Capitolo 5

11.6K 518 58
                                    


La sveglia suonò facendomi saltare quasi da letto. Era presto e quella mattina per me era un impresa alzarmi per andare a scuola.
Con tutte le forze e la con poca volontà che mi rimaneva mi alzai abbandonando il mio amato letto. Mi stiracchiai andando verso il bagno e mi spogliai velocemente andando sotto l'acqua della doccia. Mi insaponai i capelli e il corpo per poi uscire e mettere l'accappatoio. Pettinai i capelli e li asciugai ricci naturali. Decisi di non fare colazione quella mattina, non avevo molta fame. Mi lavai i denti e tornai nella stanza per scegliere il mio outfit. Optai per dei jeans stappati sulle ginocchia, da una felpa bordeaux e le vans nere. Mi truccai applicando del marcara e il lucidalabbra, poi preparai lo zaino per la scuola.
Una volta finito, misi il profumo e scesi le scale guardando verso l'orologio. Come immaginavo mamma era già andata a lavoro e mi affrettai ad uscire da casa per non perdere il pullman che stranamente non arrivava. Anzi, nemmeno tutti i ragazzi che lo prendevano c'erano, mi era sfuggito qualcosa? Cercai di ricordare ed iniziai a camminare, senza nessun risultato. Vicino a dove di solito si metteva l'autobus, c'era una macchina nera familiare ed aumentai il passo facendo finta di nulla ma fu inutile sentendo, infatti, qualcuno urlare il mio nome.

"Jess aspetta"

Di nuovo quel soprannome, nessuno doveva chiamarmi così se non il mio defunto padre. Lo guardai dal vetro di un negozio notando che si stava avvicinando e iniziai a camminare più veloce ma, purtroppo, riuscì a raggiungermi e mi afferrò il polso facendomi voltare in modo che i suoi occhi verdi e i miei, dello stesso colore, potessero incontrarsi. Lo guardai male, ma allo stesso tempo interrogativa, aspettando una sua qualsiasi domanda.

"Ti posso accompagnare io a scuola. "

Mi guardò in modo da farmi capire che avrei dovuto accettare l'invito, se si può chiamare così.
Sbuffai e lo seguii fino alla sua macchina dove, gentilmente, mi aprì la portiera per farmi salire, o era solo per non farmi scappare? Gli diedi un ultimo sguardo prima di salire in macchina. Fece il giro e salì anche lui  per poi accendere il motore e partire.
Durante il tragitto nessuno parlò e a me stava meglio così, oppure no? In realtà non lo sapevo nemmeno io. La sua voce roca era davvero bella, ma iniziava ad irritarmi ad ogni sua battutina. Arrivati a scuola scesi dalla macchina,me lo ritrovai subito avanti, lo ringraziai per il passaggio e lo sorpassai precipitandomi  in classe, dove incontrai Margot che quando mi vide, mi sorrise contenta.
Le prime due ore passarono subito e quando suonò mi precipitai alla mensa per mangiare qualcosa essendo che non avevo fatto colazione. Sorrisi alla signora dietro al bancone e presi il vassoio ormai riempito dal cibo, ringraziandola e seguendo la mia amica verso un tavolo. Parlai e risi con lei, ma mi sentivo sempre osservata da qualcuno ma non sapevo chi fosse. Mi guardai intorno molte volte fino a vedere Harry che sorrideva, sicuramente fiero del fatto che aveva attirato la mia attenzione. Alzai gli occhi al cielo e ripresi a guardare la mia amica facendo finta di essere interessata al suo discorso. Al suono della campanella mi alzai e andammo in classe, il prof era già seduto e stava leggendo un libro sulle specie animali. Era un bell'uomo se non fosse per la barba e le piccole rughe che si intravedevano intorno all'occhio, soprattutto quando sorrideva. Era uno dei professori più bravi che avessi nel mio corso e iniziava quasi a piacermi la sua materia. L'ora passò molto velocemente e bevvi dell'acqua dalla bottiglietta fino all'arrivo del prof. Era molto giovane, alto, moro, occhi nocciola e un sorriso da mozzare il fiato. Avevo anche uno dei prof più fighi dell'istituto, cosa che nell'altra scuola non succedeva. I prof erano tutti vecchi e molti professore invece di fare lezione, si mettevano a parlare dei fatti loro, quando a noi non fregava nulla. Suonata la campanella, entrò il prof di matematica e, anche se odiavo la materia, decisi comunque di impegnarmi. Ma tutta l'acqua che avevo bevuto iniziava a fare effetto e fui costretta a chiedere il permesso per uscire. Camminai per il corridoio, entrando subito nel bagno delle ragazze e andai al bagno. Una volta finito mi alzai e andai a lavare le mani, mentre mi guardavo allo specchio. Non ero ridotta male come il primo giorno di scuola, ma non ero del tutto presentabile. Avevo le guance arrossate per un motivo inesistente, ma decisi di un pensarci e di mettere il burrocacao per le labbra. Mi guardai un ultima volta e poi uscii iniziando a camminare verso la classe. Mi misi a pensare a cosa avrei fatto una volta a casa dopo i compiti e pensai il perché Harry mi guardava stamattina, quasi come se dovesse dirmi qualcosa. Speravo di sbagliarmi. Ero quasi giunta in classe quando il mio polso fu bloccando non lasciandomi entrare. Ero intenta ad urlare a qualunque persona ci fosse, sia per lo spavento, sia perché non doveva farlo. Mi voltai incazzata e irritata ma fui sorpresa quando non era chi mi aspettavo.

-🥀

Your eyes//Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora