Capitolo 1

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La sveglia suonò alle 6:30 di mattina. Aprii leggermente gli occhi abituandomi alla luce del sole proveniente dalla finestra.
Era il mio primo giorno di scuola qui a Londra. Mi ero trasferita qui per il lavoro di mia madre. Mio padre è morto in un incidente stradale un anno fa e dopo mesi in coma alla fine il suo cuore ha ceduto.
Sospirai sentendo di nuovo il suono della sveglia e fui costretta ad alzarmi per spegnerla. Mi stiracchiai precipitandomi in bagno a farmi una doccia, cercando di fare presto ma come al solito persi tempo.
Quando uscii dal bagno erano le 7:00, il pullman sarebbe passato alle 8:00 in punto quindi cercai di fare in fretta.
Mi asciugai i miei folti capelli ricci, dopodiché aprii l'armadio per vestirmi:
Indossai una maglia semplice bordeaux, un jeans stretto nero e le mie preziose vans. Mi truccai leggermente con un po' di mascara e scesi giù in cucina, dove c'era mia mamma che mi preparava la colazione. C'erano dei deliziosi pancake e una tazza di caffè con del latte, mi sedetti velocemente e iniziai a mangiare.

"Buongiorno tesoro"

Mi sorrise e ricambiai il saluto continuando a mangiare, per poi salire a lavare i denti.
Dopo la morte di mio padre, non riuscivamo più a parlare come prima, pensava sempre a qualcosa e ciò la rendeva più lunatica. Non riusciva più a prestarmi attenzione, non capiva che soffrivo anch'io e avevo bisogno del suo affetto di tanto in tanto.
Misi il giubbotto di pelle, presi lo zaino e scesi giù avvertendo mamma che andavo via. Lei annuì e fece un piccolo sorriso salutandomi e augurandomi buona fortuna. Mi guardai di sfuggita allo specchio dell'ingresso, approvando il mio outfit e sospirando prima di uscire di casa. Non avevo molta stima di me stessa, era di rado che mi piaceva come mi stessero i vestiti.
Iniziai a camminare verso la fermata dell'autobus, c'erano parecchie persone ad aspettare: gruppetti che parlavano e coppiette che si baciavano, davvero rivoltante. Mi sentivo sola, ovviamente non ero da tanto qui ma speravo di farmi nuovi amici, non ero una ragazza che amava fare il primo passo, essendo abbastanza timida.
Dopo dieci minuti arrivò e corsi verso l'autobus per prendere uno dei posti avanti e per non rimanere alzata, fui la prima a salire ovviamente. Mi sedetti da sola, al lato del finestrino e misi una delle prime canzoni della mia lunga Playlist, appoggiando la testa contro il vetro e guardando fuori.
Dopo poco una ragazza dai lunghi capelli rossi e lisci si avvicinò a me e mi chiese sorridendo:

"È occupato questo posto? Posso sedermi?"

Ricambiai il sorriso e spostai lo zaino per farla sedere. Per fortuna almeno una persona si avvicinò, sembrava avessi una malattia e che nessuno volesse relazionare con me. Guardai attentamente la ragazza, aveva un maglioncino rosa e dei jeans chiari, un piercing al labbro e un piccolo tatuaggio che si intravedeva dietro al collo grazie ad alcuni suoi movimenti che facevano spostare i capelli. Era una piccola rosa nera, molto carina. Avrei voluto fare anch'io un tatuaggio, ma non pensavo che mia madre fosse d'accordo.

