quarantadue.

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E tu sei uguale a me, pensieri strani, non siamo male solo persone.

Avevano anche loro i propri momenti no. Quei periodi di tempo nei quali evitavano di chiamarsi o di passare del tempo insieme tutti i giorni, quando bisticciavano per motivi stupidi e per giorni nessuna delle due diceva più una parola, quando una era troppo impegnata a leggere e scrivere e l'altra era impegnata agli stessi livelli con gli orari assurdi e i mille viaggi. O quando Luna finiva per essere gelosa di Holly per qualcosa che non aveva senso. Era una cosa normale tra sorelle come loro, avere uno di quei periodi.. due vite diverse, c'era la differenza di età seppur minima e avevano cose diverse alle quali pensare, orari diversi, cose diverse da organizzare e per forza di cose si trovavano spesso lontane, quando una usciva di casa l'altra tornava dopo il lavoro, quando una diceva buongiorno l'altra rispondeva con la buonanotte e così via. Ma erano pur sempre una famiglia nonostante tutto e nel corso degli anni avevano trovato un loro equilibrio, potevano contare l'una sull'altra e questo lo sapevano alla perfezione. Come quando pochi mesi prima era volata dall'altra parte del mondo presentandosi alla sua porta chiedendole asilo, che a casa non ce la faceva più e che non ci poteva restare e non sarebbe più tornata li, e ora era lei ad aver staccato la spina per godersi quel periodo dell'anno che entrambe tanto amavano, ed era stato Tyler a chiedere i rinforzi perchè da solo non riusciva a capire cosa le fosse preso all'improvviso quando stava andando tutto bene. Holly non riusciva a darle la colpa, non poteva nemmeno volendolo, perchè la conosceva, lei sapeva tutto a differenza di Tyler, e anche con il mondo sul punto di finire non glielo avrebbe mai detto, ma sperava in cuor suo che sarebbe andata diversamente. Sapeva che Tyler, nel suo piccolo aveva fatto tutto quello che poteva ma lei non riusciva a smettere di pensare che meritasse tutta la verità e dio solo sa se non fosse disposta anche a rovinare tutto con lei pur di aiutarla. Tante volte si era ritrovata sull'orlo di raccontargli tutta la verità perchè era diventato un peso insormontabile che lei non riusciva più a sopportare. Quello era stato solo il destino o qualunque cosa fosse a governare tutto, ad aver fatto rincontrare quei due ragazzi che erano sempre stati innamorati, ma che nonostante insieme erano anche lontani per quella mezza verità che si era messa tra loro. Crudele il destino dicevano. Holly aveva lasciato tutto ed era corsa da Luna senza bisogno di pensarci due volte senza fare domande e nemmeno chiedere il permesso, non aveva bisogno del permesso nemmeno per portarla via con se e mettere fine a quella storia. Era così che funzionava, così Luna si era ritrovata la ragazza con un sorriso sereno sul volto, una busta di donuts che sventolava in una mano e l'aveva ringraziata con lo sguardo. L'aveva abbracciata più stretta che poteva mettendoci dentro quell'abbraccio tutto il coraggio del mondo, ma le venne da piangere e per quelle lacrime impigliate nelle ciglia avrebbe voluto chiedere scusa per tutto quello che sarebbe successo. Da un certo punto forse era anche il periodo migliore dell'anno per cambiare le cose, per ricominciare da zero senza più segreti, c'erano le camminate in spiaggia e i pomeriggi in gelateria come quando erano bambine. C'erano le chiacchierate la sera spostando il divano davanti alla finestra aperta per sentire quell'aria fresca sbattere sulla loro pelle, parlando di Dylan e come si sentissero felici, parlavano del matrimonio e di come Luna stesse cercando un lavoro adatto a lei, e anche di lui, era impossibile non parlare di lui e di come lo amasse anche se ammetterlo era stata la cosa più difficile del mondo. E poi c'erano i giri dei negozi a provare milioni di vestiti e ridere insieme e poi scegliere i regali perchè natale era vicino e a Luna ora mancava tutto sempre di più. Era bello tornare almeno in parte a quello che erano una volta anche se per il momento parlarne non se ne parlava proprio. C'erano i braccialetti per le ragazze e le pietre portafortuna che erano troppo belli per poterli lasciare li, c'erano i regali per la loro famiglia, Anne avrebbe adorato quelle candele profumate e Phillips avrebbe sorriso da un'orecchio all'altro per quella palla da baseball che aveva trovato in un negozio di antiquariato e in quel caso la prima avrebbe sparso quelle candele per tutta la casa e il secondo avrebbe trattato quell'oggetto come una reliquia preziosa. La tavola da surf personalizzata per Jr, gli occhiali neri ultimo modello con la montatura in argento per Ian che aveva amato da quando li aveva visti in quella vetrina e il buono per il tatuaggio per Scott. Holly cercava l'idea perfetta per Dylan che era sempre tanto complicato e Luna rideva a vederla così tanto nel panico, qualsiasi regalo sarebbe stato perfetto perchè loro avevano già tutto quello che si poteva volere. Ci aveva scherzato su prima di pensare anche al suo di problema e Holly la guardava curiosa mentre lei sorrideva di un sorriso vero senza accorgersene. Si stava rigirando tra le mani quella che aveva tutta l'aria di essere una vecchia macchina fotografica di quelle che lui amava tanto, di quelle che scattavano le polaroid. Non di quelle pacchiane e enormi tutte colorate, era vecchia di quelle nere piccole con quelle lenti vintage che fanno dell'imperfezione un loro tratto distintivo, uno di quei pezzi di antiquariato e piacevano tanto anche a lei. Ne sfioravano i contorni sentendone la consistenza e riusciva a pensare solo a lui, era come se quell'oggetto urlasse il suo nome sussurrandole di immortalare insieme ogni loro momento insieme.
" prendilo"
La voce leggera di Holly fece saltare Luna sorpresa troppo immersa tra i propri pensieri per caso a tutto il resto. Holly ridacchiò lasciandole un bacio sulla guancia e indicando l'oggetto che aveva tra le mani con il capo.
" che dici gli piacerà?"
" lo amerà, da te poi ancora di più"
Esclamò spingendola giocosamente, spalla contro spalla, felice e imbarazzata e ad Holly non riusciva a nascondere proprio niente. Tyler avrebbe pensato la stesa cosa, che era bellissima, che era tanto banale ma che in fondo gli calzava a pennello a entrambi, e così la comprò, trattenne quel mezzo sorriso sulle labbra mentre andava alla cassa e pagava, mentre la giovane commessa le porgeva il sacchetto con il suo acquisto, e per tutto il pomeriggio le rimase addosso quel sorriso, a immaginare anche il sorriso di lui. E impegnata a scrivere qualche riga su un piccolo pezzetto di carta, di getto, perchè in fin dei conti era Tyler che la rendeva così, così impulsiva. Tanto impulsiva da non rileggere chiudere e incartare, scompigliandosi la frangia con un altro mezzo sorriso con la testa tra i cuscini e un messaggio a far vibrare il cellulare sul comodino. Non c'era bisogno di specificare chi fosse, per chi fosse appena nato quel sorriso, era chiaro come il sole.
Sarebbe stato un natale perfetto.

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