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| DISCLAIMER |
Non sono una scrittrice, né pretendo di esserlo, scrivo per pura e genuina passione. Tutto ciò che ho qui riportato è solo frutto della mia immaginazione, quindi si presenteranno anche scene probabilmente surreali.
La storia presenta degli errori, appena finirò di scriverla ci sarà una totale revisione di ciò.
Vi chiedo quindi di non criticare in maniera aggressiva, grazie e buona lettura.

Atena

"Oddio no, amo follemente il riso al cocco"
Chiudo gli occhi in completa  adorazione del piatto, è veramente qualcosa di spettacolare per le mie papille gustative.

"Concordo, hai avuto un'ottima idea a venire qui, anche se è a Santa Monica e domani ci dobbiamo svegliare presto."

Alzo le spalle come per scusarmi della mia proposta, ma comune ha appena detto che gli piace.

"Vabbè dai, almeno ci godiamo l'ultima serata qui a los angeles."

"Ne è valsa la pena, di la verità dai." Mi do le arie io, come farò quando tornerò a Providence, dove non c'è neppure l'ombra di un ristorante thailandese?

"Un po' si dai."

È già la seconda volta che te la dà vinta, cos'è successo?

Non lo so, ma spero rimanga così, odierei ritornare alle situazioni di
quasi astio, okay dai forse no, semplicemente situazioni di non sopportazione nei suoi confronti.

Sorrido impercettibilmente al pensiero di tutto ciò di più crudele e perverso che gli volevo fare quando mi riempiva la scrivania di blocchi, colmi di lavoro da sistemare o da svolgere.

"Tra un po' ci avviamo che sono già le dieci e trequarti." Dice, guardando l'ora sul display del suo telefono, tra l'altro bellissimo.

"Si certo, io ho già finito, chiediamo direttamente il conto, no?"

"Va bene, vado un attimo in bagno."

"Ti aspetto qui."

Dopo nemmeno pochi minuti torna guardandomi con sguardo furbo e con in mano un pezzo di carta.

Da quello che vedo, anche se con la mia forte, fortissima miopia è uno scontrino e dal luccichino dei suoi occhi capisco immediatamente: altroché bagno, è andato a pagare il conto.

Per entrambi.

Entrambi.

Abbiamo capito, smettila di ripeterlo.

"No, non è giusto." Lo accuso subito, appena mi si palesa davanti con quella sua faccia da schiaffi, con l'aria più minacciosa che riesco ad esprimere e puntandogli un dito contro.

Mhh, come mi innervosisce in queste situazioni, è come se facesse di tutto per risultare irritante nei miei confronti, conoscendo ciò che mi provoca fastidio.

Okay, okay, fermati Atena.
Forse sto esagerando, lo so bene. In fondo non ha fatto nulla di male nel nei miei confronti, no?

Sei incoerente.

Lo so, lo so fin troppo bene.

Sopratutto quando si tratta di lui.

So bene anche questo, fidati.

Però perché, cazzo, deve farè così?
Sa benissimo, ma proprio tanto, che la cosa che più mi dà fastidio è che sia in debito con qualcuno e ciò che ha appena fatto, mi ha reso automaticamente come indebitata nei suoi confronti.

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