Capitolo 27

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"Non mi piace svegliarmi a quest'ora. Soprattutto per un giro in una stupida barchetta!" si lamenta Beatrice mentre infila un paio di pantaloncini neri.
"Quella barchetta, si chiama barca a vela" la corregge Elisa ridendo "Ma cosa cambia?!" strilla irritata la bruna.
"Una di voi può per favore allacciare questo maledetto costume?" strillo contorcendomi per l'ennesima volta e tentare di legare i due pezzi di tessuto in un fiocco decente, e abbastanza stretto per evitare che si slacci.
Valentina si avvicina, e in pochi secondi riesce a fermare i due lacci "Questo costume ti sta da dio." ammette guardandomi "Ovviamente! L'ho scelto io per lei. Non ti racconto di tutte le inutili storie che ha fatto perché il bianco mi sta male gne gne." mi prende in giro imitando la mia voce.
"Riccardo avrà molto da guardare." Beatrice mi fa l'occhiolino "Non è sicuro che ci lascino usare la piscina, quindi placatevi." dichiaro mentre esco dalla porta del bagno e torno in camera a piegare il mio pigiama con i gattini - Carino, ma decisamente imbarazzante. Grazie mamma -
Entrambe le mie amiche roteano li occhi all'insù, guardandomi in modo strano "Lo sai che dovrai parlare a Lorenzo di quello che è successo ieri vero? Non state insieme e okay, ma credo che debba saperlo prima di cominciare a farsi tanti film mentali." puntualizza Elisa.
Quello che è successo ieri... Riccardo mi ha confessato di amarmi e lo ha fatto in un modo e in un posto meraviglioso. Non sono nemmeno riuscita a dire nulla dopo quello che mi aveva rivelato di provare. Prima, durante la colazione era stato strano, perché sentivo che qualcosa fosse cambiato: il nostro rapporto. Non eravamo migliori amici ma non ci odiavamo. Non eravamo fidanzati ma ci amavamo, e quella era l'unica certezza.
"Lo so." taglio corto mentre allaccio il cinturino dei sandali "Avete finito?" chiedo seduta sulla piccola e instabile sedia intorno al tavolino in soggiorno, poco spazioso.
Non ricevo risposta da nessuna delle due ragazze, quindi comincio a guardarmi intorno e apprezzare quanto l'interno di questo bungalow sia carino, nonostante piccolo. La stanza in cui mi trovo io, è abbastanza piccola ma accogliente. Dietro di me c'è un mini angolo cottura, con affianco un frigorifero altrettanto piccolo. Alla mia sinistra si trova una delle due camere da letto, quella più piccola (in cui nessuna di noi ha nemmeno messo piede, perché ovviamente dormiamo in tre nel letto matrimoniale).
"Finito di ammirare la stanza?" domanda Beatrice comparendo all'improvviso "Io stavo aspettando voi." le faccio una smorfia guardandola male.

"Oddio finalmente non ne potevo più." sospiro quando metto di nuovo i piedi per terra "Bene, adesso so che non salirò mai più su nessun tipo di barca." aggiungo rivolgendomi alle mie amiche che mi guardano ridendo.
"Ragazzi sono felice di dirvi che avete il permesso di andare in piscina!" esclama la professoressa di inglese non appena vede tornare tutti i suoi alunni.
I miei compagni di classe cominciano a urlare e correre verso il villaggio, pronti a tuffarsi nell'acqua fresca e limpida di una piscina.
"Finalmente una buona notizia!!" grida Beatrice mentre saltella per la strada "Ora Riccardo vedrà il tuo costume e ti salterà letteralmente addosso."
Non le rispondo, ma sorrido a 32 denti immaginando quello che potrebbe succedere.
"Lorenzo a ore undici." Elisa mi avvisa facendo finta di niente per non destare sospetti.
"Ei." mi saluta
"Ciao." gli rivolgo un mezzo sorriso.
"Ti sei divertita in barca a vela?"
"Non proprio, e tu?"
"Emh no.. la mia classe era a fare tiro con l'arco oggi, credo che faremo il giro in barca domattina." risponde
"Tiro con l'arco? Bellissimo!" tento di tirare in ballo un argomento a caso, solo per evitare la discussione che dovrei avere con lui. Lorenzo però, diventa serio all'improvviso e mi chiede di fermarci un attimo a parlare da qualche parte.
"Possiamo andare al mio bungalow, abbiamo una veranda davvero bella." propongo; Lorenzo annuisce e ci avviamo al numero 208.
Lascio cadere lo zaino e prendo posto su una sedia difronte al tavolino nella piccola veranda difronte alla porta d'entrata, Lorenzo si appoggia alle assi di legno con le mani incrociate al petto.
"Per quanto tempo dobbiamo continuare a comportarci così? Come due che si conoscono a malapena e non sono stati fidanzati per quasi due mesi..." fa una pausa con un lungo sospiro e poi continua a parlare "Non è tanto tempo e lo so, ma nonostante questo ho provato sentimenti più forti rispetto a un anno fa. E sono sicuro che le hai provate anche tu forti. Abbiamo quasi scopato cazzo!" gli faccio segno di non gridare.
"Ascolta Lorenzo: sono stata benissimo con te, sei un ragazzo buono e gentile.." mi alzo in piedi e afferro entrambe le sue mani "Quindi sei d'accordo con me sul tornare insieme?!"esclama felice nello stesso istante in cui io dico che non può funzionare.
La sua espressione è un pugno allo stomaco, e per un secondo l'dea di non dirli nulla di Riccardo si fa spazio nella mia mente. "Perché?" chiede mascherando ogni sentimento; il suo sguardo di ghiaccio non lascia trasparire nulla.
Resto in silenzio per un paio di secondi, pensando se dire o meno la verità quando Riccardo fa la sua entrata "Ei Gio vuoi darti una..." la mano che prima indicava un punto preciso al di la delle piante, si abbassa: adesso anche lui è serio e stringe i denti lasciando che la mascella si contragga.
Lo guardo intensamente poi decido cosa fare: aspettare e rimandare il disastro in un altro momento "Ne parliamo più tardi okay?" afferrò lo zaino e vado via trascinando Riccardo per un braccio e lasciando Lorenzo solo in quella veranda.
"Mi spieghi cosa stava succedendo? Giorgia fermati un secondo." il ragazzo alla mia sinistra mi afferra per la vita e mi avvicina al suo corpo.
"Parla con me Giogio." dice dolcemente e con l'indice mi alza il mento facendo in modo che i nostri occhi si incastrino tra di loro.
"Io glie lo devo dire Riccardo. E sicuramente gli spezzerò il cuore, ma lui merita di saperlo."spiego in fretta.
"Sono d'accordo, però non voglio essere nei paraggi quando lo farai." scherza facendomi sorridere.
Mi guarda con l'amore negli occhi e io so cosa vorrebbe dirmi se avesse il coraggio necessario quindi sussurro "Lo so." e lascio un dolce bacio sul suo collo, poi ci stacchiamo, e andiamo dai nostri amici in piscina.
"Eccoti finalmente! Che fine avevi fatto?" Beatrice mi domanda preoccupata, ma io scuoto la testa e le prometto che le racconterò tutto dopo.
"Facciamo il bagno adesso?" domanda Elisa mettendosi in piedi.
"Non lo avete già fatto?"
"No, ti abbiamo aspettata." Riccardo indica il mazzo di carte sulla sdraio.
Poso lo zaino su una delle sdraio, poi sfilo i pantaloncini e la maglietta.
"Bea puoi mettermi...?" mi blocco con il flacone di crema solare a mezz'aria, accorgendomi di essere l'unica a non essere ancora entrata in acqua.
"Aspetta, faccio io." afferma Riccardo con le braccia poggiate sul bordo della piscina, e quasi a rallentatore, sale i piccoli scalini all'angolo mentre tante goccioline d'acqua scendono copiose dal suo corpo.
È una visione - penso con la bava alla bocca
Prendo un respiro e aspetto che si asciughi le mani. "Oggi è proprio una bella giornata." dico provando a non pensare alle mani che mi accarezzano il corpo.
"E lo sarà ancora di più questa sera." ammicca sussurrandomi nell'orecchio
"Che vuoi dire?" non ricevo risposta. Senza dire altro, mi avvicino al bordo della piscina e con un tuffo poco elegante, entro finalmente in acqua.
Mi godo la rilassante sensazione dei getti d'acqua sulla schiena, sotto l'ombra di una palma a qualche passo da me. "Ci stiamo rilassando eh?" la figura abbronzata di Riccardo, si avvicina sempre di più, fino a sedersi alla mia destra. "Si, prima che arrivassi tu a disturbarmi." chiudo nuovamente gli occhi "Lo sai che non c'è più nessuno qui?"
Apro gli occhi e mi rendo conto che, a parte un gruppetto di ragazzi in lontananza, siamo gli unici nella piscina idromassaggio. E, ovviamente, dei miei amici nemmeno l'ombra.
Non so se ringraziarli o essere arrabbiata con loro per essere andati via - penso un po' irritata.
"È da quando sei arrivata che penso a quanto ti stia bene questo costume." sussurra con voce roca, mentre mi accarezza la spalla con le labbra.
"E ancora più forte è la voglia che ho di togliertelo di dosso."
Respirare diventa sempre più faticoso e la gola si fa sempre più secca quindi ingoio la bile molto rumorosamente.
Riccardo comincia a baciare lentamente il mio collo, salendo fino alla mascella. Chiudo gli occhi e mi lascio andare.
"È strano pensare che... - mi schiarisco la voce - ...io e te proviamo così tanta attrazione fisica." parlo a fatica, cercando in vano di mascherare i leggeri ansimi. Anche Riccardo respira affannosamente, ed emette suoni provocanti e maledettamente sexy da farmi trovare il coraggio di sedermi sulle sue gambe, muovere i fianchi e baciare ogni centimetro del suo petto.
"Se dovesse arrivare qualcuno ci vedrebbe in questa posizione sconcia." scherza il ragazzo dagli occhi magnetici, mentre le sue mani si posano sul mio sedere.
"Allora che vedano." sussurro al suo orecchio con fare provocante, poi poso le labbra sulle sue e cominciamo a baciarci con trasporto.
Afferra la mia schiena con le mani, spingendomi ancora di più verso il suo punto più sensibile che, come me, sembra apprezzare quel gesto improvviso. Le mie mani vagano indisturbate tra i suoi ricci ancora un po' umidi e disordinati.
"Amo i tuoi ricci..."
"...e il tuo corpo così forte." aggiungo tra un bacio all'altro
"E io amo te."
Ci guardiamo per qualche secondo. Nel più totale imbarazzo, dopo che quelle due parole erano uscite dalla bocca di Riccardo - probabilmente senza nemmeno volerlo - , lasciamo perdere e fingiamo che non sia successo nulla.
Nonostante abbia già confessato di provare qualcosa per me, è strano - ma decisamente bello - sentirlo pronunciare quelle due paroline piene di significato se messe insieme.
Continuiamo a baciarci, fino a quando la mia migliore amica corre verso di noi gridandoci di uscire dall'idromassaggio e tornare in stanza per asciugarci "Basta con i limoni voi due! Tra poco pranziamo e siete ancora lì dentro!" Mi alzo dalle gambe del mio migliore amico/ipotetico ragazzo e decidiamo di andare a cambiarci nel bungalow che Riccardo condivide con i suoi amici.
Sarà una buona idea? - penso mentre cammino affiancata dal ragazzo dai capelli marroni
"Troppo tardi." sussurro tra me e me non appena arriviamo difronte all'edificio in legno.
Invio un messaggio alle mie amiche, chiedendo loro di avvisare per qualsiasi cosa. Poi Riccardo comincia a parlare "Puoi cambiarti in bagno." Riccardo indica una porta a destra del piccolo tavolino grigio; annuisco e vado dove mi ha detto.
Pochi minuti dopo, il mio amico bussa alla porta "Sei pronta?" lo immagino mentre sbuffa e picchia il piede per terra, come quando era piccolo e aspettava ogni giorno che mi sistemassi.
Sorrido al ricordo, poi rispondo "Certo!" afferro le mie cose e mi reco all'esterno.
"Ma si, fai pure." dice con tono sarcastico vedendomi stendere il mio costume bianco sul piccolo stendibiancheria agganciato alla ringhiera di legno scuro "Ora possiamo andare."
"Ce l'avete fatta! Ringraziateci, perché se non vi avessimo riempito i piatti sareste rimasti a digiuno." Beatrice comincia a parlare porgendo a entrambi un buon piatto di pasta al pesto.
"Grazie Bea." diciamo entrambi, io le mando un bacio volante facendola sorridere.

"Aiuto sono piena." esclama Elisa dopo aver mangiato l'ultima patatina rimasta nel suo piatto.
"Quali sono i programmi per oggi?" chiedo mangiando l'ultimo boccone di crostata.
"Io non ne ho idea. Vorrei solo dormire."sbadiglia Riccardo mentre si stropiccia gli occhi.
"Hai ragione."
"Dovremmo incontrare l'istruttore di tiro con l'arco. Mi sembra alle 04:30." ELISA risponde alla mia domanda.
"Adoro! Ho due ore per riposare." esclamo felice facendo ridere i ragazzi al tavolo con me.

"Credo proprio che chiederò ai miei di comprarmi un arco." affermo scherzando mentre controllo le notifiche al cellulare.
"Ancora non capisco come tu abbia fatto a centrare tutti i bersagli."
"Sarà talento naturale."
"Stasera non ho nessuna voglia di ballare e stare lì, nel bel mezzo del caos e del rumore." Beatrice e Elisa mi guardano senza sapere se rimanere con me o lasciarmi sola "Non preoccupatevi. Posso farcela da sola, andate e scatenatevi." sorrido per rassicurarle "Va bene, ci vediamo più tardi in stanza Gio." mi salutano, poi seguono il resto degli studenti verso il locale in cui fra non molto cominceranno a divertirsi.
Passeggio in silenzio sul prato con una sigaretta ormai consumata tra le dita; la butto in lontananza. Continuo a camminare verso l'ignoto e guardo la terra sottostante, godendomi il leggero venticello tra i capelli. "Ei tu." mi giro nella direzione in cui ho sentito la voce, che con entusiasmo, mi accorgo essere di Riccardo. "Non ignorarmi Gio." continuo a fare il contrario di quello che mi chiede.
"Ah è così che tratti il tuo migliore amico? Ora ti faccio vedere io." non faccio in tempo a replicare, che comincia a solleticarmi i fianchi. "No ti prego!"
"Giura che non mi ignorerai più."
"Giuralo!" ride vedendomi contorcere dalle risate.
"Si te lo giuro!"
Riprendo fiato e lo guardo male, poi mi accorgo della sagoma di un ragazzo alle spalle di Riccardo "Via, corri!" gli afferro la mano e corriamo verso il bungalow più vicino: il suo.
"Ma che ti prende?"
"Lorenzo stava venendo nella nostra direzione!"
"Beh allora non è stata una grande idea venire qui dato che questo - indica lo spazio attorno a se - è anche suo"
"Ma perché condividi la casa con lui? Non fa nemmeno il linguistico." esclamo mentre mi lascio trasportare nella stanza matrimoniale "Entriamo qui." apre l'armadio e mi spinge al suo interno.
"E se fosse venuto qui proprio per cambiarsi?" chiedo in ansia
"La sua roba non è qui." mi rassicura a voce più che bassa.
Mi accorgo solo ora della vicinanza dei nostri corpi, l'armadio è abbastanza grande da starci in due, ma siamo completamente schiacciati l'uno all'altro. Mi spalmo contro l'anta dell'armadio per fare un po' più di spazio a Riccardo che intanto guarda il vuoto, concentrato sui suoni nella stanza.
"Che cosa..? Basta muoverti!"
"Non sto facendo niente."
"Qualcosa si muove eccome invece." sussurro sorridendo imbarazzata
"Oh... scusa." guarda altrove e sembra quasi che le sue guance si siano tinte di rosso.
"Smettila!"
"Io non ho il controllo su quello..." continua ad evitare il io sguardo.
Provo con tutta me stessa a non ridere e non fare rumore "Okay, mi giro." qualche secondo dopo essermi messa di spalle, quella sensazione ritorna. "Giorgia.." sussurra in modo serio.
"Così è peggio." continua evidentemente a disagio.
Mi lascio sfuggire una risata, che copro subito tamponandomi la mano sulla bocca. Poi mi calmo e alzo lo sguardo verso di lui, che mi guarda intensamente.
Stiamo per baciarci, quando entrambi sentiamo la porta d'ingresso chiudersi. "Cazzo! Ha chiuso la porta a chiave?"
"E tu un'altra chiave non ce l'hai?"
"No!" Riccardo si passa una mano tra i capelli
Sospiro e mi sbatto letteralmente una mano sulla fronte.
"Ora che facciamo? Aspettiamo che arrivino i tuoi amici e ci facciamo beccare anche da Lorenzo?!" grido totalmente nel panico.
"Tanto dovrai dirglielo comunque." anche lui sprofonda sul materasso.
"Comunque io un'idea ce l'avrei.." comincia a parlare mettendosi a sedere.
"Ricordi cosa ho detto prima?"
"Non vedo l'ora di togliertelo di dosso." ripete le parole che aveva pronunciato questo pomeriggio, lasciandomi senza parole.
"Sto scherzando." ride poi.
"Sei un completo deficiente Riccardo Alfi." lo picchio con un cuscino finendo seduta a cavalcioni su di lui.
Non è la posizione più adatta in questo momento dopo quello che ha appena detto..
"Forse tu non scherzi." ammicca; gli schiaccio le guance con le dita.
"Ma no! Perché devi fare questa cosa, lo sai che l'ho sempre odiata." parla in modo strano avendo la bocca storta.
"E tu lo sai che io ho sempre continuato a farlo." mi prendo gioco di lui ridendo di gusto.
È in questo momento sono davvero felice. Mi sembra quasi di rivivere i giorni della mia infanzia con lui, stesi nel giardino della vecchia casa in campagna della mia dolce nonna, a confabulare sul prossimo scherzo da fare ai miei cugini.
In questo momento ci siamo solo noi, due bambini nel corpo di due ragazzi innamorati.
"Ti amo." sussurro all'improvviso.

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