Apro la finestra e lascio che l'aria fresca entri nella stanza, poi lego i capelli in una crocchia e finisco di sottolineare di viola le parole più importanti di questo noiosissimo capitolo di scienze; chiudo il libro e lo ripongo nello zaino.
Resto immobile con lo sguardo perso all'esterno della finestra, mentre mordicchio il tappo di una penna blu e penso a due settimane prima.
Tra me e Riccardo non c'è stato nulla negli ultimi giorni che hanno preceduto quel bacio e ne siamo riusciti a parlarne...
Che incoerenti! Stavamo proprio parlando di smettere con gesti da coppietta e poi, tre secondi dopo, uno attaccato alle labbra dell'altro. Nessuno dei due ci ha guadagnato qualcosa di buono eccetto un raffreddore e una bella tirata d'orecchie da parte di mia madre per essere tornata in casa completamente fradicia.
Entrambi non abbiamo avuto il coraggio di guardarci in faccia per almeno tre giorni e come se non bastasse, Lorenzo ed io abbiamo ricominciato a parlare e questo mi rende ancora più confusa. Vorrei mettere un freno a tutto quello che mi passa per la testa, ma sfortunatamente non posso, quindi continuo a litigare e lamentarmi con me stessa non sapendo se dare ascolto al cuore o al cervello. Il problema è che non riesco nemmeno a capire cosa vogliano davvero.
"..come penso ne abbiate già sentito parlare, per il viaggio d'istruzione di quest'anno andremo a Roma. - la coordinatrice di classe, viene interrotta dalle esclamazioni trionfanti di molti dei miei compagni di classe - alloggeremo in un villaggio per cinque giorni, dove ognuno di voi vivrà con chi sceglierà di condividere la stanza, - io e le mie amiche ci guardiamo all'istante - in dei bungalow che dovrete trattare come fosse casa vostra. Non voglio che facciate nulla di proibito, intesi?" conclude e, passando intorno alle file di banchi, lascia a ognuno di noi due fogli: uno per l'iscrizione e uno del programma delle attività.
"Saremo io e la vostra professoressa di inglese ad accompagnarvi, quindi badate a come dovrete comportarvi." ci raccomanda prima di prendere le sue cose, salutarci e uscire dalla classe.
"Devo cominciare a preparare la valigia, oddio che ansia!" esclama Elisa con il suo solito modo di fare.
"Partiamo tra una settimana Vale, rilassati." le risponde Beatrice scioccata.
"Sapete come sono fatta." si giustifica mettendo le mani in alto, poi prende un foglio e comincia ad appuntare l'occorrente da portare in valigia.
"Pensiamo alle cose serie... tipo il tabacco, i filtri e le cartine. Come li dividiamo tra di noi?" rivolgo la domanda ad entrambe "Credo che nel mio pacchetto siano rimaste una decina di sigarette.. se non fumo per una settimana potrei portare quel pacchetto." propongo facendo spallucce.
"Si certo, tu? Non fumare per una settimana?" mi prendono in giro.
"Sono una donna piena di potenzialità." esclamo fingendomi offesa
"Stupida... comunque potremmo dividere la spesa del tabacco come sempre. Di filtri ne ho abbastanza per cinque giorni, quindi servono solo le cartine." sembra fermarsi per pensare, poi continua "... credo di avere ancora un po' di tabacco che durerà almeno per tutta questa settimana e il primo giorno di gita. Siamo apposto!" conclude
Sospiro guardando al di là della finestra "Forse dovrei smettere.."
"Sono d'accordo, dovremmo tutte." mi asseconda Elisa.
"Abbiamo detto la stessa cosa... cinque mesi fa. Quanti giorni siamo riuscite a non fumare?" esclama Beatrice
"Una settimana.." rispondo un po' delusa da me stessa.
"Smetteremo quando avremo la forza di volontà necessaria per farlo, ma fino a quel momento io sto bene così." ci fa l'occhiolino Beatrice.
