>> bofonchiò rigirandosi tra le coperte.

Si alzò senza preoccuparsi di darsi una sistemata: i capelli erano arruffati e la vestaglia sgualcita perché probabilmente si era dimenata nella notte ed aveva litigato con le coperte, ma se ne pentì dopo aver aperto la porta e realizzato chi avesse davanti. Casacca rosso fiammante, pantaloni marroni, stivali neri, capelli castani e occhi arancioni: Manuel.

<<Buongiorno bellissima>> la salutò il ragazzo appoggiato allo stipite della porta sorridendo e guardandola dalla testa ai piedi

<<B-buongiorno>> riuscì a balbettare con imbarazzo

<<Visto che oggi non abbiamo lezioni, Neyra, Numor e Axel non so che fine abbiano fatto e Ithan ha detto di avere un impegno, mi chiedevo se ti andasse di uscire...con me>>

<<Certo!- esclamò subito illuminandosi- Volevo dire...mi farebbe piacere>>

<<Bene! Allora pensi che venti minuti possano bastarti per cambiarti e venire nell'atrio?>>

<<Penso di sì>>

<<A dopo allora>> le disse scoccandole un bacio sulla guancia.

Naetha rimase sul posto con una faccia da ebete mentre lo guardava andar via e si toccò istintivamente la guancia dove Manuel le aveva dato il bacio

"Ma che ti prende? Svegliati! Stai per uscirci!! Muoviti a prepararti!" la riprese la voce della sua coscienza.

Si fiondò in camera senza preoccuparsi di rifare il letto, indossò un semplice vestitino turchese che le cadeva a pennello e si legò i capelli in una treccia laterale dopo averli spazzolati velocemente. Quando arrivò nell'atrio Manuel la stava aspettando appoggiato ad una colonna ad osservare altri ragazzi allenarsi, ma si accorse subito della sua presenza e le si avvicinò prendendola a braccetto

<<Sei bellissima>>

<<Grazie...>> ripose la ragazza sorpresa e imbarazzata allo stesso tempo.

<<Voglio farti vedere una cosa- le disse- sono sicuro che ti piacerà>> ricambiò il sorriso. Era stranamente euforico ed anche lei lo era.

Dalla finestra della sua stanza Ithan li vide attraversare l'atrio

<<Non pensavo che le chiedesse di uscire>> ammise

<<Come no?! Non si vede quanto Manuel sia cotto di lei?>> chiese una voce dietro di lui.

Il ragazzo si girò

<<Io non ci ho messo molto però a chiederti di uscire>> sorrise

<<Ithan, i dominatori del ghiaccio sono molto più impulsivi di quanto lo siano quelli del fuoco>>

<<Tu sapevi già che io...>>

<<Certo che lo sapevo- rispose la figura con tono malizioso alzandosi dal letto e avvicinandosi al ragazzo- che domande>>

<<Posso chiederti il tuo nome completo? So che il nome dei maghi é un insieme di più nomi perché in realtà sono lunghissimi>.> La figura, ancora nella penombra, sorrise

<<Namira Elen Ycon Rachel Alissa>>

<<Neyra>> sussurrò il ragazzo tra sé e sé.

La ragazza si avvicinò, tirò la tenda chiudendola e lo baciò.

Una leggera brezza soffiava in prossimità del lago. Erano montati su uno degli alberi più grandi per godersi lo spettacolo del Lago della Memoria illuminato dalla luce del sole. Le onde si increspavano lucenti

<<É bellissimo>> sussurrò Naetha rimanendone ammaliata

<<Non è l'unica cosa bella qui- sorrise Manuel voltandosi a guardarla- sai, all'inizio ero geloso di Axel, tu e lui vi capite al volo e boh...io non ci riesco ancora>>

<<Geloso? Di Axel?- la ragazza scoppiò a ridere- dici sul serio?- chiese vedendo lo sguardo interrogativo del ragazzo- Io considero Axel un migliore amico, un fratello, ma non provo nient'altro per lui, a me piace qualcun altro credo>> lo aveva detto davvero!

Si pentì quasi subito di ciò che aveva detto ed abbassò lo sguardo arrossendo, poi sentì la mano del ragazzo alzarle il mento. Non le disse niente, la baciò e basta. Le sue labbra erano soffici, il bacio dolce, di quelli che ti scaldano il cuore, le cinse la vita e lei il collo. Mille colori davanti agli occhi e un solo inebriante profumo di miele: quello di Manuel. Sembrò durare un'eternità, ma il vento si alzò improvvisamente facendo cadere il dominatore del fuoco, l'albero chiuse Naetha tra i suoi rami imprigionandola. Nessuno dei due era in grado di reagire, era successo tutto troppo in fretta

<<Naetha!>> urlò Manuel guardando alle sue spalle.

Un gorgo si era formato al centro del Lago dando vita a un turbine di vento nero da dove fuoriuscirono delle creature nere simili a goblin con occhi rossi come il sangue: cripzi. Le bestie che avevano studiato qualche giorno prima a scuola li videro subito e corsero verso di loro con vanghe e spade smussate. Manuel si alzò prontamente e li attaccò con il fuoco, tenendoli lontani anche da Naetha imprigionata dall'albero

<<Dannazione! Sono troppi!- si lamentò il ragazzo- Prova a liberarti>>.

La ragazza chiuse gli occhi e cercò di isolarsi da tutto quello che la circondava, afferrò i rami dell'albero e pensò intensamente "Liberami".

Inizialmente non successe niente, ma poi sentì il legno scricchiolare sotto le sue mani e allentarsi. Quando riaprì gli occhi era libera, proprio come aveva ordinato. Manuel stava ancora combattendo contro i cripzi che, a mano a mano, aumentavano sempre di più; alcuni si voltarono verso di lei e la attaccarono. Morgan, il guardiano della foresta che l'aveva cresciuta le aveva insegnato a non andare mai da nessuna parte se non avesse avuto con sé almeno un'arma e lei, quella lezione, l'aveva imparata subito, così, sfilò da sotto il vestito un pugnale dalla lama lunga e cominciò a combattere, tenendo d'occhio il tornado nero che si era formato nel Lago. Quando c'erano più nemici da combattere contemporaneamente, doveva colpire nei punti giusti velocemente e senza abbassare la guardia: sferrò un colpo alla gola al cripzo più vicino e si abbassò per schivare il fendente di un altro, per poi piantargli il pugnale nel fianco e continuare a schivare e attaccare per raggiungere Manuel, che sembrava in difficoltà. Quando lo raggiunse erano circondati e il turbine nero aumentò d'intensità al centro del Lago della Memoria, cominciando ad assumere una forma propria.

<<Non possiamo difenderci da soli ancora per molto se aumenteranno di numero>> le disse Manuel guardandosi intorno

<<Credo che abbiamo un problema più grande...>> gli rispose Naetha fissando il mostro che stava prendendo forma dal vortice di magia nera

<<Che cos'è?>> chiese il ragazzo sgranando gli occhi. Naetha chiuse i suoi cercando il coraggio di rispondere al ragazzo, ma quando sentì un urlo di rabbia provenire dal mostro, li aprì di scatto. Erano pieni di potere e pronunciò una sola parola, un solo nome, con una rabbia che non credeva di avere

<<Tanok!>>.

La Dea CadutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora