Diciassette.

233 11 5
                                    

Proteggiti da me, se sai come fare

Appoggiato allo stipite della cucina continuava a guardare Luna che probabilmente inconscia di essere osservata in quel momento teneva lo sguardo fisso sulla te e mangiucchiava la cannuccia del frullato che stava bevendo e non poteva di certo dire che fosse realmente concentrata sul film, sembrava decisamente più immersa nei suoi pensieri o in qualche punto in mezzo al cielo li tra le nuvole. In tutto quel tempo gli era capitato spesso di ritrovarsi ad osservarla mentre entrava in uno di quei suoi momenti. All'inizio se ne era preoccupato ma col passare del tempo aveva iniziato a comprendere che non c'era nulla di sbagliato, nulla di cui preoccuparsi. Ne lui, ne Holly avevano mai avuto realmente il coraggio di chiederle se avesse bisogno di aiuto o se semplicemente volesse parlare con loro di cosa le stesse passando per la testa, e a volte pensava anche che il motivo di quei lunghi silenzi, di quegli occhi che scrutavano l'orizzonte in cerca di un volto, o semplicemente una risposta ad una delle sue tante domande, rendesse così palese che non aveva alcun senso domandare. Ma poi c'era stato quello sfogo ore prima e Dylan non riusciva a fare altro che maledire se stesso e il tempo che aveva lasciato scorrere davanti a lui senza accorgersene. C'erano stati quei minuti di silenzio insopportabili tra loro due, quei minuti che sembravano ore intere a dire il vero ma che erano in realtà troppo pochi per sistemare tutto, troppo veloci per permettergli di scrutare ogni minimo dettaglio di quegli occhi blu che lo stavano osservando. Decise di avvicinarsi cautamente a lei, perchè sia lui che Luna stessa sapevano perfettamente che quel giorno i pensieri della più piccola erano tormentati da qualcosa che non necessariamente riguardava solamente quel pensiero costante che non aveva mai avuto il coraggio di dire ad alta voce. Si sedette accanto a lei e con delicatezza le tolse il bicchiere di frullato alla ciliegia dalle mani.
" la cannuccia non ti ha fatto nulla di male perchè devi tormentarla?"
" ansia"
Si prese qualche secondo per guardarla meglio notando così le occhiaie attorno ai suoi occhi ma in fin dei conti non se ne stupì, anzi, era certo che anche sul suo viso portasse i segni della notte appena trascorsa in bianco. Poteva far finta di niente, certo, poteva continuare ad andare avanti come aveva sempre fatto facendo finta di essere intoccabile, ma Luna avrebbe dovuto davvero impegnarsi a fondo per riuscire a non far trasparire nulla con lui.
" sei sicura di quello che stai facendo?"
" è la cosa migliore per tutti"
" non posso credere che tu voglia farlo davvero sei matta"
" smettila Dyl non cercare di dissuadermi okay? Faccio quello che mi pare"
Osservava il giovane ragazzo di fronte a lei mentre la scrutava cercando di leggerla nel profondo, di scrutare ogni sfaccettatura delle sue espressioni di quei pensieri forse troppo esposti.
" nessuno sta cercando di dargli degli ordini Luna. Sappiamo tutti come finisce quando qualcuno cerca di deviare i tuoi progetti, ma parliamoci chiaro questa è una cazzata bella e buona. Non voglio intromettermi nella tua vita ma ti voglio troppo bene per lasciarti commettere un errore simile senza nemmeno provare a farti cambiare idea"
Luna non riusciva a togliere lo sguardo dai suoi lineamenti tesi e i suoi occhi preoccupati. Tenevano talmente tanto l'uno all'altra che sembravano essere collegati da un filo invisibile che si stringeva ogni secondo sempre di più. Voleva aiutarla e basta, e lei voleva essere aiutata infondo, ma dirlo era così difficile.
Ormai era troppo tardi, nonostante tutto scambiava quei brividi gelidi che le scorrevano lungo la pelle come se fossero dei segnali di avvertimento, la sua testa e il suo corpo sembravano come bloccati da quella scelta presa forse un pò troppo in fretta ma che sembrava in quel momento l'unica ad avere un minimo di senso.
" dammi retta Luna ti prego"
" lo dici solo perchè è il tuo migliore amico"
" non è vero e tu lo sai. Lo dico per il bene di entrambi soprattutto per il tuo. Non mi preoccupo di lui lo capirà in meno di due minuti, quanto credi che durerà questa messa in scena mmh? Per quanto tempo credi che riuscirai a far finta di niente? Pensi che lui si possa arrendere così? Lo conosco io e lo conosci tu"
" non lo so okay? Non lo so. Eppure se lo sapessi siamo amici niente di più e resterà così"
La voce le uscì dalle labbra sottili più forte di quello che immaginava. Gli occhi diventati grigi come le nuvole li fuori alte nel cielo, così dolci ma talmente tanto tristi, sembravano cercare un appiglio da seguire lungo un bivio infinito. Erano degli occhi che Dylan però suo malgrado sapeva leggere e capire fin troppo bene e questo un pò la infastidiva e la faceva desiderare di avere Holly accanto a se in quell'istante, ma era per quello stesso motivo che Holly invece aveva mandato proprio lui a parlarle. Erano molto diversi loro due e avevano altrettanti modi diversi di approcciarsi alle cose, lei si sarebbe rivolta urlandole in faccia se fosse stato necessario ricevendo da Luna delle occhiatacce e poi l'indifferenza più totale fingendo di non ascoltarla, oppure urlando a sua volta.
Invece lui era diverso. Aveva un modo diverso di prenderla, un modo diverso di guardarla dritto negli occhi di farle i soliti discorsetti per farla ragionare quando si intestardiva troppo proprio come stava facendo in quel momento. Aveva un modo diverso nei tentativi di farle cambiare idea, stravolgerle tutti i suoi piani consapevole di non riuscirci ma tentando lo stesso.
" Luna mi stai ascoltando?"
Nonostante la ragazza troppo testarda poteva sentire crescere un lieve nervoso dentro di se per quella domanda stupida, il suo tono di voce così pacato era quasi come se la facesse pentire di tutti quei pensieri che le attraversavano la mente.
" ti prego Dyl stanne fuori"
Si sentiva stretta in una morsa infernale, consapevole fino e in fondo di non poter trascinare giù con se tutte le persone che la circondavano, ed era soprattutto per questo che aveva fatto l'impossibile per non averlo nella sua vita. Non voleva avere guai con nessuno, non voleva essere un peso, aveva sempre odiato quella sensazione di sentirsi come fosse un puzzle da rimettere insieme. Cercava di proteggerlo in quella sua concezione forse assurda da comprendere. Poi il campanello prese a suonare, più forte di quello che si aspettasse, tanto forte da farle spalancare gli occhi e distruggere anche quella piccola ombra di illusione di quella sua dannatissima pazzia. A tastoni raggiunse il piccolo pianerottolo che divideva l'ingresso dalle scale e con sua sorpresa si rese conto che Dylan non solo non l'aveva seguita per aprire la porta, ma si stava dirigendo nella direzione opposta fingendo perfettamente di non sapere niente di non essere interessato. Solo qualche istante dopo si rese conto in realtà che aveva programmato tutto. Aveva pianificato tutto facendo in modo di non lasciare niente al caso e lo odiava per questo. Lo odiava per averla obbligata a scontrarsi di nuovo con la realtà, e adesso non aveva senso scappare nella direzione opposta, non ce ne era bisogno perchè chiunque ci fosse dietro quella porta non aveva più bussato. Pensò che forse era andato via o aveva sbagliato indirizzo, o più semplicemente aveva sentito il suo respiro scontrarsi contro la porta troppo forte come una tempesta. Fece un respiro profondo, Luna. Non era sicura di avere con se tutto il coraggio necessario e questa insicurezza la stava facendo trattenere. Poteva evitare di aprire e mandare un messaggio indiretto decisamente molto chiaro ma non era ciò che realmente voleva. In un secondo di distrazione si trovò ad appoggiare la mano sulla maniglia e lentamente la abbassò. Aprì la porta consentendo solamente ad un leggero fascio di luce di quel tramonto rosa di entrare e scontrarsi con i loro sguardi lucidi.
Tyler era li davanti a lei.
Sorrideva ma non vistosamente. Era uno di quei sorrisi in cui l'angolo della bocca si alzava verso un solo lato e lo ricordava bene Luna. I loro sguardi si incrociarono riuscendo a catturare ogni più piccolo dettaglio di quel ragazzo che impaziente le stava davanti. Non fece caso a come era vestito, non le importava di quei capelli scuri spettinati, a lei importavano solo i suoi occhi un pò arrossati contornati da leggere occhiaie sui quali si soffermò per alcuni brevi istanti prima di richiudersi la porta alle spalle con un tonfo sordo. Non si sentiva pronta lo si capiva dal fatto che iniziò a camminare avanti e indietro per quel pianerottolo mordicchiandosi nervosamente le pellicine ai lati delle unghie. Senza accorgersene si incamminò verso le scale per mettersi al letto ormai esausta fingendo che i minuti precedenti non erano mai esistiti, ma si rese conto ben presto che mettersi a letto non sarebbe servito a mettere a tacere la sua testa e sapeva che anche se ci avesse provato Dylan non glielo avrebbe mai permesso. Alzò lo sguardo e lo trovò li davanti a se che la guardava e i suoi occhi sembravano dirle che non doveva avere paura, che poteva farcela ad uscire da quella casa e vedere Tyler per parlarci, non c'era niente di male nel lasciarsi andare. In silenzio annuì mentre si legava i capelli in un codino disordinato lasciando intravedere gli infiniti orecchini che contornavano il suo orecchio sinistro con il cuore che le martellava incessantemente nel petto e il respiro che si era fatto veloce. Gli lanciò un ultimo sguardo e poi si voltò afferrando la maniglia e piano riaprì la porta.
Tyler era sempre li. Aveva cambiato posizione togliendo le mani che si erano ancorate alle ante della porta per tenersi in equilibrio appoggiato al muro di quella villetta a schiera con le gambe incrociate, le mani nelle tasche dei jeans scuri e il cappuccio della felpa nera tirato su. Non cercò subito il suo sguardo ma si prese il suo tempo fingendo di controllare se nelle tasche dei pantaloni avesse tutto, ma non poteva più tornare indietro così prendendo coraggio lo guardò notando come lui la stesse già guardando da un pò.
" ehi.."
" ciao"
Avevano parlato quasi contemporaneamente forse, Tyler l'aveva preceduta di qualche millesimo di secondo ed ora erano li occhi dentro occhi come l'ultima volta in cui si erano visti  a quella distanza in quella camaro nera.
Silenzio, un totale silenzio piacevole
" ti va un giro?"
" okay dai"
Con quella vicinanza parlare era diventato dannatamente difficile e in fin dei conti Luna fu grata a Tyler del silenzio che seguì quella proposta. Il tramonto non era freddo ma lo stesso un brivido le percorse velocemente tutta la schiena mentre camminava al suo fianco ancora avvolti nel silenzio più totale. Le vie di Los Angeles per qualche motivo bizzarro erano semideserte come se sapessero di dover tacere quella sera permettendogli di arrivare quasi subito su quel piccolo molo di quella spiaggia dalla sabbia quasi bianca. Si sedettero uno di fronte all'altra a gambe incrociate quasi come se fosse un gioco di sfida, una sfida che avrebbero perso entrambi.
" Luna"
" cosa"
" come stai?"
Non era per niente facile trovarselo di fronte come se fosse una nuova occasione di guardarlo con occhi diversi ma non era nemmeno così difficile come avrebbe potuto immaginare. Quella domanda però l'aveva confusa ancora di più. Non ci sono molte opzioni possibili per rispondere ad una domanda così, bene, male, il problema era che in quel momento non era così sicura di conoscere la risposta.
" tu come stai?"
" non si risponde ad una domanda con un'altra domanda"
" allora non lo so, bene e male credo"
" perché sono qui?"
" immagino di si"
" allora anche io direi che sto bene e male"
Il ragazzo dai capelli scuri non disse più nulla ma sorrise in modo così spontaneo da parlare molto più della sua voce. Era contenta di provare a dirgli la verità ma quei momenti in cui le allusioni a loro due erano tangibili li odiava così come odiava quel metro di distanza tra loro questo era certo.
" sei bravo sai"
" a fare che "
" a farmi sentire così, a fingere di non aver capito nulla"
Lo fece ridere e lui riuscì a farle mancare dieci battiti in pochi secondi con il suono di quella sua risata roca, le mezze parole dette tra i denti e come le era mancato
" cosa dovrei capire, mmh?"
Rimasero in silenzio e in quel momento sembrava quasi che lui la stesse studiando. I loro sguardi si incastrarono in un modo troppo profondo e pericoloso al tempo stesso, sospesi in un qualcosa di altamente rischioso senza un centro di gravità.
Poi lui lo vide.
Abbassò lo sguardo incapace di sostenere quello di lei per più di dieci secondi e nel farlo lo notò ancora li legato al suo polso accanto a quella piccola luna indelebile e non riuscì a trattenersi dal sfiorarlo con i polpastrelli.
" ce l'hai ancora"
" non riesco a toglierlo"
" ti sei chiesta perchè?"
" no però.."
" però?"
" hai mai pensato che è tutto sbagliato?"
" ogni giorno.. ma non da quando ci sei tu"
Tyler non le aveva dato il tempo di finire la frase, ma le aveva rivelato quella verità bella e cruda così com'era come se in realtà non aspettasse altro momento. Ne rimase stupita, ma decise che quell'informazione poteva permanere nella sua testa ancora per un pò, non voleva decifrarla ora, non voleva pensare a cosa volesse poter dire. Avendo parlato riportando gli occhi sul viso di Tyler non si era accorta che la mano del ragazzo si era spostata e ora quelle dita stavano toccando la sua, di mano.
Per qualche istante restò come paralizzata capace solamente di percepire quel tocco delicato sulla sua pelle. Poi però i gesti coprivano quasi i significati che si celavano in silenzio, che viaggiavano da soli senza freni, quasi scottata però Luna ritrasse lentamente la mano.
" Tyler non possiamo"
Non voleva crederci eppure lo sguardo di Tyler a quelle parole chiuse si accese con ancora più intensità facendo meravigliare Luna ogni secondo sempre di più in quell'ardua impresa di restargli lontano, ma non ci sarebbe stato il tempo per pensare ai loro sguardi, a quelle parole, a quella voce. Più provava a convincersene e più quel pensiero si allontanava dalla sua mente lasciando spazio solo alla volontà di sentire ancora quelle mani.
" Luna.."
Il suo nome scivolò da quelle labbra sottili in modo delicato e forte con lo sguardo fisso in lei mentre il suo vagava sul legno di quel molo. Le prese il mento con la mano destra portando i suoi occhi a scontrarsi ancora una volta nei suoi altrettanto chiari. Occhi dentro occhi, respiro contro respiro, mani contro mani.
" per me non è cambiato niente in tutto questo tempo"

A un passo da te  (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora