Capitolo 26

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"Hai tutto quello che ti serve?"
"Qualche felpa? Soldi? Caricatore del cellulare?" chiede mia madre preoccupata, continuando a strattonarmi per cercare di aprire lo zaino che ho alle spalle.
"Si mamma, ho tutto." alzo gli occhi al cielo "Mi raccomando non fare sciocchezze." mi bacia la guancia.
Non faccio in tempo a mettere un piede sull'autobus, che sento le sue urla "Chiama appena arrivi!" faccio finta di non aver sentito e cammino fino alla quarta fila di sedili, dove è seduta Beatrice, e mi accomodo affianco a lei dalla parte del finestrino.
Mando un bacio volante a Elisa, seduta nel posto parallelo al nostro assieme a una ragazza della nostra classe. Dopo aver terminato l'appello, infilo le cuffie e poso la fronte sul grande finestrino freddo dalla quale vedo le macchine sfrecciare a tutta velocità accanto al nostro autobus sulla superstrada.
La musica sovrasta il caos creatosi in pullman.
Continuo ad alzare il volume fino a quando il telefono non me lo permette a causa delle urla dei miei compagni di classe, poi chiudo gli occhi e continuo a rilassarmi sulle dolci note di I Get To Love You.
Sento la pressione del sedile affianco a me svanire piano e ritornare qualche minuto dopo.
Ma perché questa canzone mi fa piangere? - penso, mentre immagino la scena del matrimonio nell'ultima puntata di Shadowhunters.
Beatrice mi tocca la spalla più volte, ma fingo di essermi addormentata (non ho voglia di parlare né di ascoltare a quest'ora della mattina) quindi comincia ad accarezzarmi la testa e arrotolare i miei capelli tra le dita, al che mi domando se questa persona sia qualcun'altro, oppure Beatrice ha improvvisamente cambiato sponda. Apro appena gli occhi da riuscire a notare solo la sagoma di una persona che pare un ragazzo, e da quel magnifico profumo credo potrebbe essere Riccardo..
Abbasso di scatto il volume, attenta a sentire una qualsiasi parola uscire dalla sua bocca, ma quello che sento è solo la voce della mia migliore amica, evidentemente appena ritornata al suo posto - maledetta Beatrice -
"Sta dormendo Riccardo. Non le piace essere disturbata." avevo ragione, è proprio lui
"Lo so. Meglio di voi tutti messi insieme." dice continuando a guardarmi; lo vedo appena ma riesco a percepire lo sguardo su di me.
Questo o è scemo o è bipolare, sennò non si spiega. Prima mi urla addosso e non mi guarda in faccia per una settimana, adesso si siede affianco a me e fa il cascamorto. Però il problema sono io vero? - penso su tutte le furie.
"Che voleva da te?" domanda Beatrice "Ma che cazzo ne so." sospiro esausta da quella situazione con lui
"Ah ragazze, non vedo l'ora di arrivare e fumare una bella sigaretta." entrambe mi danno ragione "La cosa più bella è che nessuno ci conosce, quindi possiamo fumare in pace." sospira felice Beatrice "E senza doverci nascondere soprattutto" aggiunge Elisa.
Passo le ultime due ore di pullman a giocare a scala 40 con le mie amiche, e dopo tre partite vinte tutte da Elisa, arriviamo finalmente nella splendida capitale: Roma.
"Ragazzi mi raccomando, non appena scenderemo da questo pullman rimanete vicini. Faremo un giro tutti insieme fino alla Piazza di San Clemente dove incontreremo la guida che ci mostrerà il Colosseo. Dopo di che, ci fermeremo da qualche parte per pranzare e avrete un'ora libera. Ci incontreremo di nuovo nella stessa piazza. Non voglio ritardatari, tutto chiaro?" la voce alta della professoressa di inglese, a causa di quel fastidioso microfono che tutti i pullman hanno, spiega quello che a breve succederà. Invio velocemente un messaggio ai miei genitori per avvisarli che siamo tutti arrivati sani e salvi, poi ripongo il telefono in tasca e mi preparo ad uscire dalla grande corriera azzurra.
Da lontano vedo gruppi di studenti ammassati, uscire da altri due pullman gialli e seguire i propri professori verso la meta stabilita. Arriviamo difronte a quella che sembra una chiesa dal colore bianco panna dove tre donne aspettano le rispettive classi a cui sono state assegnate, per guidarle e mostrare loro le strutture architettoniche. Quella che si avvicina alla mia sembra essere la più grande delle tre, avrà all'incirca l'età di mia madre e sembra una donna abbastanza curata. Lo si nota dai capelli perfettamente legati e dalle unghie curate e dipinte di rosso.
"Ragazzi fate un cerchio intorno a me... così bravi." vedo le altre classi fare lo stesso; subito dopo la donna, che dice di chiamarsi Angela, distribuisce a tutti i miei compagni delle radioline fornite di una cuffia singola. Solo ora noto il microfono che porta in mano. Lo accende e comincia a parlare, chiedendoci se riusciamo a sentirla. Un "Si!" un po' seccato, viene gridato dalla maggior parte degli alunni, quindi la guida comincia a spiegare la storia della Basilica di fronte a noi "La Basilica di San Clemente è stata edificata nel XII secolo..." a ogni frase pronunciata, la mia concentrazione svanisce sempre di più e comincio a pensare a qualsiasi cosa mi passi per la testa "...mi dispiace signorina, ma non potremo visitarla dall'interno." la sento dire dopo che una mia compagna le aveva posto una domanda.
"Bene. Mantenete il passo e seguitemi perché ora si va al Colosseo!" esclama entusiasta la signora.
Dopo quelle che mi sono sembrate ore, anche se sono passati a malapena 20 minuti, riesco a vedere il Colosseo a qualche metro da me e la mia classe.
"Dio che male ai piedi!" mi lamento ad alta voce, qualcuno mi sente ed emette una risatina.
Guardo Elisa e Beatrice, concentrate sui loro cellulari e che quindi non hanno fatto caso a quello che ho detto. Mi giro un po' intorno, cercando di non essere investita, e l'unico che vedo abbastanza vicino a me da riuscire sentirmi è Riccardo.
"Mi trovi divertente?" domando stizzita mentre lui continua a ridacchiare in modo fastidiosamente tenero "Non fai più sport?" domanda ironico "Ricordo che eri un'abile velocista da bambina."
"Ah ah ah, molto divertente." fingo di ridere
"Chi ricorda quali gare venivano svolte qui?" chiede d'improvviso la guida facendomi sussultare quindi tolgo definitivamente l'auricolare della radiolina e la scambio con quella del mio cellulare.
"Me la dai?" chiede Riccardo.
"Scusa?!" esclamo scioccata "Mi riferisco alla seconda cuffietta Giorgia! Cosa vai a pensare?!"
Rifletto per qualche secondo a cosa fare: lasciarli ascoltare la musica con me o correre avanti e raggiungere me mie amiche?
"Però la musica la scelgo io." lo minaccio
"Sono pronto a riascoltare le canzoni dei One Direction. Vai." ride alludendo al fatto che da piccola ne ero ossessionata e tentavo di trascinare anche lui nel lato oscuro della musica - così da lui definito -
Scorro tra le canzoni e ne clicco una a caso, sperando possa piacere a entrambi.
"Questo è uno dei One Direction, il biondo. Nello..H qualcosa."
"Niall Horan. E per la cronaca ora non è più biondo." lo guardo con gli occhi serrati in due fessure.
"Non so cosa ci trovi in queste canzoni."
"Quanto sei superficiale. Ascolta le parole per una volta e non solo il ritmo." ripeto vedendolo alzare gli occhi al cielo.

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