L'ordine naturale

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Il ragazzo era disteso nel grande parco appena fuori dalle mura della scuola. Sembrava perso nei suoi pensieri mentre guardava le candide nuvole nel cielo.

<<Eccoci>> gli annunciò Axel sedendosi accanto a lui sulla collinetta, il giovane annuì e si voltò verso Naetha che si era seduta dietro i due ragazzi.

<<Dobbiamo dirci qualcosa, credo>> disse fissando gli altri due, che annuirono sedendosi in cerchio.

Il primo a parlare fu Axel

<<Per cominciare vorrei specificare che non ho un potere specifico, ma ho il dono della forza, sia fisica che psicologica. Nessun mago è mai riuscito a leggere la mia mente. In particolare i due gemelli: Neyra e Numor- cominciò a spiegare- vengo dal Nord e sono cresciuto lì, troppo vicino ai nobili, come i due maghi, e troppo lontano dalla gente comune. Mio padre era un generale...é morto in battaglia 16 anni fa, mia madre si è presa cura di me fino a quando sono diventato abbastanza grande da potermi occupare io di lei. Adesso sono qui>>.

Manuel conosceva già la sua storia, era evidente. Molto probabilmente si erano già parlati mentre lei era ricoverata in infermeria. Gli occhi di Naetha si posarono su Manuel, aspettando che lui parlasse di sé e non dovette aspettare molto perché questo capì

<<Io vengo dalle isole del fuoco e sono figlio di due contadini, ho un fratello minore, ma passerà ancora molto tempo prima che raggiunga l'età per entrare in questa scuola. Come avrete ormai capito sono un dominatore del fuoco, il più giovane del mio villaggio ed uno dei pochi ormai rimasti sulle quattro isole. Siamo meno di 60...ci stiamo estinguendo- la sua voce ebbe un fremito e Naetha capì perché.

Un tempo i dominatori dei quattro elementi erano sparsi ovunque sulla terra di Shalen e la difendevano. Ma 16 anni fa ci fu una guerra spaventosa che portò alla sconfitta del nemico più temuto: Tanok. Questo costò agli eserciti di Shalen molte vite. Tra loro, evidentemente, c'era anche il padre di Axel. Per sconfiggerlo i dominatori, coloro che possedevano dei doni, streghe, maghi, divinatori e normali truppe di uomini, si riunirono sotto un'unica bandiera e combatterono fianco a fianco.

Manuel concluse dicendo semplicemente che era lì per sviluppare al meglio i suoi poteri, dopodiché entrambi i ragazzi guardarono Naetha, che fino a quel momento non aveva detto una parola.

<<Sono cresciuta nelle foreste dell'Est con il custode della foresta di Tahan perché i miei genitori mi hanno abbandonata appena nata. Ho imparato a vivere a contatto con la natura, ma non ho mai avuto nessuno con cui condividere qualcosa; Morgan, il guardiano della foresta mi ha insegnato le arti del combattimento con le armi e senza>>

<<Tutti siamo stati addestrati al combattimento, ma devi avere almeno un dono per essere qui>> le disse Manuel.

<<Io non ne sono sicura...credo di avere un dono che riguarda l'intelligenza, perché riesco a calcolare in tempo reale le probabilità di qualsiasi situazione e se mi concentro riesco a rallentare ciò che mi circonda>> sospirò la ragazza.

<<Ecco come hai fatto!- esclamò Axel- durante la prova di agilità hai superato le fiamme prima che la trappola finisse il suo effetto perché le hai rallentate, giusto?>>

Naetha lo guardò imbarazzata e Manuel se ne accorse

<<Ci sei passata attraverso?>> le chiese esterrefatto.

<<No! Io non ho rallentato le fiamme e non ci sono passata attraverso...ho rallentato il tempo>> i suoi occhi si posarono sui due che la guardavo stupiti. Una leggera brezza le scompigliò i capelli, nell'aria c'era un dolce profumo di mandorle e miele...non c'era alcun rumore se non quello del fruscio delle foglie degli alberi.

<<Naetha, sai che quello che stai descrivendo è un potere di cui si sono perse le tracce dalla Grande Guerra?!- disse Axel e senza lasciarla parlare aggiunse- E' il potere dell'Ordine Naturale, in grado controllare qualsiasi cosa e essere vivente!>>.

La ragazza strabuzzò gli occhi

<<No..no, non può essere, ci deve essere un errore...>>

<<Ma avrebbe senso- proseguì Manuel- è quello che hai fatto nella foresta con quell'orso no?>>

<<Gli ho sperato che se ne andasse e lui lo ha fatto...>>

<<Lo hai detto in una lingua che non ho mai sentito>> le rispose Axel.

<<Ma io l'ho solo pensato...l'orso mi ha risposto e se n'è andato>>. Non sapeva più cosa stava succedendo e Manuel le spiegò

<<Tu hai parlato nella lingua della creazione, la più antica di tutte. Conosco alcune parole e ho capito qualcosa di quello che hai detto: intelligenza, forza e qualcos'altro, non so dirlo di preciso>> gli occhi del ragazzo riflettevano la luce dorata del sole, erano pieni di sincerità. Lei aveva parlato in una lingua che nemmeno sapeva di conoscere, era impossibile?!

Improvvisamente una luce arancione esplose in cielo: era il segnale che la terza prova era pronta per essere affrontata.

I tre ragazzi si alzarono e si diressero verso la scuola

<<Credo sia meglio se questa cosa rimane tra di noi per adesso>> sospirò Manuel senza guardarla e Axel alla sua sinistra gli fece eco

<<Decisamente>>.

<<Prima di oggi pensavo che vi odiaste, che cosa è successo?>> chiese la giovane ai due. Quelli si guardarono e poi si voltarono verso di lei ridendo

<<Mettiamola così- disse Axel- è meglio che tu non lo sappia>>

<<Abbiamo tentato di ucciderci>> tagliò corto Manuel cominciando a ridere di gusto quando vide la faccia sconvolta della ragazza.

<<COSA?!>>

<<Ti avevo detto che era meglio che tu non lo sapessi>> le rispose Axel strizzandole un occhio.

I tre entrarono nella scuola per affrontare la terza prova, insieme.

La Dea CadutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora