"Buon compleanno amore!" abbraccio Elisa.
"Finalmente dopo due mesi di organizzazione, questo giorno è arrivato."
Lascio il borsone di vestiti in camera da letto e mi scontro con Lorenzo.
Non abbiamo parlato molto negli ultimi mesi, non ci siamo lasciati ufficialmente, ma non siamo più come prima.
"Scusa." dico guardando oltre le sue spalle.
Lui incurva le labbra in un debole sorriso e poi torna in salotto dai suoi amici, emetto un sospiro e lo seguo andandomi a sedere su una delle sedie intorno al tavolo.
"Cosa c'è per pranzo?" domanda la persona che più avrei preferito non fosse invitata, Riccardo.
"Mia madre ha preparato la pasta al forno, dobbiamo solo scaldarla." risponde Elisa.
"Adoro troppo quella che prepara tua madre, devi darmi la ricetta un giorno." dico sorridendo mentre la padrona di casa si avvicina al frigorifero tira fuori la teglia e la mette in forno.
"Beh adesso aspettiamo una decina di minuti. Nel frattempo cosa di fa?"
"Partitina a scala quaranta?" propone Simone
"Ci sta." risponde Lorenzo seguito da Marco e Riccardo.
Tre partite dopo - ovviamente io non ho vinto nessuna di queste - ci sediamo intorno al tavolo e, stringendoci un po', cominciamo a mangiare quella strepitosa pasta al forno.
"Devi fare i complimenti a tua madre Eli." afferma Beatrice.
"Chi vuole il gelato?" domanda la festeggiata
"Hai preso quello alla nocciola?" domando speranzosa.
"Certamente!"
"Ti amo sei la mia preferita." Beatrice mi fa la linguaccia.
Riempio il mio bicchiere per ultima, ma accanto a me c'è qualcuno che ha pensato bene di fare il secondo giro.
"Per caso tu e..." non lo faccio finire.
"No. Abbiamo litigato e non parliamo da quel giorno."
"Perfetto." Mi stampa un bacio vastò sulle labbra.
"A cosa devo questo gesto?"
"Niente, eri carina."
Il sorriso di Riccardo si allargava man mano sempre di più.
"Perché sorridi?"
"Stavo pensando a quando abbiamo dormito insieme l'ultima volta."
Il cuore mi scoppia nel petto.
Mi ero ripromessa di non pensarci "E se non sbaglio te ne sei andato senza dire una parola."
"Non è stato facile uscire dalla finestra della tua stanza, ma l'ho fatto solo perché il giorno dopo sarebbe stato difficile trovare un modo per andare a scuola." si giustifica pettinandosi il ciuffo con la mano.
Alzo gli occhi al cielo "Si si, hai ragione tu." concludo non sapendo cos'altro dire.
"Maleducata." posa il suo sguardo sulle mie labbra.
"Deficente." respiro a fatica cominciando a bramare le sue.
"Lo sei anche tu." afferra il mio viso con forza e unisce le nostre labbra.
In quel momento mi ritrovo a pensare che sia stata pura fortuna il fatto il salotto e la cucina siano separati da un muro e una porta e non e non al fatto che sto di nuovo baciando il mio migliore amico.
Mi stacco con il cuore che minaccia di uscire dal petto e il respiro di una che ha appena salito dieci rampe di scale.
"Io.. umh.. mi dispiace." faccio un cenno con la testa non avendo più parole da esprimere.
Torno in salotto e finisco di mangiare il mio gelato quasi sciolto.
"Raga io sono stanco, che ne pensate di un riposino pomeridiano?" propone Simone.
"Vengo con te amore." Accetta Elisa seguendolo in camera, provocando fischi e acclamazioni da parte dei ragazzi.
"Io devo andare, torno stasera. Ci vediamo." Lorenzo esce di casa e il rumore del suo motorino segna il fatto che se ne sia appena andato.
"Andiamo anche noi?" Marco chiede a Beatrice, che mi guarda incerta.
"Vai scema."
Rimaniamo solo io e Riccardo in questo salotto disordinato "Io lavo i piatti e tu li asciughi?"
"Si signor capitano!" risponde con un sorriso a trentadue denti, come faceva da bambino.
Lo guardo storto mentre comincio a lavare il primo bicchiere.
"Allora..."
"Non voglio parlare con te." rispondo imbarazzata.
"Dovremmo invece, cazzo ci siamo baciati nemmeno venti minuti fa!"
"È stato un momento di debolezza" affermo passandoli un piatto.
"E vorrei non succedesse più." emetto un lungo respiro e guardo fuori dalla finestra il sole, che si fa sempre più lontano.
"Buongiorno" Elisa, assonnata, entra in salotto.
"Sono le sei di pomeriggio Eli." rido per non mostrarmi nervosa.
"Lorenzo?"
"È andato via, ha detto che sarebbe tornato più tardi."
"Ciao amici." anche Beatrice e Marco arrivano in salotto, entrambi molto felici.
"La vedo! L'aureola post-sesso." scherzo rivolgendomi ad entrambe
"Un giorno la vedremo anche noi sulla tua testa. Un giorno sicuramente molto lontano." Beatrice mi fa la linguaccia, io la fulmino con lo sguardo.
Poso l'ultimo piatto sullo scaffale, poi mi tuffo sul divano e prendo il telefono cominciando a guardare video e storie a caso su Instagram.
"Gio, tu dormi con Lorenzo sta notte?" mi chiede Elisa.
"No!"
"Non avete ancora parlato?!" esclama indignata Beatrice, intromettendosi nella discussione.
"No e mi piacerebbe non parlare di lui adesso, grazie."
"Dovrai smetterla di evitare il discorso, alla fine sarai costretta a parlargli."
Nonostante sapessi quanto quelle parole fossero vere, non riuscì a non andarmene scappando di nuovo dalla discussione e dai problemi.
Prendo il mio pacchetto di Camel e mi affaccio alla finestra. Il cielo è di un blu più scuro e si prepara alla notte.
L'aria fresca di aprile copre la mia pelle di tanti brividi e mentre butto fuori il fumo osservo il sole allontanarsi, fino a scomparire del tutto.
"Ei,"
"Lorenzo." sorrido debolmente lasciando la sigaretta spenta nel posacenere.
"Senti mi dispiace, qualsiasi cosa io abbia fatto, ero ubriaco. A malapena ricordavo il mio nome." cerca di prendermi la mano ma la ritraggo.
"Non mi va di parlarne." scuoto la testa tornando dagli altri.
"Ordiniamo un paio di pizze stasera?"
Li trovo a litigare quando ritorno in salotto "Ma voi pensate solo a mangiare"
"Comunque si.. stasera pizza." Risponde Elisa.
"Che ne dite di guardare un film?" domando annoiata.
Tutti accettano di guardare un film a patto che non sia un film romantico.
Marco e Simone spostano il divano, io e le ragazze cerchiamo il film da guardare mentre Lorenzo e Riccardo sono comodamente seduti con il cellulare.
"Grazie per l'aiuto, siete dei ragazzi d'oro." li prendo in giro ricevendo un dito medio da parte di Riccardo, mentre Lorenzo continua a non proferire parola.
Prima o poi dovremmo parlarne..
"Giorgia ci sei?" delle dita che schioccano difronte al mio viso mi riportano alla realtà.
"Scusami, puoi ripetere?"
Con un sorriso divertito, Marco ripete quello che mi aveva chiesto. "Ti va se guardiamo Clown?" un'altra persona risponde al posto mio
"No, lei ha paura dei clown."
Riccardo fa una faccia strana, come se quelle parole fossero uscite inconsciamente dalla sua bocca "O almeno così era prima..." fa il vago tornando con lo sguardo sul telefono.
"Guardiamolo. Quanto spaventoso potrà essere?"
Mi correggo.
È spaventoso. È terribilmente spaventoso.
La cosa altrettanto terribile è che non è ancora finito e io sto cercando di coprirmi gli occhi in tutti i modi umanamente possibili.
"Oh santo Dio!" esclamo terrorizzata quando compare un clown all'improvviso.
