Un tavolo per tre

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<<Voglio stare sola!>> singhiozzò sentendo un rumore alle sue spalle: aveva riconosciuto i passi di Axel e il profumo di cenere e mandorle di Manuel.

Sentì due forti due forti braccia sollevarla e farla girare con delicatezza; aveva gli occhi pieni di lacrime e le gote rosse per il lungo pianto

<<Non ho voglia di parlarne>> disse prendendosi la testa tra le mani.

<<Quando ti abbiamo vista correre via abbiamo pensato che tu non ce l'avessi fatta. Allora siamo andati dai gemelli per chiedere che cos'era successo e ci hanno detto, molto gentilmente, che avevi superato la prova>>.

Naetha notò che con quel "molto gentilmente" detto da Manuel con ironia, Axel aveva ammiccato un sorriso, ma era troppo stanca per chiedere il perché.

<<Vi hanno davvero detto questo?>> chiese la ragazza sorpresa

<<Perché? Non è vero?>> chiese Axel voltando lo sguardo verso la scuola come una furia pronta a scattare

<<No, è la verità- si affrettò a dire Naetha- ma devo raccontarvi quello che è successo in quella stanza. É importante>>. Entrambi i ragazzi annuirono

<<Però andiamo in una delle sale della scuola...sta per piovere>> intervenne Axel, dopo aver annusato l'aria.

La biblioteca era immensa.

Scaffali e scaffali di libri e pergamene si elevavano in tutta la loro altezza come delle montagne, tra di esse c'erano grandi tavolini in mogano e sedie per lo studio e la lettura. Era semplice da raggiungere, non occorreva un grande senso dell'orientamento per trovarla, bastava attraversare i due grandi corridoi dell'ala Ovest e ci si trovava difronte ad un imponente porta in legno massiccio decorata con disegni floreali dorati che brillavano alla luce del sole.

I tre giovani si sedettero a uno dei tavoli circolari vicino alle finestre che davano sul Lago della Memoria. Era un grande specchio d'acqua cristallina, le cui acque si dice celassero i misteri più antichi.

<<Avanti, racconta>> la incitò Manuel.

Naetha fece un profondo respiro e cominciò. Quando ebbe finito i due ragazzi erano più sconvolti di quanto non lo fosse poco prima lei e la guardavano con sguardi interrogativi

<<Quindi tu saresti qualcuno che non sai di essere...qualcuno che sa controllare qualsiasi cosa e che sa tutto senza sapere di saperlo?!>> la voce di Axel era un misto tra lo stupore e l'ironia

<<Evidentemente si>> rispose quella

<<E tu avresti anche deciso le sorti della Grande Guerra avvenuta 16 anni fa, ma tu sei nata in quell'anno...>> continuò il ragazzo

<<In realtà- disse timorosa Naetha- sono nata il giorno prima dell'ultima battaglia>>.

Non aveva senso quello che stava dicendo, ma era la verità e non poteva cambiarla. In cuor suo Naetha sapeva che la sua nascita aveva portato alla morte di sua madre, perché poteva esiste un solo Ordine Naturale: il grande potere che Tanok aveva a lungo bramato. Sua madre, come su nonna e tutte le generazioni precedenti, erano state portatrici di quel potere. Fu Manuel a cogliere i suoi pensieri

<<Si dice che le sorti della Grande Guerra furono decise dal potere dell'Ordine Naturale. Fino all'ultima battaglia, quel potere aveva aiutato a distruggere le forze del male, ma durante l'ultimo scontro, quello contro Tanok, l'aiuto che aveva dato scomparve e il suo portatore morì relegando il nemico sotto la superficie di Shalen. Si dice anche che ancora oggi esista un unica via di accesso, o di fuga, da là, ma nessuno sa dove si trovi- fece una lunga pausa e si rivolse a Naetha- avevo letto in un libro sulle origini di Shalen una volta, al mio villaggio, che può esserci un solo portatore dell'Ordine Naturale alla volta. Quindi credo che uno dei tuoi genitori, tua madre, come ha detto l'Aquila, ti abbia data alla luce per evitare che il potere andasse perduto per sempre o, che in caso di sconfitta, fosse caduto nelle mani nemiche>>.

"È andata proprio così..." disse una voce dentro di lei, era la sua voce, eppure le risultava estranea, come era accaduto nella foresta con l'orso.

<<Qui è pieno di libri, qualcosa a riguardo troveremo- disse Axel essendo tornato serio- anche se adesso non mi sembra il caso di fare ricerche>>

<<A proposito- disse Naetha come se si fosse svegliata da un sogno- cos'era quel "molto gentilmente" che hai detto tu prima- rivolgendosi a Manuel- riguardo ai gemelli?>>.

I due ragazzi si guardarono come si guardano i bambini piccoli dopo aver combinato un pasticcio e non volerlo dire ai genitori

<<Beh diciamo che Axel si è lasciato prendere un po' la mano>> l'attenzione della ragazza si spostò sul ragazzo dagli occhi neri pieni di divertimento

<<Oh come la facciamo lunga...gli ho solo detto qualche parolina dolce>>

<<Si, dopo averli attaccati al muro tenendoli per il bavero dei mantelli>> ribatté il dominatore del fuoco lasciandosi andare in una fragorosa risata, poi anche i due amici cominciarono a ridere di gusto.

<<Ma cos'è questa storia che avete cercato di uccidervi?>> chiese ancora la ragazza, ormai erano diventati amici ed era curiosa di conoscere il motivo per il quale lo erano diventati, perché tutto era successo dopo la prova del coraggio.

Fu Axel ha parlare per primo

<<Dopo quello che era successo nel bosco ti abbiamo portata in infermeria. Siccome io sono sempre stato un lupo solitario, mi ero allontanato su un'altura poco lontana dal bosco, Manuel mi ha seguito e ha cominciato ad attaccare briga>>

<<Non è vero!>> lo interruppe Manuel

<Si che è vero fiammifero- lo canzonò l'altro- mi ha detto che se tu fossi morta sarei morto anche io. Non sono un tipo a cui piacciono le minacce e così abbiamo lottato>>

<<Poi abbiamo deciso che forse era meglio chiarire la situazione. Perché mi sentivo in colpa per non essere riuscito a fermare l'orso e me la dovevo prendere con qualcuno. É stata la curiosità di sapere per quale motivo tu fossi riuscita a fermare la bestia che ci ha avvicinati>> concluse il dominatore del fuoco. La ragazza cominciò a ridere e disse, prima ad Axel e poi a Manul

<<Tu non fare lo scorbutico e il solitario perché, devi ammetterlo, ti stiamo simpatici e tu non sentirti in colpa>>. Manuel annuì e Axel si lasciò andare in una fragorosa risata, nonostante ci fosse l'obbligo di parlare a bassa voce nella biblioteca. Poco dopo, infatti, vennero sbattuti fuori dalla bibliotecaria dopo aver ricevuto numerosi ammonimenti.

La Dea CadutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora