ATTENZIONE! In questo capitolo è presente una scena abbastanza abbastanza brutale sulle torture subite in carcere, si prega di non leggere se siete sensibili! La scena è delimitata da trattini.
Emily non aveva rivisto più la sua amica da quando era stata portata via, pensava che fosse stata trasferita in un altro padiglione, non aveva più sue notizie ed era in pensiero per lei. Lo stesso giorno arrivò nella sua cella una nuova prigioniera, Wendy Moore. Era molto magra e, all'apparenza, sembrava fragile, ma si rivelò ben presto molto socievole con le altre e ribelle nei confronti delle guardie.
"Cosa ci fai qui?" chiese lei
"Penso di esserci finita per il tuo stesso motivo" rispose Emily ironica
"Bel caratterino! Penso proprio che diventeremo ottime amiche"
"Piacere Emily, Emily Hall!" si presentò allungandole la mano
"Piacere mio, Wendy Moore!" disse stringendogliela
"È la prima volta che vieni arrestata? Non ti ho mai vista qui!" domandò Wendy seria
"Si, sono stata catturata ieri, invece tu?"
"Io sono qui da mesi, sono stata arrestata più volte"
"Oh mi dispiace! Sei sposata?"
"Si, ho due figli meravigliosi!"
"Io ne ho cinque! Chissà cosa staranno pensando di questa situazione!?"
"Ovviamente il padre li starà rassicur...." non riuscì a terminare la frase che Emily la interruppe
"Non hanno un padre, mio marito ci ha abbandonati da tempo."
"Scusa non volevo entrare nella tua vita privata" chiese perdono Wendy
"Non ti preoccupare! Ormai è acqua passata" la tranquillizzò l'altra
"Comunque, molto probabilmente, tornerai a casa entro una settimana!"la informò la nuova amica cambiando discorso
"Davvero?" chiese incredula
"Non lo sapevi? Però la prima volta qui dentro è sempre un trauma"
"Perché? Cosa dovrebbe accadere?" domandò preoccupata Emily
"Ci sono molte di noi che fanno lo sciopero della fame e il governo non vuole che qualcuna di noi muoia nei carceri, perché se il nostro movimento avrà delle martiri più donne si uniranno a noi poiché prenderanno a cuore la nostra lotta" spiegò " e chi aderisce a questo sciopero sarà costretto a mangiare" continuò
"Ma come faranno? Insomma è...è " le parole le morirono in gola sconvolta da quello che le aveva raccontato Wendy
"Possono farci mangiare anche obbligandoci. C'è una legge emanata nel 1913 che stabilisce l'alimentazione forzata, se ti senti male ti rilasciano per alcuni giorni poi ti rimettono dentro."
"Chi ha dato inizio allo sciopero?"chiese Emily dopo aver ascoltato attentamente
"Marion Dunlop nel 1909" rispose Wendy
"Voglio partecipare anche io allo sciopero" disse convinta la ragazza "Non importa cosa accadrà!"
"Anche io ho partecipato inizialmente, ma subito dopo me ne sono pentita. Te lo sconsiglio! So che sono una pessima DONNA arrendendomi a loro, ma quella tortura mi ha demoralizzato! Non ce l'ho fatta!" disse in lacrime
"Non preoccuparti! Non giudico la tua scelta" la confortò Emily e poi l'abbracciò.
Tra altri discorsi arrivò l'ora di pranzo e Emily disse esplicitamente di non voler mangiare e di non aver fame anche se mentiva alle guardie e a se stessa con queste affermazioni, in effetti aveva una fame dal lupi!
------Allora la portarono in una stanza. Questa era stretta e inquietante anche se illuminata. Al centro di essa c'era una sedia con delle catene sui manici e su uno scaffale si notavano delle provette piene di liquido a lei sconosciuto. Sotto gli scaffali c'era una vecchia scrivania che fungeva da appoggio per attrezzi sanitari. Cinque uomini la costrinsero a sedersi e le fermarono i polsi e le caviglie con delle catene, lei iniziò a dimenarsi così la immobilizzarono completamente. Dopo poco tempo arrivarono due donne, una di loro le aprì spietatamente la bocca con una specie di forcipe e inserì un tubo giù per l'esofago. L'altra preparò una sbobba di brandy, latte e uova e gliela fece ingerire forzatamente. La tortura durò pochi minuti ma ad Emily parve un'infinità. Tutto ciò si ripeté ogni giorno, qualche volta le fecero ingerire il cibo anche dal naso, fino alla sua scarcerazione.
------Mary, intanto, si era occupata della sua famiglia nonostante i litigi avuti col marito e quando Emily tornò a casa Anderson per riprendere il suo lavoro, dovette comunicarle di essere stata licenziata dal marito.
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VOTES FOR WOMEN
Historical FictionLondra, 1926 Mary Anderson vive una vita felice con suo marito James e i suoi tre figli. Con suo marito, un ricco imprenditore, ha un rapporto di parità. Proprio per questo motivo, non si è mai interessata alla lotta femminile per il suffragio univ...