Capitolo 24

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Harry povs

Uscii di casa agitato. Presi la moto dal garage e dopo aver messo il casco, salii su e andai verso casa sua. Le avevo mandato dei messaggi ma non aveva risposto, sapevo che non voleva parlarmi ma dovevo. Mi fermai davanti casa sua, togliendo il casco e avvicinandomi alla sua porta. Dopo aver sospirato per l'ennesima volta, trovai il coraggio di suonare il campanello. Sentii delle risate e poi la porta aprirsi rivelando una Jess tutta sorridente, un sorriso che sparì appena mi vide. Cercai di vedere all'interno e riconobbi i due ragazzi con cui era al bar. La rabbia stava iniziando a pulsare e strinsi istintivamente un pugno. La scena di oggi ce l'avevo avanti e avrei voluto dirle il perché l'avesse fatto, ma infondo chi sono io per dirglielo? Io ero con quella. Pensai se fosse stata una buona idea venire qui, sembrava si stesse divertendo.
Rimase in silenzio, socchiudendo la porta alle sue spalle notando probabilmente il mio fastidio.

"Dobbiamo parlare"

Alzò gli occhi al cielo e la bloccai per un polso quando voleva entrare all'interno. La supplicai di venire con me, forse fu il mio tono disperato che la fece annuire lentamente. L'aspettai fuori mentre prendeva delle cose e avvisava i suoi amici dentro. Misi il casco e appena la vidi, le porsi un altro casco, prima di aiutarla a salire. Salii e partii, l'unico modo per parlarle era rimanere da soli, doveva sapere alcuni miei segreti passati che stavano ricomparendo pian piano. Sentii le sue mani stringermi mentre aumentavo leggermente la velocità, rallentando capendo che avesse paura. Mi fermai dopo circa una mezz'ora, parcheggiando e aiutandola a scendere. La vidi mentre si toglieva le scarpe, mettendo i piedi sulla sabbia fredda. La seguii, facendo lo stesso e la guardai mentre guardava il mare. Ci sedemmo sulla spiaggia, mentre guardavamo le stelle e cercai il coraggio per parlarle.

"Anni fa io e i miei amici entrammo a far parte di un giro piuttosto pericoloso. Ma quando ce ne rendemmo conto fu troppo tardi e noi che volevamo liberarcene abbiamo chiamato la polizia. Li hanno arrestati ma hanno giurato che ce l'avrebbero fatta pagare."

La guardai e vidi che il suo sguardo era fisso su di me. Si avvicinò di più a me e iniziò a giocare con i miei capelli, incoraggiandomi a parlare.

"Qualche giorno fa sono usciti di prigione e oggi li abbiamo incontrati in un capannone, durante un incontro di box clandestino. Vogliono che facciamo un ultima cosa, una corsa, se vinciamo siamo liberi mentre se vincono loro continueremo il lavoro."

Il suo sguardo preoccupato mi fece istintivamente avvicinare a lei. Appoggiò la testa sulla mia spalla e sorrisi accarezzandole la schiena. Sentii un suo sospiro e successivamente sussurrò: "e se non lo fai?"

Chiusi gli occhi mentre cercavo cosa dire.

"Faranno del male a ciò che è importante per noi. E non voglio che facciano male a te Jess."

Restammo in silenzio mentre ci abbracciavamo. Lei aveva la testa sul mio petto ed io le accarezzavo i capelli. Sembrava un sogno che mi avesse ascoltato, pensavo più che mi avrebbe urlato contro. La guardai mentre si alzò di botto mentre si avvicinava al mare. Mi appoggiai ai gomiti e la vidi togliersi i vestiti rimanendo in intimo, per poi avvicinarsi ancora di più all'acqua. Mi alzai velocemente togliendomi i vestiti e fissandola mentre entrava lentamente accarezzando l'acqua con le mani. La seguii mettendomi dietro di lei, accarezzandole i fianchi e appoggiando una guancia sulla sua testa. Si girò verso di me e mi accarezzò un braccio, fu allora che mi avvicinai per baciarla. Una sua mano si infilò nei miei capelli e misi le mani sotto al suo sedere sollevandola facilmente. Scesi sul suo collo mentre con una mano le sbottonai il reggiseno. Il suo respiro stava aumentando e sorrisi, lasciandole baci sui seni, sentendola sussurrare il mio nome. Uscii lentamente dall'acqua, facendola sdraiare sui nostri vestiti e mettendomi sopra di lei.
Il suo sguardo era fisso sul mio e istintivamente mi morsi il labbro guardandole il corpo. Ogni centimetro di lei sembrava perfetto. Mi abbassai baciandole il collo, spingendo il mio bacino contro il suo per farle sentire ciò che aveva causato, le sue dita si strinsero intorno al mio braccio. Sorrisi al suo sussulto quando presi il capezzolo tra le labbra, succhiandolo e tirandolo leggermente. Avrei voluto farlo con lei all'istante  ma con la poca forza di volontà mi allontanai, era la sua prima volta e doveva farlo con chi amava e in un posto romantico, tipico delle ragazze.
Mi alzai sotto il suo sguardo perplesso e mi rivestii, probabilmente non se l'aspettava nemmeno lei che mi fossi fermato, la sentii fare lo stesso e mi voltai dandole le spalle o le sarei saltata addosso. Ci avvicinammo alla moto e la riaccompagnai a casa, rimase in silenzio per tutto il tragitto e quando arrivammo, mi salutò a stento, con un piccolo sorriso, entrando velocemente in casa. Era delusa?
Sospirai prima di partire e precipitarmi a casa. Le cose stavano diventando complicate, lei mi faceva impazzire senza fare nulla e questa cosa mi faceva rabbrividire, in più sono ritornati questi e l'ultima cosa che voglio è che la facciano del male, devo stare alla larga da lei.

Your eyes//Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora