Nel momento stesso in cui lascerò quest'aula, se mi mandate in carcere, sia ai lavori forzati sia in detenzione semplice - perché non sono abbastanza ferrata in materia giuridica per sapere cosa deciderà Sua Eccellenza-, ma qualsiasi sarà la mia condanna, dal momento in cui lascerò quest'aula mi rifiuterò deliberatamente di assumere cibo, mi unirò nello sciopero della fame delle donne che sono già a Holloway. Uscirò di prigione, viva o morta, il prima possibile; e una volta tornata libera, non appena avrò ripreso un po'di forze, ricomincerò immediatamente a lottare.
Suffragette: la mia storia
Di Emmeline Pankhurst
Isaac si torturava le mani per l'ansia. Non vedeva Wendy da molto tempo e per la preoccupazione si mordeva le unghie. Aveva sempre detto ai bambini di non farlo, ma ovviamente non poteva biasimarli per la loro "disubbidienza". Isaac e Wendy avevano avuto due gemelli maschi. Erano identici e sarebbe stato impossibile distinguerli, se non fosse stato per la cicatrice che Eliott, il più grande di qualche minuto, aveva sulla guancia sinistra a causa di un incidente. Era certo che appena li avrebbe visti li avrebbe soffocati di baci. Se ancora avesse avuto le forze. Wendy, accompagnata da una guardia, uscì dalla cella senza più le mani legate dalle manette che le stringevano i polsi. Pensava di trovare solo il marito ad aspettarla fuori e fu sorpresa di vedere i bambini.
"Come stai? Sei così magra" disse il marito abbracciandola
"Sto bene. Piuttosto come mai hai portato i bambini?" lo rimproverò Wendy
"Non vedevano l'ora di rincontrarti! Sai è da mesi che non ti vedono" rispose Isaac
I bambini, intanto, continuavano a fissare la madre, come se non la riconoscessero seduti su una panca vicino all'uscita del carcere. Fu Wendy a stringerli a sé sorpresa dalla loro indifferenza. E come biasimarli, erano solo bambini e non si aspettavano di rivedere la propria madre in quelle condizioni. Era molto magra e i vestiti le andavano larghi, aveva il viso pallido e gli occhi circondati da enormi occhiaie, i capelli avevano perso la loro luminosità e sembrava avessero preso vita propria, le dita sottili erano piene di taglietti e le mani più callose del solito. Stentava quasi a reggersi in piedi tanto che il marito le poggiò un braccio intorno alle spalle per sorreggerla. Eliott e Victor ricambiarono l'abbraccio dopo l'iniziale shock. Dovettero tornare a casa a piedi e, arrivati a casa, Isaac aiutò Wendy a lavarsi e l'accompagnò a letto. Subito cadde in un sonno profondo e il marito ne approfittò per chiamare un medico.
Il dottore arrivò qualche ora dopo del risveglio di Wendy, lei si lasciò visitare. Nella stanza non volò una mosca.
"Il problema è molto chiaro" esordì l'anziano dottore mentre riponeva il suo stetoscopio nella valigetta che aveva con se.
"La malnutrizione è la causa della sua debolezza." si lisciò il mento coperto da una folta barba bianca.
"Le consiglio di avere una dieta alimentare più equilibrata. E, mi raccomando, assoluto riposo."
Poi scrisse su un foglio i nomi di alimenti che avrebbe dovuto assumere e lo consegnò ad Isaac. Salutò educatamente i Moore e uscì dalla casa. Wendy sentì che il marito si era sdraiato con lei sul letto.
"Ti avevo detto di non aderire più allo sciopero della fame. Vedi come stai dopo? Ti stai autodistruggendo" la rimproverò. Il suo tono era misto di preoccupazione, delusione e rabbia, ma anche di dolcezza. Era sua moglie e l'avrebbe amata finché la morte non li avrebbe separati. Si sarebbero protetti a vicenda. Sempre.
"Lo so, ma una mia compagna di cella mi ha fatto cambiare idea." Appoggiò la testa sul petto del marito accucciandosi a lui venendo subito abbracciata.
"Io non voglio vederti star male. Non ce la faccio."
"Ma io devo combattere. In tutti i modi possibili. Anche un piccolo gesto, che agli occhi di tutti può sembrare stupido o insignificante, fa la differenza."
"Non ti farò cambiare idea, vero?"
"No" disse convinta baciando dolcemente Isaac.
Si stavano godendo quel momento di pace e tranquillità quando due bambini fecero irruzione nella loro camera e saltando addosso ai genitori diedero inizio a una vera e propria lotta di cuscini.
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VOTES FOR WOMEN
Ficción históricaLondra, 1926 Mary Anderson vive una vita felice con suo marito James e i suoi tre figli. Con suo marito, un ricco imprenditore, ha un rapporto di parità. Proprio per questo motivo, non si è mai interessata alla lotta femminile per il suffragio univ...