"Proprio non capisco come quei cosi piacciano alle persone e soprattutto ai bambini!!!" i miei amici ridono prendendosi gioco di me eccetto Riccardo che mi guarda con la stessa espressione da te lo avevo detto, che usava da piccolo.
Gli pizzico il braccio, dato che sfortunatamente, si trova seduto accanto a me.
Lui stranamente non fa lo stesso, ma al contrario, comincia ad accarezzare il dorso della mia mano facendomi incredibilmente smettere di pensare al demone-clown che ho appena visto.
Il film arriva al termine "Okay, credo che stanotte non riuscirò a chiudere occhio." mi metto in piedi e mi stiracchio le braccia e le gambe.
"Qualcuno che chiama la pizzeria?"
"Ci penso io, cosa volete mangiare?"
"Allora: prendiamo due margherite, due con bresaola e philadelphia.." Riccardo mi fa l'occhiolino.
Mi conosce più di quanto io conosca me stessa questo ragazzo.
"Due vaschette di patatine e una con il salame piccante." finisce di scrivere tutto su un foglietto, poi si allontana per poter chiamare la pizzeria.
"Mettiamo il pigiama?" propone Elisa.
"Vamonos." risponde Beatrice con la sua solita esuberanza.
Saliamo di sopra dove si trovano le stanze da letto di quella bellissima casetta in periferia.
Non è molto grande, ma è decisamente accogliente. È quasi tutta di legno all'esterno, come quelle casette in montagna che mi piacciono tanto.
Le pareti sono bianche in tutte le stanze della casa e il pavimento è di un grigio chiaro e molto elegante, quasi ci si può specchiare sopra grazie a me, Beatrice e Elisa che abbiamo passato quasi un mese a tirare a lucido tutta l'abitazione.
"Che carino! Chissà chi ti ha regalato quel pigiama bellissimo" esclama Elisa a Bea.
Rido mentre sfilo la felpa.
Sussulto quando un oggetto freddo atterra sulla pelle calda del mio collo, lì dove la collanina regalatami da Riccardo si era appena posata.
La afferro prontamente e ne delineo i bordi con le dita, incantandomi per qualche secondo.
"Dai muoviti Gio."
"Si certo." metto il pigiama e seguo le mie amiche verso il salotto in cui troviamo i nostri amici già pronti per la notte, eccetto Riccardo, che proprio in quel momento lascia scendere la maglia sul suo addome maledettamente scolpito.
Intravedo un piccolo tatuaggio sul fianco che non avevo mai visto prima su di lui: il disegno di una stellina, molto piccola e molto famigliare.
Lascio perdere il tatuaggio, perché il non ricordare mi infastidisce e mi siedo a tavola intenta ad aprire ogni cartone di pizza per trovare la mia.
"Questa è la tua!" Simone mi avvicina il cartone della pizza e lo ringrazio con un sorriso.
Comincio a mangiare scoprendomi stranamente interessata a quello di cui stanno parlando i miei amici.
"Sapete che probabilmente la gita sarà in una specie di villaggio a Roma?" cambia argomento Beatrice.
"Si ne ho sentito parlare." risponde Lorenzo bevendo un sorso di birra.
"Bello dai!" esclama Marco eccitato.
"Si, per dei ragazzini di seconda media." sbuffo.
"Guasta feste." dice Marco con le braccia al petto.
"Siamo in quarta superiore e tranne Lorenzo e Marco, facciamo tutti il linguistico. Avrei preferito andare da qualche parte all'estero tipo che so... Londra."
"Tu e la tua maledetta ossessione per l'Inghilterra." mi prende in giro Riccardo.
"Da piccola sperava di poterci andare e vivere lì con la sua famiglia per sempre." continua omettendo un piccolo particolare.
Lo guardo sorridendo ricordando tutte le volte che dicevo che ci saremmo trasferiti insieme e avremmo avuto tanti bambini insieme - avevo sicuramente le idee più chiare allora che in questo momento - Riccardo ricambia il sorriso fissandomi dolcemente.
"Quando non avrete più mie notizie sarà perché me ne sarò andata e non aspettatevi nemmeno un saluto. Ricordate questo giorno in cui mi avete presa in giro." scherzo incrociando le braccia al petto come una bambina arrabbiata.Finito di cenare ci sediamo tutti insieme sul grande divano di pelle beige mettiamo su un nuovo film.
