Capitolo 2

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La luce nella stanza si accende, e il suono di una voce si propaga poco dopo.
"Buon Natale Gio." la voce squillante e decisa di mia madre mi fa sotterrare la faccia nel cuscino.
"Si, si auguri; ma ora vattene e fammi dormire." rispondo sbuffando.
"Devi alzarti Giorgia!"
"Ma ci sono andata ieri alla messa di Natale, non ho bisogno di svegliarmi alle.." alzo lo sguardo per guardare l'ora sulla sveglia sopra il comodino.
"Sono le undici Giorgia, dobbiamo andare a casa di tua nonna e aiutarla a sistemare le cose per il pranzo, quindi vedi di fare in fretta." conclude ed esce dalla stanza.
Sbatto la testa sul cuscino cercando di convincermi a lasciare il letto.
"Guarda cosa ho trovato Gio! Babbo Natale ne ha lasciata una sotto l'albero!" mio fratello entra in camera mia saltellando.
"È una sola però." Francesco strinse gli occhi, gesto che faceva spesso quando pensava a qualcosa. "Tieni facciamo a metà." dice sorridendo. Non sono stupita della generosità del mio fratellino. Lo è sicuramente più di me!
"Grazie tesoro." rispondo con la solita vocina stupida con cui si parla a un bambino di cinque anni.
Prendo la mia parte di cioccolato e la mangio subito, poi afferro Francesco e lo trascino sotto le coperte con me.
Tra le risate, a causa del solletico, riesce a parlare "Basta Gio, per favore!"
"Va bene, ma solo perché devo prepararmi." sorrido strizzandogli le guance e lasciandoci qualche bacio sopra.
Esce dalla mia stanza canticchiando e richiude la porta alle sue spalle: bravo bambino!
Mi stiracchio e scendo dal letto indossando le pantofole azzurre, poi mi avvicino alla cassettiera e tiro fuori dei semplici pantaloni neri e una camicetta rossa in velluto. Sistemo il letto e poggio i vestiti su di esso.
Apro il cassetto del comodino accanto al letto e tiro fuori calzini e biancheria intima portandoli con me in bagno. Mi guardo per un momento al grande specchio rettangolare al di sopra del lavandino.
Sesto Natale senza Riccardo, ormai comincio a non ricordare più nemmeno la sua vocina che sicuramente, sarà diventata più bassa e probabilmente virile.
Scuoto la testa e abbandono quel pensiero, poi lavo i denti ed entro in doccia.
Lascio che l'acqua calda lavi via la schiuma profumata, e rimango lì per un paio di minuti a godermi la sensazione di relax.
"Giorgia vuoi muoverti? È tardi!" mia madre bussa alla porta facendomi roteare gli occhi.
Infilo la biancheria e mi riguardo nuovamente allo specchio.
"Che schifo di capelli." dico cercando di sistemare i ricci disordinati.
"Mamma, dove sono i miei anfibi?" urlo senza riuscire a vederli da nessuna parte.
"Se fossi più ordinata lo sapresti!" mi rimprovera lei
"Trovate!"
Allaccio velocemente le scarpe e controllo l'ora: ho bisogno di tempo per sistemare questo ammasso di capelli.
Mi siedo per terra di fronte allo specchio dietro la porta e comincio a dividere i capelli in due parti in modo da poter fare delle trecce decenti.
Venti minuti e dieci parolacce dopo, riesco finalmente a legare la seconda treccia e mi catapulto alla scrivania per coprire le occhiaie con un po' di correttore, poi passo il mascara sulle ciglia, ed esco correndo dalla stanza.
Percorro il corridoio per andare in salotto nella quale mi sta aspettando la mia famiglia. "Finalmente." sospira mia madre con le braccia conserte e il piede che sbatte sul pavimento. Mio padre ride di nascosto e io con lui, beccandoci occhiate truci dalla mamma.

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