Smettiamo di parlare tra di noi, e con riluttanza, cominciamo ad ascoltare la noiosa spiegazione di qualche strano movimento politico in chissà quale epoca lontana. In momenti come questo mi chiedo cosa avevo in mente in terza media quando ho scelto di fare un liceo, piuttosto che una scuola professionale."Mi auguro che leggiate con attenzione le pagine che vi ho assegnato. Faremo una spiegazione approfondita quando tornerete dalla gita." dichiara il professore di storia a cinque minuti dal suono della campanella
"Come può fare una spiegazione più approfondita?!" quasi urla Elisa, che però grazie al caos creatosi in classe, non viene sentita da molti.
"Ma sbaglio o tu e Lorenzo avete ricominciato a parlare?" cambia discorso Beatrice mettendosi lo zaino in spalla e avvicinandosi alla porta, attirando l'attenzione di una certa persona.
Subito le faccio cenno di abbassare la voce "Si, ma nulla di che. Ci siamo solo detti quello che avevamo fatto lo scorso fine settimana"
"Tornerete insieme?" domanda ancora, precipitosa.
"Ma che ne so! Abbiamo appena ripreso a parlare dopo settimane e tu credi che io sappia se torneremo insieme?"
"Intendevo dire se tu hai intenzione di tornare con lui."
"Oh..beh ecco, non lo so." rispondo confusa "Vi prego cambiamo argomento."
"Tu e..." fermo Elisa prima che pronunci il suo nome " Non voglio parlare del mio ex, figurati di lui." quasi la fulmino con lo sguardo. Lei mi guarda con un'espressione indecifrabile, quasi spaventata.
"Che caratterino." proprio la voce che più non vorrei ascoltare tra tutte, interrompe il discorso con le mie amiche.
"Nessuno ha chiesto il tuo intervento." sbuffo.
"Ma come? Non ti manco?" chiede qualche secondo dopo che la campanella suoni.
Perdo le mie amiche tra la miriade di studenti, e resto alla sinistra di Riccardo che prova in tutti i modi a mettermi un braccio intorno alle spalle.
"Stai sbagliando persona tesoro.. ti spiacerebbe togliere quel braccio?" dico scrollando le spalle.
Lascia scivolare il braccio e nel farlo la sua mano sfiora volontariamente la mia "Credi che sia così sciocco da non sentire l'effetto che ho su di te?" domanda una volta usciti fuori dalla scuola e essersi allontanato dalla vista indiscreta delle altre persone.
La prima cosa a cui penso è: come ho potuto lasciarmi portare qui dietro? Perché non mi sono fermata?
"Mi stai evitando?" non so cosa dire "Rispondimi." esclama irrequieto
"Io.. non ti sto evitando" dico infine "Non ho nulla da dirti." mento, c'è una lista intera di cose che vorrei dirli e molte di queste cominciano per V- e finiscono con -affanculo.
"Non hai intenzione di parlare di cosa è successo lunedì?"
"Lunedì? Non ho fatto nulla di interessante questo lunedì." faccio la vaga per non toccare l'argomento.
"Lunedì, quando ci siamo baciati su quella cazzo di altalena dopo aver specificato che avremmo dovuto smettere!" grida "O devo ricordarti il giorno del compleanno della tua amica? Quando ci siamo baciati mentre gli altri erano il salotto e noi in cucina? Oppure il bacio alle 4 di mattina?" resto in silenzio ed evito di guardarlo in faccia.
"Ho sentito quello che hai detto alle tue amiche, di te e Lorenzo che avete ricominciato a parlare."
"E quindi? Qual è il problema?" domando con le braccia conserte "Qual è il problema? Mi chiedi quale sia il problema? Il problema sei tu Giorgia!" sbraita "Ah, il problema sarei io quindi?"
"Tu non riesci a prendere una decisione! Un giorno mi baci e sembri provare qualcosa, poi tutto finisce e ritorni dal tuo fantastico ex perfettino." pronuncia con ironia le ultime parole.
Non parlo, non saprei cosa dire: ha ragione. Ha totalmente ragione.
Mi guarda sperando in una risposta, ma continuo a fissare il vuoto in silenzio. Riccardo, deluso, va via e io lo guardo allontanarsi senza fare nulla.
Ho fatto un casino.
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Da una vita
Teen FictionQuesta storia è protetta da Copyright, chiunque desiderasse tradurre o prendere spunto dalla mia storia è pregato di informarmi. • • Giorgia e Riccardo sono amici da molto tempo. Il loro rapporto si complica quando Riccardo si trasferisce in un'alt...