"Piacere io sono Margot"
"Piacere Jessica"

Passammo il resto del tragitto a parlare delle nostre vite. Mi parlò un po' della scuola in generale, che era costituita da diverse classi, da una mensa, da una palestra e un campo da calcio. Disse che nella scuola c'erano diversi gruppi e che era meglio stare lontani da quelli che spacciavano, cioè dai cattivi ragazzi.
Dopo mezz'ora arrivammo a scuola, era molto grande e purtroppo non conoscevo ancora nessuno. Scesi dall'autobus e camminai per il cortile della scuola, sembrava di essere al centro dell'attenzione ma, appena mi guardavo intorno, notavo che nessuno mi stava davvero guardando.
Sospirai e andai in segreteria per prendere l'orario delle lezioni. Dopodiché cercai la classe della prima ora, camminando per i corridoi finché non la trovai.
Quanto entrai erano già tutti seduti, il professore mi guardò e mi mostrò un sorriso a trentadue denti dicendo:

"Tu devi essere la nuova ragazza vero?"

Io annui sorridendo, forse un po' imbarazzata. Ero ormai al centro dell'attenzione, avevo tutti gli occhi puntati su di me e sentivo le guance andare a fuoco. Decisi di fare una cosa sensata cioè, andare verso il professore in modo che potesse presentarmi.
Fatto ciò, andai a sedermi all'ultimo banco dietro una ragazza e iniziai a guardarmi intorno scrutando ogni singolo individuo.
L'unica che conoscevo era la ragazza di prima, Margot, che per coincidenza eravamo nella stessa classe. O meglio per fortuna. Le prime tre ore passarono velocemente e andai in mensa con Margot per mangiare qualcosa. La mensa era piena, c'era un caos infernale e persone ovunque, per fortuna quell'inferno passò subito e, dopo aver mangiando, andai verso la classe dell'ora dopo.

Dopo la scuola andai a casa con Margot che mi diede un passaggio con la macchina della mamma, ero sola in casa e quindi avrei dovuto cucinare io. Non ero un ottima cuoco e la giornata era stata un po' stressante, così, per fare prima, ordinai una pizza, la quale arrivò una decina di minuti dopo.

Dopo aver mangiato andai di sopra a studiare, non avevo molti compiti ma persi tempo a chattare con l'unica amica che avevo sulla festa che si sarebbe tenuta sabato sera a casa di un certo Harry Edwards Styles. Mi aveva detto che era uno di quei ragazzi fighi, che nessuna resisteva al suo fascino. Un donnaiolo presumo.
A me non piacevano molto le feste, ma si può dire che fui obbligata.
Mi sdraiai sul letto, chiusi gli occhi stanca e mi addormentai senza rendermene conto. Mi svegliai solo quando sentii il rumore della porta di casa aprirsi per l'arrivo di mia mamma. Mi stiracchiai e poi scesi giù per abbracciarla. Le dimostravo almeno un po' di affetto dopo una giornata stressante.
Mi sorrise affettuosamente per poi chiedermi come fosse andata a scuola. Le raccontai tutto e dopo un po' di silenzio le chiesi il permesso per la festa di domani. Acconsentì, dandomi delle avvertenze.
Annuii e lei sorrise. Ora che mi aveva dato il permesso avrei potuto dirlo a Margot, anche se sinceramente avrei preferito stare a casa. L'abbracciai di nuovo e andai verso le scale, ma la sua voce mi fermo di nuovo.

"Ah quasi dimenticato, domani parto per andare a trovare dei parenti malati, quindi puoi invitare qualche tua amica per qualche giorno qui a dormire oppure resti da sola" - disse fissandomi negli occhi.

"Eh per quanto tempo resti fuori?"

"Non lo so forse qualche giorno"

Annuii dandole la buonanotte e precipitandomi su per le scale.
Mi spogliai e misi velocemente il pigiama per poi sprofondare tra le coperte. Adoravo il loro profumo e chiusi gli occhi rilassandomi e pensando alla giornata di oggi. Prima di andare a letto mandai un messaggio a Margot per dire che mamma mi aveva dato il permesso e lei disse che era contentissima.
Messaggiammo un altro po', ma ero stanca morta e pian piano gli occhi mi abbandonarono, lasciandomi cadere in un sonno profondo.

-🥀

Your eyes//Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora