Capitolo 25

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Allie's pov

Non mangio da due giorni, e oggi è il giorno della partenza per quella che dovrebbe essere la gita migliore della mia vita, ma che non sarà, grazie a Logan.

Mia nonna mi ha sempre detto di non farmi comandare la vita da un ragazzo, di non permettergli di stravolgere i miei equilibri, di non permettergli di farmi stare male.
Ho buttato all'aria tutti i suoi consigli.
E ora sono qui, con gli occhi gonfi di lacrime, con un aspetto tremendo, mentre finisco la valigia, e saluto mia madre in tono spento: - Ciao, mamma. Ci vediamo tra una settimana. -

- Ciao, tesoro, e, mi raccomando, divertiti e non pensare a quel coglione. Tirati un po' su, per favore. Non riesco a vederti così. Vai alle feste, gira per Firenze, magari torna con un bell'italiano... -  E mi strizza l'occhio.
Accenno un sorriso, ma che esce più come una smorfia, dato che non sono assolutamente in vena.

La abbraccio ed esco di casa, per andare al punto di ritrovo.

Appena ci arrivo, Lin e Shelly mi corrono incontro e mi abbracciano, ma, quando le loro braccia non sono più intorno a me, vedo la causa del mio dolore venire verso di me con uno sguardo misto tra il felice e il preoccupato.

- Allie! -  Apre le braccia per abbracciarmi ma lo fulmino con lo sguardo e salgo sul pullman, con le lacrime che minacciano di scendere.
Le trattengo e aspetto le mie amiche, che arrivano dopo alcuni minuti.

- Allie, gli abbiamo detto di andarsene a fanculo, che non ti merita e che deve lasciarti stare. Faceva il confuso, lo stronzo. Sa pure recitare, ma non sa che noi sappiamo. In ogni caso, lo abbiamo mandato via con la coda tra le gambe. -

- Grazie, ragazze. Ora, voglio solo ascoltare un po' di musica e dormire. -
"Per non piangere" Aggiungo mentalmente.

- Certo. Per qualsiasi cosa, io sono qui, vicino a te, e Shelly è dietro di noi. -  Dice Lindsay.

Mi metto le cuffie e faccio partire "Youngblood" dei 5 Seconds of Summer.

Mi perdo nelle parole di ogni singolo cantante che ascolto, immedesimandomi in essi, immaginando di essere qualcun'altra: una ragazza qualunque con il cuore ancora intatto.
Perché quello che sono è, purtroppo, una ragazza dal cuore infranto.

Maledetta, scema, Allie. Come ho potuto innamorarmi di un cretino simile?! Come?!

Accidenti a me e al mio stupido cuore.

Arriviamo all'aeroporto e quasi non me ne accorgo, quindi, superati i controlli, saliamo sull'aereo e torno a crogiolarmi nelle canzoni.

Parte "Used To Be" di AJ Mitchell.
Merda, ma una canzone che non parli d'amore non c'è?!
Comincio a scorrere frettolosamente le migliaia di canzoni presenti sul mio cellulare quando trovo la canzone perfetta: "The Devil Within"
È ottima per questa situazione.

Senza accorgermene, mi addormento.

Entro nel club. Chissà come sarà felice Logan di vedermi!
Non sto più nella pelle, mi è mancato moltissimo.
Poi lo vedo, avvinghiato a Sierra.
Si baciano con foga, come se si volessero mangiare la faccia.
Poi si girano entrambi verso di me, e iniziano a ridermi in faccia.
- Credevi davvero che volessi stare con una come te? Povera illusa! -  Dice lui, con un ghigno.
Sento la risata di Sierra, loro ricominciano da dove erano stati interrotti, poi sento un nodo allo stomaco, e mi viene da vomitare.

Mi sveglio in preda al panico.

- Signorina, tutto bene? -  Mi chiede l'hostess con aria preoccupata.

- Non proprio, ho un po' di mal di stomaco. Potrei andare un secondo in bagno, per favore? -
- Certamente. -

Entro, e vomito.
Vomito, poi piango.
Ancora e ancora.

Qualcuno bussa alla porta, ma non rispondo. Non ci riesco.

Decido di uscire solo quando sento la voce di Michelle che mi chiama.

- Oh, Allie, mi dispiace così tanto! -

- Signorine, tornate ai vostri posti, per favore. Stiamo per affrontare una turbolenza. -  La hostess di prima ci guarda con aria severa, quindi facciamo come dice.

Mi siedo, allaccio la cintura e tento di riaddormentarmi, con la speranza di non fare altri brutti sogni.

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Arrivati a Firenze, facciamo il check-in nell'hotel in centro e andiamo a sistemare le nostre stanze.
Ovviamente sono in camera con le mie migliori amiche, e la stanza, oltre ad essere enormemente grande, è stupenda.
Assomiglia quasi ad una suite!
Ci sono due divanetti in pelle rossa, una mini cucina, tre letti matrimoniali e un gran bel terrazzo, la cui vista permette una splendida visione del Duomo.

Sistemo i vestiti nell'armadio e poi mi metto nel letto, con grande disappunto delle ragazze.

- Allie Elizabeth Carter, ti proibiamo di metterti nel letto prima delle due del mattino. Siamo a Firenze! In Italia! Hai presente quante cose ci sono da fare? Adesso tu prendi la borsa ed esci di qui, seguita da noi. IMMEDIATAMENTE. -  Dice Lin, in tono autoritario.
Faccio come dice solo perché so che altrimenti non la smette più, ed è così che comincia la prima giornata alla volta di Firenze, una città che tanto mi affascina, ma che non riuscirò mai a godermi fino infondo.

Obbligo o Verità, baby?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora