Tre

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- attraverso l'atlantico solo per stare con te



Era una di quelle mattine nelle quali ci si sveglia con una strana sensazione alla bocca dello stomaco, una di quelle sensazioni che ti fanno pensare che sta per succedere qualcosa di inaspettato, e si sa che le cose inaspettate sono sempre le più belle.
Non sai che cosa sta per succedere, sai solo che sembra tutto calmo e tranquillo, troppo a dire il vero, ma in fondo tutto si muove senza tregua e tu ti senti come uno spettatore, non ci fai troppo caso e ti convinci che è tutto frutto della tua mente, ma in verità è tutta colpa della sensazione con la quale ti sei svegliato.
Non sai da dove arriva, non sai che cosa sta cercando di dirti, sei semplicemente felice perchè senti, finalmente, che tutto sta girando nella giusta direzione.

E quella  era una di quelle mattine.
Holly si era svegliata più tardi del solito felice senza una spiegazione logica, e come se fosse la cosa più naturale del mondo canticchiava mentre beveva il suo caffè e scriveva un biglietto per Dylan per avvisarlo che stava uscendo e che si sarebbero visti la sera a casa della sua famiglia insieme a tutti gli altri. Quel piccolo pezzo di carta un pò sgualcito glielo aveva attaccato sulla macchinetta del caffè che aveva lasciato ormai mezza vuota, come facevano sempre con una faccina sorridente fatta male nella fretta. Gli lasciò un bacio tra i capelli del colore dell'ebano resi disordinati dal cuscino prima di afferrare con tanta velocità, forse troppa anche, la carta di credito e la sua borsa per dirigersi in centro per fare compere e perchè no fermarsi anche da starbucks già che c'era come ogni volta che era così allegra.
Holly aveva una vera e propria passione per lo shopping, nell'abbinamento dei colori che indossava, occhio critico nelle sfilate di moda più prestigiose che aveva avuto l'onore di osservare da vicino, e così quando iniziava a girare per negozi non la potevi più fermare. In fin dei conti era davvero troppo divertente vederla come una bambina mentre saltellava per tutto il quartiere con tante di quelle buste in mano che era impossibile contarle stracolme di roba tra le mani. Era sempre stata una ragazza dall'estrema positività, emanava un'energia incontrollabile da ogni parte del suo corpo. Quando c'era lei era inevitabile finire a ridere a crepapelle, con quel suo sorriso smagliante riusciva a illuminare tutto attorno a se. I capelli rosso fragola così come l'odore dello shampoo che amava usare, gli occhi di un bellissimo verde scuro che ricordavano tanto i grandi prati, e le fossette che diventavano ancora più evidenti quando rideva. Era uno spettacolo. La ragazza più buona e dolce del pianeta e avrebbe dato la vita per le persone che amava davvero.

***

" Luna non vedo l'uscita"   si lamentò Maya alzandosi in punta di piedi tra la folla. Tra le centinaia di persone che camminavano in ogni direzione, tra i vari arrivi e le innumerevoli partenze quella mattina l'aeroporto di Los Angeles era un vero e proprio caos.
Luna ridacchiò accanto a lei prendendola per mano mentre con l'altra prendeva tutte le loro valigie iniziavano ad incamminarsi cercando un punto per osservare meglio.
Era tentata se fare o meno quella telefonata, ma una sorpresa è una sorpresa, e come ogni sorpresa che si rispetti decide di seguire tutto secondo i pianti, delle loro facce non voleva perdere nemmeno un dettaglio.
Dopo circa venti minuti riuscirono ad uscire da li e Luna rimase per l'ennesima volta a bocca aperta nel vedere quella bellissima città, le palme enormi che costeggiavano la strada, i palazzi che si alzavano davanti ai suoi occhi. No che non avesse già visto quella città altre volte in vita sua, ma quella volta aveva un sapore del tutto diverso.
Los Angeles era sempre stato il suo sogno fin da quando era una bambina. Desiderava trasferirsi li per studiare lettere e magari anche riuscire a finire quel libro che aveva iniziato la prima volta che aveva messo piede su quelle vie. Quel libro che parlava di lei, di loro, ma che non aveva mai avuto il coraggio di finire, lasciando che quell'inchiostro nero restasse isolato in quelle pagine bianche. Mai avrebbe pensato che ci sarebbe finita a vivere alla fine.

" non vedo l'ora di vedere tutti, di abbracciarli stretti stretti e di giocare con loro all'aeroplano.."

" ehi piccolo uragano respira e poi ero io quella agitata eh signorina"

Luna non poteva fare a meno di sorridere per quanto elettrizzata fosse Maya. Parlava senza sosta e questo fece scuotere la testa a Luna incredula di come una bambina di soli cinque anni potesse essere così iperattiva. Un uragano. Questo era il modo in cui Luna chiamava la sorella più piccola perchè quella parola, quella similitudine, la rispecchiava in pieno. Maya era così, non smetteva mai di parlare e di esplorare tutto il mondo attorno a se, era curiosa, intelligente e sarcastica come lei. E continuando a sorridere intrecciò la sua mano più grande con la sua molto più piccola caricando le valigie nel taxi indicando al conducente la strada da seguire.
Quel breve tragitto però passò troppo velocemente secondo Luna, ma le spuntò un sorriso enorme sulle labbra quando riconobbe il viale dove abitava quella che considerava non solo una cugina, ma una sorella, una parte di se.

Fece tutto con una velocità spaventosa. In pochi secondi si era ritrovata davanti al garage notando solo in un secondo momento che non c'erano ne la macchina di Holly ne la macchina di Dylan. E in quel momento, ma solo per un breve attimo, Luna rimpianse di non aver fatto quella telefonata, la rimpianse almeno fino a quando non sentì un urlo proveniente da dietro le sue spalle provocando una calorosa risata da parte di entrambe le ragazze.
Si girò di scatto per vedere come Holly la stesse osservando con un'espressione mista tra il confuso e il felice.

" ti prego dimmi che non sto sognando e che sei davvero qui davanti a me.. non sei un'allucinazione dovuta al caffè vero?"

" no Holly sono proprio io e sono qui.. dovresti vedere la tua faccia in questo momento sembra che tu abbia visto un fantasma"

Le ci volle un secondo per trovarsi stretta tra le sue braccia in uno di quegli abbracci che ti fanno mancare il respiro 

" non ci posso credere che tu sia davvero qui, questa è la sorpresa più bella del pianeta. Quanto tempo ti fermi? Dove starete? Dio che scema starete con noi ovvio sono troppo felice"

" okay Holly respira.. posiamo le valigie e promesso che ti racconto tutto"


***

Passarono tutto il pomeriggio a parlare, letteralmente. Ridere e raccontarsi tutto quello che era successo negli ultimi mesi ed era come se non si fossero mai separate.

" ah Luna mi sono dimenticata di dirti che stasera ci vediamo con i ragazzi a casa dei miei ed è l'occasione perfetta per dire a tutti la grande novità"

Non vedeva l'ora di vederli tutti, davvero, ma ciò nonostante era nervosa da morire. Non sapeva nemmeno lei perchè e si sentiva una sciocca. Insomma erano solo i ragazzi, quelli che conosceva da una vita e sarebbero stati tutti felici di vederla, era così, doveva essere così.
Holly dal canto suo non riusciva a fare a meno di sorridere mentre Luna aveva trattenuto il fiato come se quel nervosismo fosse scoppiato più prepotente che mai.

" ma sei nervosa?"

" no perchè dovrei" borbottò Luna in modo sarcastico.

" non devi infatti.. saranno tutti pazzi di gioia vedrai"

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