"Raga ma noi non facciamo altro che mangiare e guardare film." affermo ridendo.
"Ci sarebbero tante altre cose da fare.. ma sono per lo più per le coppie." allude Marco stringendo il fianco della mia amica, nonché la sua ragazza.
"Bleah!! Questa potevi risparmiartela." Emetto un suono tipo quello di una persona che sta per vomitare, provocando la risata di tutti i presenti.
"Dai almeno non abbiamo scelto un film horror." mi prende in giro Riccardo.
"Oggi è la giornata prendiamo per il culo Giorgia e io non ne sapevo niente?" mi volto verso di lui cercando di restare seria.
"Lo è sempre amo" Elisa mi bacia la guancia.
"Cosa farei senza di voi amici miei." ironizzo.Mi sveglio di soprassalto.
Che ore sono? - è la prima cosa che mi domando quando mi accorgo della totale assenza di luce nella stanza.
Controllo il cellulare che segna quasi le tre del mattino.
Maledetta la mia paura dei clown che non mi lascia dormire in santa pace - sbuffo frustata non riuscendo a riprendere sonno, quindi mi alzo dal letto e prima di uscire dalla stanza prendo dal mio zainetto viola il pacco di sigarette.
Percorro il corridoio buio facendomi luce con il flash del telefono e vado in cucina per un bicchiere d'acqua o qualsiasi altra cosa possa rimediare alla mia gola secca.
Mi avvicino al frigorifero, tiro fuori una bottiglia d'acqua e mi riempio il bicchiere bevendo in un sorso tutto il contenuto.
Mi siedo sul bancone di marmo bianco e mi accendo una sigaretta.
"Cristo." urla il ragazzo dai capelli scuri.
"Che cavolo ci fai qui a quest'ora?"
"Stavo per farti la stessa domanda!" butto via il fumo dalla bocca guardandolo uscire dalla piccola finestra aperta difronte a me.
"Che c'è non riesci a dormire? È per il film immagino"
"Ho avuto un incubo." sospiro picchiettando l'indice sulla sigaretta, così da farne cadere la cenere nel lavandino.
Riccardo si avvicina e apre il rubinetto, lasciando scorrere l'acqua che pian piano, cancella ogni traccia di cenere.
"Questa non ti serve." sussurra spegnendola in un bicchiere pieno d'acqua.
Lo guardo male sbuffando infastidita e ne prendo subito un'altra.
"No, no, no piccola Giorgia." mi toglie anche quella scuotendo la testa.
"La vuoi smettere?" dico spazientita ma con un pizzico di divertimento.
"Non ne ho intenzione."
Mi blocca le braccia dietro la schiena e con la mano libera mi accarezza la guancia, muovendo i pollici circolarmente.
"Hai cominciato a fumare perché ti mancavo?" chiede con le labbra a un millimetro dalle mie.
"Non sei così importante Riccardo." respiro sulla sua bocca in modo affannoso e unisco immediatamente le mie labbra alle sue.
Sempre le stesse sensazioni..
Brividi, cuore che batte a un ritmo inimmaginabile, eccitazione.
Allargo le gambe per farlo sistemare tra di esse, e lui si avvicina sempre di più al mio corpo.
L'atmosfera silenziosa della notte è spezzata dallo schioccare dei baci e dai respiri accelerati.
Le mie mani viaggiano dalla sua schiena ampia e ben allenata, ai suoi capelli castani ricci e disordinati. Scendono in basso fino a sollevargli la maglia e accarezzare il punto in cui si trova quel tatuaggio.
Riccardo sorride e sento i suoi denti sul collo "Te la ricordi allora."
"Come dimenticarsi di una stortissima stella a sette punte. L'ho disegnata io."
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Da una vita
Teen FictionQuesta storia è protetta da Copyright, chiunque desiderasse tradurre o prendere spunto dalla mia storia è pregato di informarmi. • • Giorgia e Riccardo sono amici da molto tempo. Il loro rapporto si complica quando Riccardo si trasferisce in un'alt...