Capitolo 1

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Mia madre spalanca la porta della mia stanza come una furia, spaventandomi.
- Sei scema, Alexa?! Ti sto chiamando da tantissimo tempo! -
È davvero arrabbiata... non ho fatto nulla di male, alla fine!
Mi ha chiamato con il mio vero nome. Lo sa che odio quando la gente mi chiama Alexa.

- Scusa, mamma. Avevo le cuffie e non ti ho sentito. -

- Sempre queste cuffie. Non fai altro che ascoltare musica. Mi chiedo che cosa ci sia di tanto bello in questo. -

Sta scherzando! Se non ascoltassi la musica, morirei! È l'unico modo che conosco per staccare dal mondo reale. Come alzo il volume, si abbassa il mondo reale, e con esso, i pensieri.

Mia madre vede che non le rispondo, quindi continua a parlare: - Ad ogni modo, stasera vengono a cena Fred e Kara. Vestiti molto elegante, e, per favore, truccati. Sembri appena sveglia-

Grazie mamma, per essere sempre adorabile nei miei confronti. Anche io ti adoro.
Come odio quando fa così. Il problema è che sono diciassette lunghi anni che va avanti. Ogni volta, devo sempre essere perfetta. Devo sempre assomigliare ad una bambola di plastica per lei. E ogni volta, non va mai bene.
Ho deciso. Fanculo mia madre, mio padre, Fred e anche Kara.
Già. Mio padre. È colpa sua se odio il mio nome. Tutta colpa sua.
Mando un messaggio Lindsay, la mia migliore amica, chiedendole se stasera c'è qualche festa cui andare e, perché no, sbronzarsi.
La risposta non tarda ad arrivare:

L: Certo, ragazza! Ti passo a prendere in macchina per le 20.00. Ti divertirai!

A: Grazie Lin, sei sempre la migliore

L: Lo so, lo so

Perfetto. Stasera mi voglio divertire come non ho mai fatto prima.
Mi metto a studiare un po', poi arriva l'ora di prepararsi per la festa.
Mi faccio una doccia, acconcio un po' i capelli e passo in rassegna il mio armadio.
Scelgo un vestitino nero un po' sexy e lo indosso.

Scelgo un vestitino nero un po' sexy e lo indosso

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Stasera voglio essere stupenda, ma come dico io.
Mi trucco con un po' di matita nera, mascara e rossetto rosso e passo al profumo. Chanel.
Afferro il cellulare, lo ripongo nella borsa e scendo le scale della mia enorme casa.
Mia madre non mi ha vista. Avrà una bella sorpresa più tardi.
Esco sbattendo la porta, e trovo Lindsay e Michelle, la mia altra migliore amica, ad aspettarmi.
Salgo in auto con loro, e, dopo i loro apprezzamenti sul mio vestito, cominciamo a chiacchierare, finché non arriviamo a destinazione.
Ecco che la mia serata comincia.
Appena entriamo, si sente un forte odore di alcool misto ad erba, il che mi dà un po' fastidio, ma sono gli effetti collaterali delle feste per liceali e universitari.
Perdo di vista le mie amiche, quindi mi posiziono in un punto indefinito della pista.
Comincio a ballare, quando mi si avvicina un ragazzo dai capelli scuri.

- Hey, bellissima. Ti posso offrire qualcosa da bere? Mi chiamo Adam. -

Il mio primo impulso sarebbe dire di no, ma sembra carino, e poi, non ci perdo nulla!

- Va bene, grazie. - Rispondo educatamente.
Ci avviciniamo al bar, ordiniamo due vodka lemon e buttiamo giù il liquido in un sorso solo.
Subito sento un bruciore sulla gola, che si attenua dopo pochi secondi.

- Allora, non mi hai ancora detto il tuo nome! -

- Mi chiamo Allie. -

- Gran bel nome...e sentiamo, quanti anni hai, Allie? -

- Diciassette appena compiuti -

- Beh, io ne ho uno in più, ma non ci facciamo problemi, giusto? -

- Suppongo di no -

Adam mi chiede ancora qualcosa ma non lo sento. Sto fissando un punto alle sue spalle. Due bellissimi occhi verdi mi hanno ipnotizzata. Appartengono ad un ragazzo che non ho mai visto, ma che credo di avere già inquadrato. Una rossa molto poco vestita si sta strusciando su di lui, e lui sembra apprezzare, nonostante il suo sguardo sia rivolto a me.

- Hey, Adam! Tu e la tua bella giocate?-
Chiede una voce a me sconosciuta.
- Allie, giochi ad obbligo o verità? -
Adam mi costringe a distogliere lo sguardo da quei lampioni verdi, e mi sento scuotere dai brividi.

- Sì, dai -
Cosa può mai succedere di male?

Obbligo o Verità, baby?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora