Mi chiedi cos'è la neve un pò prima che cada, non è come noi che siamo due piume nell'aria.
Non era riuscita a chiudere occhio quella notte e il pensiero migliore era che quell'insonnia per la prima volta dopo anni e anni non le dispiaceva poi così tanto. Dopo essere tornata a casa la sera precedente aveva preferito non raccontare nulla a Holly nonostante immaginasse che lei fosse riuscita a captare qualsiasi cosa dal modo in cui si erano salutati o semplicemente da come li aveva visti guardarsi e tenersi per mano senza bisogno di parole o di spiegazioni. Aveva continuato a rigirarsi nel letto, alzarsi per andare a sedersi sul davanzale interno della finestra, ad un certo punto era anche uscita dalla stanza per prepararsi una tisana dall'aroma dolce e candido. Per qualche strana ragione si sentiva bene, in pace con il mondo, ma soprattutto con se stessa per la prima volta dopo tanto tempo. Si sentiva una sciocca per aver fatto finta di niente in quelle settimane, le parole le erano uscite flebili dalle labbra senza doverci pensare troppo, e per l'ennesima volta aveva cercato in tutti i modi di convincersi che erano solo amici, solo amici e le sembrava una grandissima cazzata. Aveva sentito il calore delle loro dita intrecciate come fuoco ardente, e aveva sentito i suoi occhi scontrarsi nei suoi come un uragano. E poi aveva sentito il vuoto al loro distacco come una voragine nel petto. E li aveva capito tutto. Era stata una sciocca per essersi privata di quei sentimenti, doveva rimediare e anche in fretta. Voleva crederci nell'amore, ricominciare a farlo giorno dopo giorno, riabituarsi alla bellezza di quel sentimento passo dopo passo e soprattutto farsi aiutare da quella persona che era riuscita nell'impresa di farle cambiare idea in così poco. Non le serviva un grosso sforzo per riprovare la sensazione del tocco delle sue labbra, di quel soffio caldo sulla sua pelle e di quei due cuori che battevano in modo sincronizzato come se ne esistesse soltanto uno. Ora, desiderava tanto poter tornare indietro e rendersi conto prima di ciò che stava accadendo. Bramava di sapere in che momento preciso Tyler avesse iniziato a provare qualcosa per lei così da poter annullare tutto il resto e poter vivere a pieno ogni momento con lui. Magari lo avrebbe anche convinto a fare qualche pazzia a quel punto. Non voleva più perdere nemmeno un secondo e per questo quella mattina chiuse in fretta la borsa e corse a prendere la chitarra per precipitarsi fuori da quella camera, percorrere tutta la spiaggia respirando a pieni polmoni e poi verso casa sua. Ma qualcosa attirò la sua attenzione in quel frangente. Pensò cosa diamine ci facesse un piccolo post-it giallo attaccato a quelle corde. Si ricordava perfettamente di non avercelo messo lei nemmeno per sbaglio. No, quel post-it era suo avrebbe riconosciuto la sua calligrafia in mezzo a mille altre, era per lei non aveva nemmeno bisogno di leggerlo per capirlo, anzi, ne rimase a distanza quasi intimorita da quel pezzo di carta. Tyler aveva pensato a tutto, l'aveva lasciato attaccato ad un oggetto troppo importante per lei, per lui, per quella che era stata la loro storia, o amicizia, come andava considerata? E forse quella chitarra poteva parlare e dire di loro due più che i muri dei loro luoghi. Al diavolo il timore, al diavolo il cuore che le rimbombava nel petto, al diavolo tutto doveva leggerlo che differenza potevano fare quelle semplici parole?
Allungò una mano e lo staccò.
" non è proprio l'indifferenza verso il resto del mondo l'essenza del vero amore?"Arrivò ai piedi del palazzo con il fiatone e si concesse qualche secondo per potersi ristabilire prima di salire quei dieci gradini. Proprio in quell'istante vide la luce accesa che traspariva dalla finestra che dava sull'oceano e allora pensò che forse era ancora in tempo. Lo avrebbe sorpreso. Si prese ancora qualche momento prima di bussare perchè ancora una volta stava provando sensazioni nuove a se stessa, o dimenticate da tempo, troppo tempo, voleva gustarsele ed apprezzarle fino e in fondo. E poi, nonostante scalpitasse all'idea di poterlo rivedere, ora che tutto era diventato così chiaro, non voleva correre così da un giorno all'altro.
" Tyler?"
Aveva bussato già due volte quando decise di provare a chiamarlo a voce. Non solo non aveva ricevuto risposta, ma le sembrava di non riuscire a percepire nemmeno il minimo rumore dentro quella casa tanto grande.
" Tyler ci sei? Sono io"
Forse era uscito. Magari aveva deciso di fare una passeggiata al molo. Provò e riprovò a chiamarlo e nel cercare il cellulare all'interno della borsa nera si appoggiò con le spalle alla porta d'ingresso andando a sbattere contro la maniglia che si abbassò, e contro ogni previsione la catapultò all'istante all'interno del loft. La serratura non era chiusa a chiave.
" aiuto!"
Fu l'unica parola che riuscì a pronunciare prima di perdere l'equilibrio e appoggiarsi al muro per non cadere a terra. La sensazione di essere rimbalzata indietro nel tempo la colpì in pieno, molto indietro quasi due anni prima quando tutto sembrava un gioco. L'aria era fredda, come vuota, ma poco a poco era diventata loro, calda. E poi sempre di più, quando si era trovata a condividerla quell'aria poche ore prima di andare via. Quella notte si era fermata a dormire da lui incapace di lasciarlo andare, ricordava perfettamente quella sensazione provata durante quella notte piena di stelle, quell'idea che solamente lui avrebbe potuto aiutarla a non pensare. Chissà da quanto tempo provava qualcosa per Tyler senza rendersene conto, senza riuscire a dirlo.. che forse lo aveva sempre saputo.
Se soltanto fosse stata più attenta.
Ma prima di quella notte si erano susseguiti decine e decine di eventi. Quello che fino a pochi secondi prima appariva chiaro e limpido sembrava ora così confuso. E poi c'era quella missione. Tyler aveva una missione con lei. Farla ritornare, farla tornare se stessa e lei aveva anche suonato più volte alla fine anche se non voleva, aveva suonato così tante canzoni con lui e per lui da farlo scattare quel meccanismo nella sua mente, anzi, nel suo cuore che l'aveva portata a capire finalmente ciò che era chiaro anche ai più sciocchi. Ma non era questo ciò che voleva ricordare. Erano andati in spiaggia, in tutti i posti più belli che lei potesse mai vedere, ed avevano chiacchierato e scherzato per chissà quante volte e in quante vie di Los Angeles, avevano giocato a rincorrersi milioni di volte tra gli scaffali di quella piccola libreria che sapeva tanto delle loro risate. Avevano passeggiato ancora, e ancora e ancora tenendosi per mano e bevendo cioccolata tenendo stretti i propri bicchieri quanto bastava nascondendo i loro occhi timidi quando si incastravano tra di loro un pò troppo a lungo. Aveva avuto tutto inizio da quella casa e ora quella casa sembrava così spenta, e non le ci volle molto per intuire che Tyler se n'era andato. Sul divano non c0era più il suo giaccone di pelle nero, non c'era il suo computer sul tavolino scuro davanti al divano. Il letto era integro come se non ci avesse dormito nessuno. Comodino vuoto, sparite anche le chiavi dell'auto e gli occhiali neri. Il nulla e la quiete più totale all'interno del loft, non facevano rumore nemmeno le poche lacrime che rigavano le sue guance. Stava piangendo in silenzio quasi come se avesse paura di non averne il diritto. Poi un rumore, piccolo quasi insignificante riaccese una piccola speranza dentro di se. La vetrata chiudersi con un movimento veloce e poi due occhi azzurri guardarla con attenzione.
" Ian che cosa ci fai tu qui?"
" ehi.. ero passato per prendere una cosa. Luna, tu piuttosto che cosa ci fai qui?"
Lo guardò e pensò che solo lui poteva dirle la verità, solo da lui avrebbe potuto sapere ogni cosa anche solo guardandolo che non sarebbe mai stato capace di mentirle, solo lui poteva sapere se Tyler se ne fosse realmente andato o se si trattava solo di un brutto sogno, uno sciocco e stupido sogno da cui poteva risvegliarsi subito, anche ora, immediatamente solo sbattendo le palpebre un paio di volte.
" perchè non è al loft?"
Ci fu una pausa. Ian sembrava non accennare a parlare e in un istante le fu chiaro, lui sapeva tutto e non aveva voluto dirle niente. D'altronde si erano visti la sera precedente, ora capiva perchè a differenza di Holly non aveva detto una parola a riguardo. Non le aveva chiesto spiegazioni, non voleva sapere cosa aveva intenzione di fare con Tyler, se fosse andata da lui oppure no, e se lui sapeva allora probabilmente anche sua cugina era a conoscenza di quell'imminente partenza. Si sentì immediatamente tradita e ferita.
" perchè non me lo hai detto?"
" Tyler mi ha chiesto di non dirti nulla"
" ah si? Ti ha detto proprio così? Che pezzo di.."
" no Luna ascolta non voleva che tu soffrissi"
" dopo ieri sera io volevo provarci davvero"
" tu cosa? Non ne sapevo nulla"
" perchè non lo sa nessuno non l'ho ancora detto nemmeno a lui e tanto che cosa cambiava? Non me lo avresti detto ugualmente"
" non puoi prendertela con me Luna"
" e con chi dovrei? Immagino che Holly lo sapesse, e Scott e magari anche Dylan o mi sbaglio?"
Ancora silenzio, talmente tanto che riusciva perfettamente a percepire il respiro di Ian di fronte a se in quella stanza silenziosa e il sottofondo delle macchine che viaggiavano fuori da quella finestra a vetro. La rabbia continuava a crescerle dentro di secondo in secondo. Nessuno aveva avuto il coraggio di dirle la verità, ne il diretto interessato e men che meno coloro che considerava i suoi migliori amici, la sua famiglia. Si domandò se per caso non avesse pensato che lei fosse così debole da non poter reggere una notizia del genere. Si sbagliavano, alla grande.
" rispondimi Ian"
" Luna ti prego non alzare la voce"
" allora rispondimi chi lo sapeva"
" ha avvisato Holly, okay ma non Dyl"
" e Tyler quando ti ha avvisato sentiamo un pò"
" quando abbiamo accompagnato Tanner.. lo ha deciso da solo"
" sapeva di dover partire eppure non si è fatto alcun problema a dirmi tutto quello che voleva e a fare l'impossibile per farmelo dire"
" i sentimenti sono sentimenti Luna a qualsiasi distanza e non puoi farci niente"
" sai che me ne faccio dei suoi sentimenti? Ho capito di ricambiarlo in cinque minuti, ho capito di avere il coraggio di dirglielo in due minuti dopo ieri sera, ho capito di volerlo vedere in pochi secondi, se voglio posso impiegare anche meno per dimenticarlo"
" perchè fai così?"
" tu come faresti se una mattina ti svegliassi e scoprissi che Elisa ha deciso di trasferirsi senza dirti niente dall'altra parte della città?"
" hai ragione okay hai ragione"
" non me ne faccio niente della tua ragione Ian. Dimmi dov'è, le sue chiavi non ci sono gli riporto il suo bracciale e questa storia sarà chiusa ancora prima di iniziare"
Di nuovo silenzio, ma questa volta, almeno all'apparenza Ian non aveva ragione di non parlare e questo pensiero le provocò un totale senso di angoscia. C'era qualcos'altro sotto, stava per succedere qualcosa, stava per scoprire qualcos'altro lo poteva sentire alleggiare nell'aria. Cercò di tranquillizzarsi prima di ricominciare a parlare.
" Ian ti prego dimmi dov'è andato"
" ha bisogno di stare per un pò di tempo lontano da qui.. non so quando tornerà, ne se tornerà Luna mi dispiace"
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A un passo da te
ChickLit"E tu in che cosa credi? Nel destino o nelle coincidenze? Io semplicemente credo, per pura pigrizia o per estrema genialità, nella casualitá di coincidenze desinate a coincidere "