| DISCLAIMER |
Non sono una scrittrice, né pretendo di esserlo, scrivo per pura e genuina passione. Tutto ciò che ho qui riportato è solo frutto della mia immaginazione, quindi si presenteranno anche scene probabilmente surreali.
La storia presenta degli errori, appena finirò di scriverla ci sarà una totale revisione di ciò.
Vi chiedo quindi di non criticare in maniera aggressiva, grazie e buona lettura.Atena.
È sera e, dopo una giornata infinita di ore e fin troppo piena di impegni, tra riunioni e telefonate, incontri e numeri, siamo tornati in stanza.
La sua, per precisare.
Anche per forza, a meno che tu non voglia dormire in una camera praticamente inagibile, devi stare per forza nella sua di camera.
"Okay, so che ora mi prenderà per pazzo perché nemmeno pochi giorni fa le ho ribadito di darmi del lei, ma comunque ora che avremo questa 'convivenza' mi sembra un po', come dire, esagerato. Quindi, è meglio che quando siamo in camera ci diamo pure del tu, giusto per smorzare l'atmosfera e giusto per non avere sempre nell'aria la tensione e la formalità lavorativa."
Lo vedo maledettamente imbarazzato e tutto ciò lo adoro, finalmente non sono l'unica ad arrossire."Per me non c'è problema." Dico guardando negli occhi, magari attenua il suo rossore.
E sì capo, stai risultando per la millesima volta bipolare.
"Naturalmente ciò avverrà solo in camera e, appena saremo in ambito lavorativo, sia qui che a Providence, ritorneremo al lei." Ribadisce, come per voler rendere concreta anche a lui la questione.
"Certo." Annuisco io con il capo.
"Allora, come vogliamo organizzare la stanza?" Chiedo prendendo i vestiti che avevo appeso nell'armadio della mia vecchia stanza, fortuna che fin da piccola ho avuto questa mania di tenere tutto in ordine e sotto controllo, facendomi salvare dall'allagamento quindi i vestiti che avevo portato e che mi sono stati recapitati in stanza prima che venissi. Mi sono stati anche lasciati vari asciugamani, così appena Jonas avrà finito di fare la sua di doccia, io farò la mia.
"C'è un divano e, da quello che ho capito è anche letto." Mi spiega lui grattandosi il mento, guardando il divano in modo abbastanza circospetto quasi quanto me.
Sembra tutto fuorché un divano letto.
"Perché diamine c'è un divano-letto?" Chiedo abbastanza stupita e dubitando sempre di più che lo sia.
Lo vedo avvicinarsi al presunto divano letto e cercare di togliere i cuscini per vedere se sotto c'è la struttura del letto.
"Okay no, non c'è nulla."
"Prova a vedere se c'è sotto, di solito ci può essere anche lì." Dico indicando la parte inferiore del divano, sperando in un qualcosa, anche se so già la risposta.
Si abbassa per verificare se è come ho detto io ma, dopo vari tentavi, si arrende.
"No, non c'è nulla qui."
Sbuffo, ora dove diamine mi metterò dormire?
Per terra cretina, così ti svegli e la prossima volta forse chiudi l'acqua della doccia, forse.
Smettila, è stata solo una svista e abbiamo subito trovato una soluzione, no?
Mi spieghi dove la vedi questa ipotetica soluzione? Se non hai nemmeno un letto su cui dormire e per giunta dovrai passare la notte con il tuo capo, allora, dove sarebbe questa soluzione?
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Dal primo istante.
RomanceJonas Richardson, un arrogante e prepotente imprenditore, capo di un'importante multinazionali statunitense è nei guai: contemporaneamente il suo assistente e il suo traduttore lo hanno abbandonato dando le dimissioni, esattamente pochi giorni prima...