James non parlava più con la moglie da quando avevano litigato. Era passata circa una settimana e quel giorno Emily sarebbe stata scarcerata. Di mattina i coniugi si davano il buongiorno e durante i pasti cercavano di conversare pacificamente e di non aprire il discorso "suffragette" quando stavano con i bambini. Come ogni mattina, James si stava recando a lavoro e, appena entrato in fabbrica, andò nel suo ufficio ma prima salutò Mr. White, il suo assistente che aveva la sua postazione lavorativa a pochi metri dalla porta dell'ufficio di James. Mr. Austin White era una persona molto anziana. Prima di lavorare per James aveva lavorato per suo padre, Carl Anderson, ed era un uomo molto professionale. Fu assunto da Carl a venticinque anni appena finì gli studi laureandosi in economia diventando assistente e ragioniere della fabbrica d' armi di Mr. Anderson. Successivamente la fabbrica passò in mano a James una volta sposato cinque anni fa. James, pur essendo il suo datore di lavoro, lo stimava molto, poiché oltre a essere bravo nel suo lavoro poteva essere un ottimo consigliere. Mentre James stava leggendo una lettera mandata da Mr. Collins, dove diceva che il carico di zolfo sarebbe arrivato in settimana, qualcuno bussò alla porta.
"Avanti" disse pacato James sapendo che fosse Mr. White
"Mr. Anderson ci sarebbe una ragazza che chiede di lei" disse il suo assistente
"Una ragazza? Chi è?" chiese lui confuso, infatti non aspettava visite soprattutto non da ragazze
"Ha detto di chiamarsi Edith Jones" rispose sempre serio Austin
"Falla entrare" disse James con tono rassegnato
Mr. White uscì dall'ufficio e subito dopo entrò una ragazza bionda con occhi color nocciola che a occhio e croce sembrava appena una ventenne
"Prego, accomodati!" le disse lui indicandole una sedia davanti la sua scrivania
Lei ringraziò timidamente con un cenno del capo
"Allora...perché sei qui?"le disse James gentilmente
"Mr. Anderson io sono la figlia di Bill Jones e mio padre, come sapete, non può lavorare più a causa dell' incidente che ha avuto circa due settimane fa che gli ha costretto ad amputarsi la mano" raccontò la ragazza e lui aveva ascoltato attentamente ma poi parlò
"Questo lo so. Ma perché lei è qui?" domandò confuso
"Volevo chiederle se può assumermi al posto di mio padre!" chiese diretta lei
James fu sorpreso dalla richiesta di Edith e dopo un lungo silenzio disse serio:
"No,non posso assumerla"
"Perché? Anche se non sembra so tutto di questo lavoro. Mio padre mi ha insegnato tutti i trucchi del mestiere fin da piccola"
Lei era figlia unica poiché la madre morì pochi giorni dopo la sua nascita e il padre la lasciò per i primi anni sotto la custodia della sua vicina di casa mentre era a lavoro, poi all'età di sei anni incominciò a portarla in fabbrica con lui e le spiegò come funzionavano le macchine poiché Edith, come ogni bambina di sei anni, era molto curiosa.
"Non posso assumerla" ripeté lui educatamente ma non l'avrebbe ripetuto per la terza volta. James stava perdendo la pazienza
"Perché no? Perché sono una donna?" domandò lei visibilmente irrita
Anche se avesse voluto dire di no e che il suo essere donna non avrebbe influenzato la sua decisione, James dovette arrendersi a quella domanda.
"Purtroppo si, non posso assumerti perché sei una donna" affermò lui deciso
"Lo sapevo, lei è come tutti gli altri" disse con delusione
"Cerca di capirmi! Se fossi stato un direttore di un altro tipo di fabbrica ti avrei anche assunto, ma questa è una fabbrica d'armi! Qui lavorano solo uomini!" dichiarò James serio
"Ma non può fare uno strappo alle regole? Molte donne hanno lavorato in fabbriche di questo tipo durante la la guerra poiché gli uomini erano al fronte!" insistette lei
"Mi dispiace" si scusò il ragazzo "ma ho le mani legate!" continuò
"D' accordo. Grazie per avermi ricevuta" e così se ne andò delusa
James tornò al suo lavoro e arrivata ora di pranzo venne il suo autista a prenderlo e mentre ritornava a casa vide un uomo ubriaco che infastidiva una ragazza dicendole che lei, essendo inferiore, doveva stare ai suoi ordini. Fece fermare la vettura, scese e allontanò l' uomo fingendosi fratello maggiore della ragazza diciottenne. Successivamente tranquillizzò la ragazza e le diede un passaggio a casa. Dopo averla accompagnata, mentre di dirigeva nella sua villa penso "E se al posto di quella ragazza ci fosse stata Emma?" e si fece altre domande di questo genere. Capì che se non poteva starsene con le mani in mano e decise che avrebbe affiancato sua moglie nella lotta delle donne anche se doveva correre dei rischi. Intanto arrivò a casa e si precipitò dalla moglie. La trovò in salone.
"Possiamo parlare?" chiese lui "In privato" aggiunse
Lei annuì e andarono in camera da letto.
"Scusa" iniziò "Sono stato un idiota" disse lui ma quando la moglie stava per parlare la interruppe e continuò "dovevo appoggiarti fin da subito e invece..."
"Non fa niente! L'importante che hai capito quanto ci tenga ad essere una suffragette" affermò lei dolcemente stringendogli le mani tra le sue
"Io vorrei davvero aiutarvi ma non so come fare, insomma...come potrei dare una mano?"
"Bhe...potresti dare un contributo economico o potresti fare uno strappo alle regole per noi donne in campo lavorativo" consigliò Mary
Improvvisamente gli tornò in mente la conversazione fatta con Edith Jones quella mattina e senza volerlo la moglie aveva usato la stessa espressione della ragazza.
" Certo farò tutto quello che è in mio potere! Vedrai che vinceremo noi!" dichiarò deciso.
"Ma cosa ti ha fatto cambiare idea?" domandò Mary curiosa
Allora lui le raccontò la sua giornata. Alla fine del racconto la moglie parlò:
"Dunque tu, domani, richiamerai Edith Jones e la assumerai"
"Avevo intenzione di fare proprio questo, tesoro"la informò lui
La giornata passò tranquillamente. Il mattino seguente James stava andando a lavoro quando chiese a Mary: "Ci penserai tu ad informare Emily che è stata riassunta?"
Il viso della ragazza si illuminò e annuì euforica.
Appena entrò in fabbrica, come al solito diede il buongiorno al suo assistente e poi domandò:
" Ieri Miss Jones ha lasciato il suo indirizzo per caso?"
"Si Mr. Anderson.L'ha lasciato in caso lei cambiasse idea"
"Bene! Mandi il mio autista all'indirizzo che ha avuto"
"Certamente signore. Sarà fatto!"
James andò in ufficio e dopo un po' qualcuno bussò
"Avanti"
"Voleva parlarmi Mr. Anderson?" chiese Edith
"Si! È ancora interessata a prendere il posto di suo padre qui?"
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VOTES FOR WOMEN
Tarihi KurguLondra, 1926 Mary Anderson vive una vita felice con suo marito James e i suoi tre figli. Con suo marito, un ricco imprenditore, ha un rapporto di parità. Proprio per questo motivo, non si è mai interessata alla lotta femminile per il suffragio univ...